L'EXPO di Milano 2015
è l'occasione per parlare della nutrizione del
pianeta; e come parlarne a prescindere dal concetto ribadito dal Papa
della lotta alla "cultura dello scarto"? Ne approfittiamo per lanciare
una proposta: che questa manifestazione universale abbia come
riferimento un Santo protettore che simboleggi l'idea della lotta alla
cultura dello scarto.
Esiste una pagina del vangelo che viene riportata da tutti gli
evangelisti, ma solo uno dei quattro ne fa un particolare
sottolineatura che a questo proposito cade a pennello. La pagina è
quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci (in tema con
l'argomento dell'EXPO: "Nutrire il Pianeta"). Mentre tutti gli
evangelisti riportano il fatto delle ceste di viveri avanzate alla fine
della vicenda, solo uno, Giovanni, ricorda e sottolinea un particolare:
le parole di Gesù dette proprio in quello specifico momento che sebbene
poche, anche in quel caso non sono di secondaria importanza.
Infatti così Gesù si esprime: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché
nulla vada perduto» (Gv 6,12). Parole forti che però la sensibilità di
solo uno degli astanti ha colto, e per questo mostra un'attenzione
particolare al problema: raccogliere gli avanzi non è "non sporcare", o
"non sprecare". E' rispettare l'alimento, la produzione, il cibo (che
oggi invece va incontro ad un vergognoso spreco). E quindi rispettare
il lavoro dell'uomo e la creazione di Dio. Chi le cita e se ne ricorda
mostra una sensibilità particolare a questo tema.
Tema spinoso: la metà del cibo che viene prodotto nel mondo, circa due
miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura, benché sia in gran
parte commestibile. Il dato emerge da un rapporto del gennaio 2013
dell'Institution of Mechanical Engineers, associazione degli ingegneri
meccanici britannici. Fra le cause di questo spreco di massa ci sono le
cattive abitudini di milioni di persone, che non conservano i prodotti
in modo adeguato.
Ma anche le promozioni che spingono i consumatori a comprare più cibo
del necessario, i numerosi passaggi dal produttore al consumatore nelle
catene di montaggio dei cibi industriali. Su questo insiste il mondo
ecologista, in cui però dobbiamo fare una piccola distinzione: esiste
un ecologismo catastrofista che pur in buona fede vive in ragione della
paura della fine delle risorse; e un ecologismo positivo che non spreca
e non sfrutta per puro rispetto e meraviglia verso quello che ci
circonda.
"Perché nulla vada perduto" apre a questa seconda visione perché è
frase detta da Chi ben sapeva che il problema non era la paura che
"altrimenti finisce", dato che avendo sfamato centinaia di persone
evidentemente non aveva problemi di quantità o di ripeterlo; e che
sottolinea che il vero problema dello spreco (ed ecco come il tema
dell'EXPO c'entra a pennello) èil rispetto che si deve a qualunque
minuscolo tratto della creazione, di cui nulla è inutile, nulla è senza
senso.
Ecco allora la proposta di proporre san Giovanni evangelista patrono
della manifestazione EXPO milanese, perché tra tutti i testimoni di
quella serata in cui centinaia di persone furono sfamate, è quello che
ha avuto la maggior sensibilità a captare, ricordare e riportare le
parole di Cristo sul significato anche del rispetto dell'ambiente, del
cibo e della natura.
Il cibo non solo non va sprecato, ma va rispettato. La tradizione
popolare faceva sì che venisse benedetto, che si vietasse di giocarci,
che quando avanzava non venisse buttato ma riciclato come concime, come
mangime, come base per tanti piatti di cucina povera.
Eppure oggi il cibo viene vilipeso, viene scartato, viene usato in
trasmissioni televisive come materiale di spreco, viene insomma
desacralizzato: perché se ne ha troppo? perché è facile acquisirlo?
perché non è ricco e noi sappiamo dar valore alle cose solo in base al
valore economico? A fronte dei miliardi di tonnellate di cibo gettato
nella spazzatura, c'è un miliardo di persone al mondo che non ha
accesso a sufficienti risorse alimentari. Risacralizzare il cibo
significa risacralizzare la vita, soprattutto quella di chi è ai
margini. Un Patrono con la sensibilità che abbiamo ora illustrato può
essere un buon riferimento.
Carlo Bellieni - Zenit.org