C’erano
un americano, un inglese ed un italiano…, no, non è l’inizio di una
barzelletta, è l’inizio di un evento straordinario che resterà in
eterno nel cuore e nella memoria di tre docenti, Stephen Ritz (statunitense), Richard Spencer (inglese) e Daniele Manni, docente di
informatica dell’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce. I tre docenti
giovedì scorso sono stati convocati in Vaticano in rappresentanza di
tutti e 50 i finalisti al “Global Teacher Prize - Premio Nobel per
l’Insegnamento” per incontrare il Santo Padre, Papa Francesco. Il tutto
è avvenuto in occasione del 4° Congresso Mondiale di Scholas
Occurrentes (dal 2 al 5 febbraio), la rete internazionale di scuole
nata anni fa con pochi giovani a Buenos Aires per volere dell'allora
Arcivescovo Bergoglio. Oggi conta 400mila scuole statali o religiose,
sparse nei 5 continenti, connesse tra loro attraverso sport, arte e
tecnologia.
A chiusura del congresso, Papa Francesco ha voluto incontrare la
delegazione dei finalisti al “Nobel” per l’insegnamento per conoscerli
e congratularsi personalmente per l’importantissimo traguardo raggiunto
e, soprattutto, per le motivazioni che hanno permesso ai 50 docenti di
essere sul quel podio. Insieme ai docenti, il Papa ha incontrato anche
Sunny Varkey, fondatore della fondazione che cura il “Global Teacher
Prize”, la Varkey Gems Foundation, e Vikas Pota, esponente della stessa
fondazione.
Nell’incontro personale con il docente salentino, il Papa lo ha
incoraggiato a continuare a dare tutto se stesso ai propri studenti e
alla comunità, sottolineando ancora una volta quanta importanza abbia
il ruolo dell’insegnamento. Daniele Manni ha poi avuto l’onore di poter
omaggiare il Papa con un dolce salentino di grande valore simbolico, il
PanCuore, realizzato esclusivamente con prodotti del territorio dal
maestro pasticciere Giovanni Venneri e dedicato all’Associazione
Lorenzo Risolo - ALR.
«Una cosa che mi preoccupa molto è quella dell’armonia – ha detto Papa
Francesco agli operatori dell’istruzione presenti – che non è
semplicemente raggiungere dei compromessi o intese parziali. L’armonia
è, in un certo senso, creare una comprensione delle differenze,
accettarle e fare in modo che si armonizzino. Se è vero che “non
cambieremo il mondo se non cambieremo l’educazione”, c’è oggi una
difficoltà: il patto educativo tra famiglia, scuola, patria, cultura si
è spezzato. La conseguenza è che la società, la famiglia e le varie
istituzioni delegano l’educazione ai docenti, di solito malpagati, che
portano sulle spalle questa responsabilità. Se non hanno successo si
recrimina contro di loro, ma nessuno rimprovera le varie istituzioni
che hanno delegato il patto educativo. Solo se tutti i responsabili
dell’educazione dei nostri giovani si armonizzano, allora l’istruzione
potrà cambiare. Per questo, Scholas cerca la cultura, lo sport, la
scienza, cerca di costruire ponti».
Il “Global Teacher Prize”, alla prima edizione, è una sorta di Premio
Nobel per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di ogni Paese
nel mondo e verrà assegnato a un insegnante eccezionale che abbia dato
uno straordinario contributo alla professione. E’ promosso dalla Varkey
GEMS Foundation, un’organizzazione internazionale impegnata nel settore
Education. A dicembre si è conclusa la prima fase del premio e su 5.000
segnalazioni e 1.300 candidature idonee sono stati selezionati 50
finalisti al mondo. A metà febbraio si conosceranno i dieci finalisti
che continueranno a “correre” e il 16 marzo sarà comunicato il
vincitore assoluto della competizione, il quale riceverà come premio 1
milione di dollari.
Tra questi finalisti, 9 sono europei, 2 gli italiani: Daniela Boscolo e
Daniele Manni. La Boscolo insegna presso l’Istituto “C. Colombo” di
Porto Viro (Ro) mentre Manni insegna informatica dal 1990 presso
l’Istituto “Galilei - Costa” di Lecce. I suoi studenti fanno tutti il
tifo per lui e hanno persino creato una specifica fan page su Facebook:
“A Daniele Manni il Nobel per l’Insegnamento” - https://www.facebook.com/manni4nobel
I candidati sono giudicati del Global Teacher Prize in base a quattro
criteri principali: capacità di innovazione, capacità di aprire la
mente dei propri alunni, contributo offerto alla comunità e
incoraggiamento dato per abbracciare l’insegnamento. Detto questo e
considerata la “storia” del prof Manni (che segue), si comprende bene
perché è fra i 50 finalisti al mondo e si comprende anche perché
l’Istituto “Galilei - Costa” si è guadagnato il titolo di “scuola più
premiata d’Italia”.
Alcuni collegamenti utili:
Global Teacher Prize: http://www.globalteacherprize.org
50 finalisti nel mondo: http://www.globalteacherprize.org/top-50-finalists
Fanpage su Facebook: https://www.facebook.com/manni4nobel
Servizio sul Congresso: http://it.radiovaticana.va/news/2015/02/06/papa_scholas_occurrentes_esempio_di_armonia/1121828
territori@clio.it