Allora
è vizio. "Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare"
dove la spiaggia è quella dell'esame di Stato, le tracce, attuali
e piacevoli, il mare. Ma ancora una volta tre di esse trattano
argomenti dei quali e per i quali la scuola non è preparata e non
prepara. E' il solito banale ed endemico errore del Ministero: chiedere
e non offrire. Perché la Convenzione dell'Onu sui diritti del fanciullo
nei suoi articoli 12 e 28 che si catapulta nella rivendicazione di
Malala o la Silicon Valley, cratere della rivoluzione dell'invisibile e
madre di una società fatta di social network, sono tracce delle quali
nella scu ola italiana non c'è traccia. In ambito scolastico poi il
Mediterraneo è esclusivamente trattato nella sua visione storica e non
in quella attuale, come invece era richiesto nella prova d'esame.
Immigrati e lavoro di repulsione, asilo politico e jus solis sono
lettera bianca e anonima all'interno del nostro sistema scolastico. E
l'ignoranza, si sa, talvolta sposa l'intolleranza e getta mine antiuomo
fuori e dentro la scuola.
Il pensiero di Visco citato all'interno di una traccia, parla chiaro:
una sfida per il nostro Paese è offrire certe competenze al maggior
numero di studenti. In questa sfida, complessa e complessiva,
l'attualità rimane un solco incolto in cui il Ministero non ha volontà
di seminare. L'unica disciplina che spiegava e contribuiva ad
un'indelebile consapevolezza sul mondo vero, quello reale che si vive e
si tocca e che ne analizza le cause e non solo gli effet t i, era
geografia economica; disciplina da sempre assente nei licei e moribonda
negli istituti tecnici commerciali, annientata come materia di
indirizzo e scagliata dal triennio al biennio. Un Ministero maturo e
responsabile dovrebbe invece tentare di offrire alle nuove generazioni
una maggiore consapevolezza di ciò che è "qui ed ora" e di come "ciò
che sta fuori entra dentro" la loro vita, la nostra vita di cittadini
italiani, dell'Unione Europea e del mondo. In questo contesto di
palizzate e cortine morali e materiali che viaggiano sul treno della
connettività è decisamente maligno parlare nelle tracce di ambito
geopolitico perché la "geo" non si affronta e non si approfondisce.
Sarebbe opportuno che il Ministero si inchinasse davanti alla bramosia
famelica dei giovani di sapere ciò che "c'è oggi" e non solo ciò che
"c'è stato". E per farlo esistono delle credenziali specifiche che solo
la geografia economica e chi, con competenza, la insegna possono offr
ire. Anche quest'anno le tracce d'esame chiedono agli studenti ciò che
il Ministero, quale somma istituzione e massimo responsabile della
preparazione delle nuove generazione, non dà. E così la consuetudine
diviene vizio.
Ilaria Francalanci per il Gruppo
Insegnanti di Geografia Autorganizzati