Auguri, dunque; coraggio ne abbiamo da vendere: di anno
in anno ci rinnoviamo gli auguri, riempiendo le pagine di facebook
d’immagini natalizie, alberi di Natale, fiocchi rossi e quant’altro
faccia pensare a festività e allegria. Ma forse dobbiamo considerare
nel novero dei “coraggiosi” quei trentacinque esseri umani che nel 2014
hanno deciso di liberare se stessi dalle problematiche della vita
suicidandosi. 35 accertati, ma per altri (lavoratori o disoccupati),
non si è proprio certi delle cause, e non conteremo i tanti tentati
suicidi. L’età media va dai 45 ai 60 anni. A “inaugurare il 2014,
sabato, 01 febbraio, a Firenze è stato un Commerciante 36enne che si è
suicidato impiccandosi nella sua abitazione. Chiaramente non
intendo farvi (e farmi), gli auguri per il 2015 continuando con
l’elenco e le previsioni per il prossimo anno, Certamente però vorrei
ricordare a quanti (del mondo di sopra), spetterebbe aiutarci a vivere
in maniera perlomeno a limite della tranquillità, che ognuno di quei
suicidi dovrebbe rappresentare per loro un pastore nero da porre nel
loro virtuale presepe, o una “decorazione“ lugubre da appendere al loro
virtuale albero di Natale.
Tuttavia, cari Italiani come me, non più di serie B (come avrei detto
per il 2013), ma “del mondo di sotto”, come ho sentito qualcuno “del
mondo di sopra e del mondo di mezzo” definirci, noi dobbiamo continuare
a camminare a testa alta e dimostrare di essere cittadini di serie A,
riuscendo a mantenere il decoro e perseverare nel coltivare il nostro
magro orticello. A ragione di ciò, benché tante cose ci spingerebbero a
evitarlo, desidero fare a voi, persone in cui mi riconosco, gli auguri
più sentiti e affettuosi, per il nuovo anno. Quel 2015 che già è alle
porte e mi fa pensare a Leopardi e a quel suo “Dialogo di un venditore
di almanacchi e di un passeggere”. In pratica, chiedendo il passeggere
al venditore se spera in un anno migliore, ovviamente questi risponde
di sì, come faremmo anche noi, oggi. Ma quando gli chiede a quale anno
del passato vorrebbe che l’anno nuovo assomigliasse, il venditore di
almanacchi non ne trova nessuno che vorrebbe rivivere.
I miei auguri NON sono dunque rivolti ai politici italiani, cittadini
del “mondo di sopra”, che NON ne hanno bisogno: pur nel caos della vita
italiana che sembra sempre più sommersa dagli scompensi, la loro vita
NON percepisce scossoni dall’instabilità dell’Italia odierna. Il
nostro Pontefice, cui vanno i miei più cari auguri, continua a esortare
il mondo a una vita dedicata ai valori ritenuti importanti e la Piazza
di San Pietro è sempre gremita da ascoltatori. Vero è che Marx, pur
definendo la religione la più bella delle favole la accusava, anche, di
essere l’oppio dei poveri. Questo perché, uscendo purificati e buoni
dalle Chiese del mondo, siamo tutti più portati al perdono e
all’accettazione di ogni male terreno, in vista del bene supremo del
Paradiso. Intanto, per non smentirsi, i nostri politici cercano accordi
sulla figura di quello che dovrà occupare il posto del nostro attuale
Presidente della Repubblica che, certamente (la vita ha di giusto che
pone un fine a tutti), dovrà lasciare il posto a un altro. In vista del
bene comune e della necessità di questa scelta i nostri politici, pur
abituati a offendersi l’uno con l’altro (cercando insistentemente di
gettare il peso della vergogna su un'altra classe politica, o un altro
politico), dovranno trovare un accordo, tra dare e avere, giacché
l’Italia deve avere un Presidente della Repubblica. Quindi: sotto
l’albero della necessità, pieno di colorate palline natalizie, tra
messaggi, incontri, litigi più o meno sotterranei, troveranno un
accordo. E neanche per questo hanno bisogno dei miei auguri. Roma sta
ancora tentando di scrollarsi di dosso la vergogna, ribaltando a
qualsiasi livello (regionale, provinciale, comunale o di Uffici sul
territorio), la colpa dall’essersi fatti i fatti propri prima di quelli
dei cittadini, ma vi è abituata da secoli visto che Giugurta, re della
Numidia, morto a Roma nelle carceri Mamertine 2150 anni fa (circa),
dopo avere da prima salvato la pelle corrompendo il Tribuno Caio Bebio,
annotò:-“Omnia Roma Venalia Sunt”. Ossia: tutti e tutto a Roma (e
intendeva la Roma imperiale), si può comprare e vendere. Come non
comprendere la necessità dei nostri politici?
