Altri
giorni sono passati e oramai è definitivamente confermato: quello del
13 novembre sarà l’unico sciopero della scuola, utile, anzi
indispensabile, per rendere inapplicabili perlomeno le parti più
inaccettabili e distruttive della legge 107, di cui vogliamo la
cancellazione; nonché per protestare con forza contro l’ignobile
proposta governativa di rinnovo contrattuale (un aumento medio di 8
euro lorde al mese), per esigere un forte recupero salariale per
docenti ed Ata, e l’assunzione stabile di tutti i precari abilitati o
con 36 mesi di servizio, tagliati fuori dalla 107.
I Cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda) non hanno ascoltato
le nostre ripetute proposte di sciopero comune, come invece è
positivamente accaduto a maggio e giugno, e si sono limitati a
convocare solo una manifestazione nazionale a fine novembre che,
rinunciando allo sciopero cioè alla forma più conflittuale di lotta,
invia al governo Renzi un segnale di resa, arriva in ritardo rispetto
all’iter della Legge di (in)stabilità, riguarda l’intero Pubblico
impiego sul solo aspetto del contratto (per giunta con una richiesta
salariale davvero misera), e minimizza la lotta contro la 107.
Il 13 novembre scioperiamo perché il conflitto sull’applicazione della
107 è ancora apertissimo e in pieno svolgimento e non può giocarsi solo
scuola per scuola senza un sostegno nazionale complessivo, visto che la
furba tattica ministeriale, che ha spinto i presidi a rinviare la
formazione dei Comitati di valutazione e il varo dei PTOF-Piani
triennali, terminerà tra dicembre e gennaio, quando i capi di istituto
cercheranno di imporre il peggio della cattiva scuola renziana, ivi
compresa la deleteria “alternanza scuola-lavoro” (400 ore per gli
studenti dei tecnici e professionali e 200 per i licei, da svolgere in
azienda, fuori dalla normale attività didattica).
La partecipazione allo sciopero e alla manifestazione nazionale è
dunque indispensabile per impedire l’applicazione dei distruttivi
provvedimenti e per bocciare l’oscena “proposta” degli 8 euro lordi,
dopo sei anni di blocco contrattuale e una perdita salariale negli
ultimi anni almeno del 20% (tra i 250 e i 300 euro).
Lo sciopero e la manifestazione nazionale a Roma, che porterà la
protesta del popolo della scuola pubblica dal MIUR (viale
Trastevere, ore 10) al Parlamento (piazza Montecitorio, ore 12), sono
stati indetti dai COBAS, dall’ANIEF e da altre organizzazioni sindacali
con l’adesione di molte strutture di precari/e, tagliati fuori
brutalmente dalle assunzioni della legge 107, e di vari collettivi e
comitati di docenti (tra i quali gli “autoconvocati” romani) e Ata, che
protestano anche contro la folle decisione, che sta creando il caos in
tante scuole, di non chiamare i supplenti per sostituire i
lavoratori/trici ammalati. E vi parteciperanno anche gli studenti medi
romani, che si oppongono alla 107, con un loro appuntamento a
Piramide-Porta S.Paolo, da cui poi confluiranno al MIUR.
Infine, per l’organizzazione pratica dei pullman (che porteranno i
manifestanti direttamente al MIUR) dalle altre città, invitiamo a
rivolgersi alle sedi locali dei COBAS e dell’ANIEF.
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com