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"La Sicilia" di sabato 11 aprile è stata resa nota la notizia: "Dà alle
fiamme un'auto e per un istante resta a guardare, forse incredulo di
averlo fatto davvero". Il fatto è accaduto a Pedara nel
parcheggio davanti alla scuola dell'istituto comprensivo «Casella»,
mentre era in corso una riunione dei docenti.
Secondo le testimonianze, un adolescente, dall'apparente età di 15
anni, con un contenitore pieno di liquido infiammabile, si è avvicinato
all'auto del preside della scuola pedarese, il prof. Fernando
Rizza, ha versato il liquido sopra la nuovissima monovolume
e con un accendino ha appiccato il fuoco.
«La responsabilità di questo gesto
- ha detto il vicesindaco Antonio Fallica - coinvolge l'intera comunità e offende la
dignità di noi tutti e di coloro che si impegnano per garantire ai
nostri figli una scuola di qualità».
I carabinieri hanno avviato le indagini per individuare l'autore e
capire il perché di un gesto così sconsiderato.
La cronista Ornella Ponzio chiude l'articolo con alcune domande:
Una ritorsione di un ex alunno, un
atto dimostrativo o di coraggio agli occhi degli amici?
O una deprecabile bravata, sfuggita
completamente di mano a un ragazzo, forse non del tutto consapevole di
aver messo a repentaglio anche la sua vita.
Esprimendo al preside Rizza la cordiale solidarietà per
l'accaduto, è giunta la seguente risposta:
"Grazie. Sono sempre più convinto che
la risposta può essere solo in un'educazione che permetta di dare senso
alle cose e alle proprie azioni, rispetto alla superficialità
dell'agire e del vivere che sembra distinguere i nostri tempi".
Ecco come la centralità dell'educazione viene messa al primo posto e la
sensibilità pedagogica prevale sugli eventi. Al di là delle riforme e
delle proteste, il cuore della scuola sono gli studenti che hanno
bisogno dell'aiuto di educatori attenti e vicini.
Insegnare a "pensare prima di agire"
è un compito che appartiene a tutte le discipline. Chi agisce senza
pensare è come se camminasse a testa in giù e piedi in aria. Non potrà
fare molta strada.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it