Almeno di quelli (non li ho contati), che per ovvie necessità naturali
abbiano mangiato, bevuto, fatto mangiare e fatto bere (ma sono
necessità primarie) amici e parenti e siano stati costretti
(riuscendoci o meno), a dimostrare che così non fosse. Una bella
fatica, insomma, dei cittadini “del mondo di sopra e di mezzo”,
difendersi ricordando di non essere stati i soli, chiamando in causa
altri, con il rischio che, a far cadere un birillino, venissero dietro
birilli più grandi. Ma anche ai tempi del “Re Sole”, quando scoppiò un
terribile scandalo zeppo di veleni, a un certo punto si dovette porre
fine alla cosa e il terribile scandalo, in capo a qualche anno venne
dimenticato. Perché, ovvio: la nobiltà, grazie ad un colpo di spugna
del re, preoccupato delle ricadute politiche sulla corte, riuscì a
venirne fuori alla men peggio. Anche all’epoca a pagare furono
soprattutto i borghesi e i piccoli nobili citati dalla Voisin nei suoi
diari. Suicidi (?) e fughe completarono il silenzio. Non ci resta
che continuare a farci glia auguri per questo 2015 a tutti i cittadini
“del mondo di sotto”, come me: coloro che, pur avendo fatto i regali di
Natale e delle feste comandate, con uno sguardo al portafoglio (o al
conto in banca), piuttosto vuoto, hanno dovuto abbassare i regali ai
livelli di guardia e malgrado ciò si siano ritrovati più poveri…
Coloro che, dovendo pensare al cenone di Natale, si sono accordati con
i parenti che lo avrebbero condiviso, perché ciascuno portasse
qualcosa… ossia: “Io offro la casa, i piatti in tavola, lo spumante, il
pane e magari al primo, e tu porti il merluzzo, Giovanni compra la
frutta, Teresa provvede ai contorni, Gelsomina pensa alle cassatine”… e
così di seguito… Puntini sospensivi: la psicologia riconosce che la
presenza di questi in un testo scritto dimostri nello scrivente un
momento di depressione, l’incertezza della vita… Pagata anche dai
commercianti che venderanno sempre meno di quanto vorrebbero vendere.
Mi ripeterò dunque come per il 2014 facendo gli auguri a tutti quelli
che, in questo Natale e in questo fine d’anno 2014, si percepiscono
pieni di puntini sospensivi. “Accisi” dalle accise, dall’aumento del
gasolio, dell’elettricità, del gas, della benzina e persino delle
candele. “Accisi”, dall’IVA che pesa su ogni cosa acquistata (ammesso
che si possa acquistarla), in fila il 27 di dicembre davanti alle poste
aperte a turno, per pagare le tasse non ancora pagate e le multe di
tutti i tipi, laddove ogni affamato Comune d’Italia si è messo in moto,
con i propri vigili, per pescarti in ogni possibile contravvenzione, da
quella di divieto di sosta all’altra che dimostra come tu non avessi
entrambe le mani sul volante e che sostiene tu “stessi usando il
cellulare”, anche se stavi soltanto prendendo una caramella dal
pacchetto. Distraendosi, pare, dal fermare le vetture superveloci che
fanno la gara in autostrada facendo lo slalom tra le macchine e da
quanti parlano tranquillamente al telefono guidando in tangenziale.
