Solo
chi ha vissuto quei giorni - ancorchè giovane o giovanissimo - può
confermare come l'essere cattolici non era solo
un'etichetta, un dato anagrafico , qualcosa di formale insomma,
ma un impegno: la chiara coscienza che il cristiano è anche un
cittadino pleno iure. con pienezza di diritti e di doveri per il
bene comune della nostra "Nazione", della nostra "Patria": termini
oggi caduti in disuso....
Nel nostro caso la Nazione ( che in ultimo vuol dir
nascimento, cioè coscienza dell'essere nati e cresciuti e vissuti in
una Comunità cristiana ) correva seriamente il rischio di essere
aggregata - come avverrà con altre Nazioni europee - al mondo
comunista che apertamente professava l' ateismo di
stato come uno stadio più avanzato e progredito dell'uomo in nome
dell'uguaglianza, della giustizia sociale, dell'emancipazione
dell'uomo; e additata la Russia ed il mondo sovietico in
genere gravitante intorno ad essa, come una specie di paradiso
terrestre. Ma nessun italiano aveva mai visto questi
paradisi sovietici. Al contrario si sapeva di certo delle
persecuzioni patite in quei luoghi da tanti sacerdoti e prelati e
semplici fedeli che con quei sistemi avevano fatto duramente i
conti rinchiusi dentro quella che fu chiamata " la cortina di
ferro " priva d'ogni barlume di libertà. Duemila anni di cristianesimo
non erano stati bastanti per dare all'uomo la libertà ( anche
religiosa ) suo inalienabile diritto, fondamento della sua
stessa dignità di essere umano. Joseph Stalin - più tardi ripudiato
dallo stesso suo popolo come un crudele tiranno - aveva anche detto
sarcasticamente, in odio al cristianesimo di quante
divisioni disponesse il Papa di Roma...
Aggiungasi che il Partito Comunista Italiano - nel quale regnava
sovrana la filosofia leninista ( la più machiavellica che si potesse
concepire ) della conquista del potere per via democratica era
anche il partito comunista più numeroso dei paesi dell'occidente.
Numeroso ed organizzato dai suoi capi che non si mostravano col volto
truce di una rivoluzione sanguinaria, ma col volto benevolo dei
fautori del progresso e della felicità dei cittadini e della Patria.
Poco prima del 18 aprile i comunisti avevano avuto successo in
alcune competizioni elettorali locali ed essi stessi si sentivano ormai
vicini e quasi ad un passo dalla conquista del potere. Tutto ciò non
poteva non allarmare le forze cattoliche e particolarmente la
Sede Apostolica del Successore di Pietro e con lui tutto il
popolo cristiano ! La partita in gioco era della massima
importanza perché la vittoria comunista appariva alle porte e
bisognava evitarla. Il cattolicesimo disponeva di molte risorse che
bisognava sensibilizzare e schierare in campo quanto
più rapidamente ed efficacemente possibile. Il laicato cattolico
e l'Azione Cattolica in particolare ( che disponeva allora d'un'
imponente schiera di tesserati ) non mancò all'appello. Occorreva
coordinare le forze farle agire capillarmente in ogni città,
smascherare le ipocrisie e le falsità propalate dai dirigenti comunisti
per confrontarsi liberamente con loro nelle urne, far trionfare
anche quei principi della nostra Costituzione Repubblicana (entrata in
vigore da pochi mesi, il 1 gennaio 1948 ) apertamente
informati all'ideale di una Giustizia Sociale
cristiana. Luigi Gedda - Fondatore , nel 1942, in piena
guerra della Società Operaia del Getsemani - e dirigente
dell'Azione Cattolica - avvertì il grande dovere morale di
organizzare il laicato cattolico intorno ad una nuova opera - che si
rivelò efficientissima : i "Comitati Civici" ch'ebbero un ruolo
fondamentale per la vittoria elettorale del mondo cattolico sotto
le insegne della "Democrazia Cristiana". Ciò fa parte della"Storia" del
'900.
Giustizia e Pace
Centro Italiano di Studi Giuridici e
Sociali
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Piedimonte Etneo - Catania