Uno pensa: che belli i
giorni del dopo-festa! Finalmente potrò finire quel pezzo di
"schiacciata" in tutta calma e senza più estetici sensi di colpa;
e pure di quel torroncino potrò rifarmi, rifiutato nel tempo della
baldoria e della sovrabbondanza!
Ma poi ci ripensa: che triste il dopo-festa! I miei figli han
fatto già le valige, le vacanze per loro sono finite; e se ne
vanno, e partono per terre assai lontane, dove hanno il lavoro. La casa
si svuota. Al centro della tavola da pranzo sola è
rimasta civettuola l'orchidea screziata che ho regalato a
mia moglie per il nostro anniversario di matrimonio; da giorni
reclama discreta un bicchiere d'acqua per riprendersi e
rifiorire; anche l'albero non gongola più di luci, né
d'angioletti colorati; vendemmiato, appartato nell'angolo
vicino al pianoforte, spossato dopo le feste, sogna il suo
riposo annuale in garage, dentro il baule ricolmo di tutte
"le buone cose di pessimo gusto".
La festa è finita; è l'ora degli addii, e cambia la musica degli
affetti, lo scambio degli abbracci tradisce antiche emozioni, e ansie
ancestrali, e oscure paure che non si dicono ma si leggono negli
occhi di chi resta. Di mamma e papà.
Augurando a tutti i lettori di Aetnanet. Un sereno e prospero Anno Nuovo
Nuccio Palumbo