Cosa accaduta “ugualissima” nell’anno precedente. Desidero fare anche
in questo 2014, gli auguri agli Italiani che hanno invaso, in questi
giorni festivi, le strade e le piazze delle loro città (compreso le
farmacie di turno, purtroppo), in quanto NON potevano permettersi la
più piccola fuga verso altri centri che non fossero quelli della
propria città e ai tanti che hanno parenti ammalati che forse non
vedranno affatto il 2015. A quelle persone li faccio, davvero, con
affetto, come se li conoscessi uno a uno. Auguri a chi non sa come
trovare il denaro neanche per i bambini e a tutte quelle brave, care
persone che per adesso, in mancanza di fondi, la famiglia NON possono
ancora concedersela.
In questi giorni festivi, dove noi Cristiani Cattolici Apostolici
Romani poniamo il bambinello nel presepe; in questi giorno festivi in
cui anche chi non lo è, vorrebbe potere festeggiare serenamente un
qualche giorno libero dal lavoro e fa i conti con il capitone che costa
troppo ed è divenuto ancora più viscido, oppure vorrebbe fare gli
spaghetti con le vongole, che non contengano sabbia…
Sarebbero davvero tanti gli auguri, senza dimenticare i genitori e gli
insegnanti di quei ragazzi che vanno a scuola senza credere più che il
loro diploma gli offrirà l’Università (a numero chiuso o costosissime),
che anche quest’anno, coll’approssimarsi di novembre hanno ammorbato le
aule con la creolina, alluvionato le scuole e si sono dedicati alle
“occupazioni” degli edifici scolastici prima delle feste. Ma anche a
quei ragazzi cui dovremmo concedere di credere ancora nella giustizia
(non quella della depenalizzazione, che terrà fuori delle carceri chi
dovrebbe, di diritto, stare dietro le sbarre), nella lealtà, nel
dovere, nel rispetto e nei principi basilari che sono apparsi così
lampanti ai nostri padri dopo la seconda guerra mondiale. Auguri a
tutti quegli universitari che NON credono più nella laurea come
opportunità certe di lavoro. A quanti hanno già speso la tredicesima di
Natale prima del 23 dicembre, ai pensionati con meno di 1000 euro
mensili, a coloro che NON hanno ricevuto la tredicesima a Natale e non
vedranno mai la pensione. A quanti NON hanno ricevuto neanche lo
stipendio, a quanti hanno perso il posto di lavoro perché il loro
datore di lavoro ha chiuso i battenti della fabbrica o si è suicidato,
a quanti nell’anno 2015 dovranno vedere dove sbattere per il posto di
lavoro, a causa della nascita delle “città metropolitane”, ma anche a
quanti attendono un posto d’insegnante da anni e “passano di ruolo” al
tempo della pensione ed anche a quanti sulla pensione NON giungeranno
per nulla. Mi ripeterò forse, nel mio plauso a tutta quella brava gente
che davvero fa sì che una Italia esista ancora, con uno sguardo di
speranza a questo Papa mandato a fare pubblicità a una religione che
rischia brutto e sperano anche che lo stesso si faccia con una
presidenza della repubblica rappresentativa, davvero, della
Costituzione Italiana, di una magistratura che operi per il bene del
popolo, capace a fine anno 2016 di un discorso “Agli italiani” che
venga ascoltato, non dico come con il Papa a Piazza San Pietro, ma
almeno- se a reti unificate- non veda unificata la voglia di spegnerlo,
ogni televisione, per non ascoltarlo affatto. Un solo augurio mi sento
di fare ai nostri rappresentanti, che sono al Governo dell’Italia e
neanche ci sono con i nostri voti: che guardandosi allo specchio il
mattino si pongano infine la domanda se non sia il caso di cambiare
mestiere e se il posto che la vita gli ha concesso di occupare se lo
stiano davvero meritando. Infine: che la cometa di Natale li illumini
(e non li fulmini).
Bianca Fasano
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