Rifiutiamo con
sdegno e senso di forte tristezza il
documento redatto dall'assemblea dei "lavoratori"
del Liceo Cannizzaro di Palermo con il quale si minacciano alunni e
famiglie di denunce penali e di provvedimenti disciplinari in relazione
all'occupazione avviata dagli studenti. Troviamo sconvolgente che degli
educatori affrontino il disagio giovanile e le rivendicazioni contro la
buona scuola di Renzi con logiche repressive ed oppressive, abdicando
alla loro funzione docente e demandando tutto a forze dell'ordine e
magistratura. Inquietante è leggere in un documento di educatori e
lavoratori quanto segue: "gli studenti sono
stati informati con chiarezza sulla
gravità dell'azione che intendevano mettere in atto,la quale,al
verificarsi delle condizioni previste descritte dal codice penale
rispettivamente agli artt. 331 e 633, avrebbe integrato gli estremi di
almeno due reati: interruzione di pubblico servizio ed
occupazione di edificio pubblico,precisando, inoltre, che in
questa prospettiva si inseriva anche la responsabilità dei
genitori, esercenti la patria potestà, per i comportamenti messi
in essere dagli alunni minorenni".
Lavoratori della scuola che vivono costantemente accanto ad alunni e
famiglie, che ogni giorno sentono sulla propria pelle la difficoltà
della relazione educativa e la diminuzione degli spazi di democrazia,
che in questi giorni sono costretti ad affrontare il piano Renzi fatto
di valutazione, performance e controllo sociale, non possono utilizzare
la minaccia e la delazione come modalità relazionale con la complessità
della quotidianità della scuola.
Cari colleghi, con questo documento avete perso tutti l'occasione per
adempiere alla funzione di educatori che guidano i propri alunni,
capaci di ascoltarne il disagio, stimolare il pensiero critico e anche
rispettarne gli errori(sempre che lo siano).
USB Scuola Palermo
palermo.scuola@usb.it