La
legge 107/2015, nel solco tracciato nelle precedenti legislature,
senza inquadrare il problema all'interno della cultura contemporanea,
in risposta a sollecitazioni europee ha stabilito di valutare il lavoro
dei docenti sulla base:
a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento
dell'istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico
degli studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in
relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e
dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione
alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone
pratiche didattiche;
c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e
didattico e nella formazione del personale.
Si tratta di una linea di condotta, incasellata dell'ingegneria
gestionale nel capitolo "qualità" che, dagli anni '40 del secolo
scorso, è stata abbandonata: l'output di sistema non è più l'oggetto
del controllo; si osservano i fattori che ne hanno determinato le
peculiarità.
Un ingiustificabile ritorno al passato, un colposo disinteresse per
l'evoluzione della scienza, un'acritica accettazione dell'operato
dell'amministrazione scolastica che, snaturando la dottrina
dell'organizzazione, ha ridotto la certificazione della qualità a
inutile e mortificante compilazione di documenti.
L'approccio scientifico al problema del merito
1. risponde ai quesiti:
Qual è la mission della scuola?
Quale strategia si può adottare per approssimare la finalità del
sistema?
Quali sono le modalità operative che concretizzano l'ipotesi
d'intervento?
Come valutare le scelte compiute?
2. esige il disegno di un articolato sistema di documentazione: le
responsabilità di tutti i soggetti cooperanti per il successo
dell'organizzazione sono elencate con precisione e in dettaglio.
MISSION
La legge 53/2003, tuttora valida nonostante la 107/2015, è risolutiva.
I paragrafi a) e b) dell'art. 2 collocano la personalità dello studente
a cardine del servizio: finalità da conquistare con l'attività
sinergica di tutti i soggetti partecipanti.
Conoscenze e abilità sono gli strumenti, sono le occasioni per far
lievitare le qualità individuali.
FORMULAZIONE STRATEGIE
La collegiale "elaborazione e adozione degli indirizzi generali" e la
"programmazione dell'attività educativa", previste dal TU 297/94, sono
la via da percorrere: si scelgono i traguardi formativi cui far
convergere tutti gli insegnamenti e se ne identificano le componenti.
In seguito si raffinano, scomponendoli in obiettivi. Questi
costituiscono il vincolo della progettazione, educativa e didattica.
MODALITA' OPERATIVE
I traguardi del sistema scolastico, enunciati in forma generale, sono
da adattare alla peculiarità del discente interlocutore: è da
costituire un riferimento certo per la progettazione e gestione di
"occasioni di apprendimento" convergenti, funzionali sia a quanto
deliberato collegialmente, sia alla trasmissione di una corretta
immagine della disciplina insegnata.
VALUTAZIONE
Lo scostamento tra obiettivi programmati e risultati ottenuti è la
piattaforma su cui si elaborano giudizi. L'interpretazione del divario
conduce al miglioramento dell'efficacia del servizio.
SISTEMA DI DOCUMENTAZIONE
La descrizione formale dei processi che si sviluppano all'interno
dell'organizzazione è modello, alveo in cui si realizza la
progettazione formativa/educativa/dell'istruzione/dell'insegnamento.
Il passaggio di consegne tra un soggetto e l'altro è carico di
significato. Per il primo: pietra di paragone dell'attività svolta con
le attese; specificazione dei vincoli e delle risorse, per il secondo.
La legge 107 propone, in chiave moderna, la favola del lupo e
dell'agnello.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it