«Il sistema
delle graduatorie non garantisce la scelta della qualità del servizio
da offrire agli studenti». A parlare è Salvatore Consolo, preside del
liceo classico. «Essere primi in graduatoria - dice - non sempre
significa essere più bravi di chi segue. Ci vorrebbe maggior autonomia
attribuita alle scuole nella scelta del personale, anche supplente, e
questo soprattutto se si vuole che il dirigente renda conto del
servizio offerto, in una logica di "accountability". In conclusione: il
sistema avrebbe bisogno di alcuni correttivi migliorativi, da mettere a
punto con la finalità di migliorare la qualità dei servizi offerti».
Anche il provveditore Claudio Merletti auspica che sia rivisto il
sistema delle graduatorie, magari dando più potere di scelta agli
istituti scolastici. Ma se fossero i presidi a dover selezionare i
docenti, come farebbero? «Logicamente prima guarderei il curriculum,
poi farei un colloquio orale. Sicuramente chiedere all’aspirante
docente perché ha scelto di fare l’insegnante. La risposta mi farebbe
capire le motivazioni che stanno dietro alla professione» continua
Consolo.
«Io metterei il professore alla prova, facendogli tenere una lezione di
fronte a una classe. Nei sistemi di reclutamento attuali manca
totalmente questa parte pratica – dice Elena Vaj, preside dell’Isis
Newton – Mi piacerebbe vedere come l’insegnante si muove: c’è chi è
troppo amicale, chi troppo severo. Non è facile stabilire la corretta
relazione. Ognuno deve mettersi in gioco con il proprio carattere.
Sarebbe interessante anche capire come l’insegnante intende impostare
una lezione».
«Io chiederei all’insegnante cosa pensa di fare per motivare allo
studio una classe svogliata - dice Giovanni Ballarini, preside dei
licei Manzoni - Quando gli studenti sono bravi e diligenti tutti i
professori sono bravi. Più difficile portare al miglioramento una
classe che non vuole applicarsi». Di certo gli aspiranti professori ne
vedrebbero delle belle, ma le scuole crescerebbero in competitività e
qualità.
Laprovinciadivarese.it