A tappe forzate si
è concluso in Senato in data 30 aprile 2015 l’iter in prima lettura di
approvazione del DDL 1557 , la riforma “ Madia” della “
Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche “ e della connessa
riforma della dirigenza.
I “presidi” sono stati tagliati fuori dal ruolo unico della dirigenza
dello Stato, assieme ai medici, accomunati in un medesimo status
indistinto di “ professional “ pur avendo avuto i “presidi “
riconosciuto nel lontano 2000 lo status di dirigenti dello Stato, per
come codificato nel d.lvo n. 165 art. 25, grazie all’allora ministro
Berlinguer, poi mandato a casa da uno sciopero della CGIL contro la
valutazione indifferenziata di chicchessia nella scuola.
Vani tutti i tentativi intrapresi in commissione dai senatori amici,
con il testa il sen. Salvo Torrisi di Catania, di depennare dall’art.
10 quel famoso comma che in maniera lapidaria escludeva i dirigenti
scolastici dal ruolo unico nazionale della dirigenza dello Stato;
emendamento dichiarato inammissibile dalla presidente della 1
commissione sen. Anna Finocchiaro, in seguito al parere della
commissione bilancio, per un presunto quanto inesistente aggravio di
spesa.
Lo stesso senatore Salvo Torrisi di Catania è riuscito tuttavia con
insistenza e pervicacia a proporre subito in alternativa
all’emendamento dichiarato inammissibile un ordine del giorno, per quel
che vale come segnale politico, e a costringere il governo ad
accoglierlo e a farlo suo.
Citiamo dal resoconto stenografico della seduta : “ L'emendamento 9.304
è stato ritirato ed è stato trasformato nell'ordine del giorno G9.304,
sul quale il relatore ed il Governo si sono già pronunciati
favorevolmente. PAGANO (AP (NCD-UDC)). Domando di parlare. PRESIDENTE.
Ne ha facoltà. PAGANO (AP (NCD-UDC)). Signor Presidente, aggiungo la
mia firma all'ordine del giorno G9.304. PRESIDENTE. Essendo stato
accolto dal Governo, l'ordine del giorno G9.304 non verrà posto ai
voti.”
L’O.D.G. TORRISI è rubricata al G9.304 (già em.9.304)
e così recita:
Il Senato della Repubblica,
in sede di esame del disegno di legge n. 1577-A, recante norme di
riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche,
premesso che:
nel riordino della dirigenza pubblica di cui all'articolo 9 del
richiamato provvedimento, è prevista l'istituzione di ruoli unici della
dirigenza;
da tali ruoli unici si prevede l'espressa esclusione della dirigenza
scolastica senza assegnarle alcuna altra collocazione nell'ambito della
dirigenza pubblica,
rilevato che:
in un altro importante provvedimento varato dal Governo ed attualmente
in esame alla Camera dei Deputati recante «Riforma del sistema
nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle
disposizioni legislative vigenti» (DDL «BUONA SCUOLA»; AC 2994) si
prevede in diversi articoli e in maniera diffusa un accrescimento delle
responsabilità gestionali e di governance della dirigenza scolastica
per portare a compimento gli obiettivi di riforma;
entrambi i disegni di legge delega di riforma vanno ad incidere dunque
sullo status dei dirigenti delle scuole, secondo tuttavia logiche
diverse e in parte fra loro contraddittorie col risultato che quello
che si delinea da una parte, ovvero una dirigenza «piena» quanto a
compiti, funzioni e responsabilità viene marginalizzato dall'altra con
l'esclusione dal ruolo unico della dirigenza dello Stato,
considerato che:
il persistere della espressa previsione di esclusione della dirigenza
scolastica dalla disciplina che inquadra tutti i rimanenti dirigenti
pubblici creerebbe un vulnus alla capacità di agire efficacemente nello
svolgimento delle proprie funzioni della stessa dirigenza dal momento
che a tale esclusione non si accompagna l'individuazione di una
destinazione diversa, di livello almeno corrispondente,
impegna il Governo:
ad adottare quindi le opportune iniziative, anche in sede di
decretazione attuativa, volte a definire una disciplina chiara e
omogenea che garantisca la coerenza dell'indirizzo politico del Governo
provvedendo con riferimento al profilo, alla condizione e
all'inquadramento della dirigenza scolastica, a ricondurre ad una
logica unitaria i due provvedimenti citati nel senso del pieno
riconoscimento della funzione gestionale e amministrativa del dirigente
scolastico e pertanto valutare la sua progressiva confluenza
all'interno dei ruoli unici dello Stato;
a valutare anche una classificazione dei ruoli dei dirigenti, nel senso
di due sole distinte «classi», uno relativo a ruoli professionali
(medici, dirigenti tecnici, ricercatori) e l'altro a ruoli gestionali
(dirigenti amministrativi e scolastici) caratterizzati quest'ultimi
dalla responsabilità della gestione delle risorse umane e strumentali,
oltre che da autonomi poteri connessi allo svolgimento delle varie
funzioni affidate.
Il senatore Salvo Torrisi ha colto nella sua chiara e definita
formulazione dell’o.d.g. sia le aporie legislative in corso sia le
indecisioni del governo a riconoscere quella che si configura sin’ora
come una ingiusta penalizzazione per i dirigenti scolastici.
Al sen. Torrisi Salvo in particolare vanno i ringraziamenti e gli
apprezzamenti più sentiti di tutti gli 8.000 “ presidi “ in ansia per
il loro destino professionale.
Il provvedimento passerà ora alla Camera dei deputati e li riprenderemo
la battaglia per ottenere ciò che al Senato è stato impossibile
ottenere; gli emendamenti verranno ripresentati puntualmente dai
deputati sensibili alle legittime aspettative della categoria con una
relazione tecnica di accompagnamento ove si disamina attentamente e in
profondità la questione della invarianza della spesa, sol che si valuti
che la retribuzione di posizione e di risultato costituirà oggetto di
azzeramento per tutta la dirigenza statale con relative confluenze di
tutti i fondi delle attuali 8 aree in un solo Fondo Unico Nazionale che
sarà compito della prima contrattazione nazionale, successiva
all’approvazione della riforma, ripartire a tutti i nuovi soggetti
inclusi nell’unica area nazionale della Dirigenza dello Stato.
Salvatore
Indelicato
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