Al
Parlamento europeo di Strasburgo,
Etica cristiana e politica possono (e debbono!) andare
d'accordo, pena il declino rovinoso della civiltà europea. Questo
- a mio modesto parere - il messaggio laico-cristiano più
caratterizzante, e più coraggioso e forte, emerso dal discorso di
papa Bergoglio, del 25 novembre scorso al Parlamento europeo.
Coraggioso discorso, ove si pensi che le fonti, cui la politica
"della realtà effettuale" europea ininterrottamente attinge da
oltre cinquecent'anni a questa parte, provengono più dall'uso
"strumentale" del magistero del Principe di Machiavelli, che dal
cristianesimo e dalla morale cattolica!
Ora, un papa, chiamato Francesco, semplicemente, ma fermamente, tuona
contro quel magistero, e condanna tutti i machiavellismi perversi. La
politica che persegue il bene comune, che rifiuta la logica dello
scarto e dell'emarginazione dei più indifesi, quella che proclama
a tutto fiato ogni giorno di voler difendere la dignità e il rispetto
della persona, i diritti dei lavoratori e del lavoro, i valori
della pace e della solidarietà, la sacralità dell'essere umano, i
valori della famiglia, il futuro dei giovani ecc.
ecc., non può essere una politica separata dalla morale
cattolica: non può ignorare, cioè, l'annuncio evangelico.
Purtroppo, il nostro tempo, gli uomini del nostro tempo, la cui
mentalità economicista dominante tende sempre più a defraudare
l'uomo della sua spiritualità, sembrano averlo dimenticato
codesto magistero del vangelo.
Scriveva già, nel 1819, il laico cristiano Manzoni
nelle sue "Osservazioni sulla morale cattolica":
"Sono convinto che essa [la
morale cattolica] è la sola morale santa e ragionata in ogni sua parte;
che ogni corruttela viene anzi dal trasgredirla, dal non conoscerla, o
dall'interpretarla alla rovescia [...] Tutto si spiega col Vangelo tutto
conferma il Vangelo".
Così, pure il Papa, nel suo discorso al Parlamento europeo di
Strasburgo, del 25 novembre scorso.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com