Lo strumento
referendario non è l'unico, ma va sicuramente adito di fronte ad una
legge che, tanto per cominciare, è palesemente anticostituzionale. Così
ha deciso un congruo numero di strutture, comitati, realtà di
movimento, presenti anche FLC CGIL ed Unicobas, riunitesi a Roma il 12
Luglio scorso per iniziativa dei sostenitori della Legge di Iniziativa
Popolare per una scuola democratica, di qualità e rispettosa della
libertà d’insegnamento (poiché la LIP comprende e sviluppa tutto ciò
che invece tralascia e distrugge la L. 107).
Ma la tempistica relativa all'approvazione dell'indegno piano-Renzi, le
norme generali preposte a regolare le campagne referendarie, nonché la
necessità di meditare e redigere quesiti capaci di affermarsi
'politicamente' (e non solo sindacalmente) nel Paese, nonché di
superare il vaglio della Cassazione e dell'Alta Corte hanno suggerito
riflessione, escludendo campagne affrettate con il rischio di inutili
'protagonismi' senza costrutto, rinviando l'esame operativo della
questione a scuole aperte, nell'Assemblea Nazionale prevista per il
prossimo 6 Settembre con una riflessione pubblica e collettiva. A
quella decisione, convintamente sostenuta, l'Unicobas resta vincolato.
Quella decisione ha valore ‘a priori’, proprio perché assunta nel
rispetto e nell’ascolto reciproco, senza la benché minima volontà di
'ostracizzare nessuno'. Non c'è chi non veda la necessità del più ampio
coinvolgimento possibile di forze, a partire dalle varie anime che
hanno condiviso e fatte maturare le lotte espresse dall'insieme della
categoria.
Inutile negarsi che, stante l’attuale situazione, prodotto dell’assenza
di interlocuzione da parte del Comitato di Napoli 'Leadership alla
scuola' promotore del quesito sull'abrogazione totale, presente ma
‘muto’ all’Assemblea del 12 Luglio, come del tentativo (che parrebbe
‘rientrato’) di ‘fuga in avanti’ solitaria di Civati, ma forse anche di
una responsabilità collettiva dovuta ad un’affrettata, generale,
riflessione sulla dinamica dei tempi, si sente quanto mai la necessità
di senso di responsabilità, di una presa di coscienza 'politicamente
laica', alta, ‘terza’, seria ed attenta, presenti tutti, senza
preclusioni, assumendosi ognuno le proprie responsabilità: una
riflessione estremamente partecipata ed altrettanto condivisa, svolta
in primis direttamente dal Movimento plurale e protagonista che ha
riempito le piazze e bloccato le scuole ma nella consapevolezza di
quanto sia, come sempre, difficile indicare senza errori il percorso da
seguire.
Stefano d'Errico (Segretario
Nazionale)