«Gli
effetti di questa riforma si vedranno con il tempo, ci vorranno tre
anni. Però andiamo verso una scuola che ripristina condizioni di
eguaglianza vera, piuttosto che il falso egualitarismo del passato. Una
foresta è fatta di tanti alberi, ma noi abbiamo il dovere di vedere una
foresta nel suo insieme, l’ho detto anche alle giovani insegnanti che
mi hanno contestato alla Festa dell’Unità di Milano, parlando ci siamo
un po’ chiarite». La ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, è al
centro della bufera ma è molto soddisfatta: «Non era mai successo che
100mila persone uscissero dal precariato». Alle 15 di ieri in 2700 prof
hanno accettato il posto di ruolo assegnato nella notte del 2 settembre.
Lei dice che bisogna guardare sul
lungo periodo, ma oggi piovono critiche.
«Come diceva Jean-Claude Trichet nelle politiche in campo educativo si
parte un anno e si colgono gli effetti completi in cinquant’anni. Ci
vorranno tre anni per vedere i risultati della riforma, per questo non
è stata accolta con molto entusiasmo. Ma porta alla scuola
dell’eguaglianza, smuove quello che per anni è rimasto immobile, una
situazione in cui forse l’assuefazione stessa faceva più comodo. Perché
anche l’autonomia spaventa».
Quali sono i punti più importanti?
«Si incide su tre livelli: comincia il processo organizzativo delle
scuole, finalmente si mette in pratica l’autonomia degli istituti, che
produce un cambiamento anche culturale, e si valuta la responsabilità
di chi li dirige».
Quello del super preside, anche se è
stato moderato, era un punto contestato. Troppi poteri e
discrezionalità nelle scelte dei prof.
«Se si facesse quello che vuole il preside senza giudicare il suo
operato sarebbe così, ma il dirigente a sua volta viene valutato. Ben
sei ministri dell’Istruzione non sono riusciti ad applicare la legge
Bassanini sull’autonomia scolastica. La prossima settimana firmerò il
decreto attuativo sulla valutazione dei dirigenti. Se il preside di un
liceo in tre anni deve migliorare la competenza linguistica e non lo
fa, succederà qualcosa, o no? E un altro punto importante è la
formazione degli studenti nel mondo del lavoro».
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