Il
ministro Giannini, nell'intervista rilasciata a La repubblica, ha
affermato: "Il preside della Buona Scuola è un leader educativo. E' una
persona che viene dal mondo della scuola, una sorta di
'preside-rettore', cioè una persona che si mette al servizio nel suo
mondo di appartenenza con strumenti e poteri che gli permettono di
prendere decisioni".
Un'asserzione sintomo di un abissale disorientamento: la finalità del
sistema educativo è sconosciuta, il sistema di regole in cui la scuola
è immersa è ignoto così come i dettami delle scienze
dell'organizzazione.
PRESIDE LEADER EDUCATIVO: una concezione che contrasta con il decreto
legislativo 27.10.2009, n° 150 - dirigenza pubblica - art. 37 che
"rafforza il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e
controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione
amministrativa spettanti alla dirigenza".
UNA SORTA DI PRESIDE-RETTORE: non è stata colta la profonda differenza
che separa la mission dell'università da quella della scuola. La prima
si caratterizza per la trasmissione di conoscenze, la seconda si
sostanzia "d'apprendimento .. nello sviluppare le capacità e le
competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche,
coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate
all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con
riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea" [legge 53/2003].
IL PRESIDE DISPONE DI STRUMENTI E DI POTERI CHE GLI PERMETTONO DI
PRENDERE DECISIONI: il problema educativo è complesso. Non può essere
semplificato. Deve essere gestito.
La dottrina postula: la struttura gerarchico-militare, proposta dal
ministro, è inefficace se applicata a problemi di ampie dimensioni.
Questi sono da scomporre, sono da identificare i soggetti cui affidare
la soluzione dei sottoproblemi, sono da incrociare le responsabilità
per autoregolare il sistema.
L'attività del dirigente scolastico è il cardine della vita della
scuola, non sono ammessi equivoci: vincola gli organismi collegiali
alle responsabilità delle loro funzioni attraverso ordini del giorno
mirati, per portare a unità la gestione.
Enrico Maranzana