Fine
luglio. A Bergamo, come praticamente in ogni provincia d’Italia,
vengono pubblicate le GaE, le Graduatorie a Esaurimento del personale
docente per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, la scuola
secondaria di primo e secondo grado e per il personale educativo,
valevoli per il prossimo triennio, a partire dall’anno scolastico
2014/2015 fino ad arrivare al 2016/2017. Le GaE sono le graduatorie
dalle quali vengono «pescati» gli insegnanti per le scuole di ogni
ordine e grado: a seconda della disponibilità di posti di ruolo (il 50%
dei candidati viene assunto secondo i risultati dei concorsi, il
restante 50% seguendo per l’appunto, l’ordine nelle GaE) i primi
classificati nella graduatoria vengono assunti con contratto a tempo
indeterminato.
Una volta esauriti i posti di ruolo, si passa all’occupazione di quelli
liberi e vacanti, e sempre secondo l’ordine di graduatoria vengono
assegnate le cattedre della durata di un anno scolastico, e così via.
Non è difficile immaginare quanto siano ambiti i primi posti di ogni
graduatoria, non è difficile immaginare la delusione di moltissimi
insegnanti, da anni iscritti in quelle di una singola provincia e
magari vicini alla sicurezza di un posto fisso, che si vedono
sorpassare da molti colleghi provenienti da province più o meno vicine
e comparsi improvvisamente a occupare le prime posizioni delle liste.
Una situazione che, da qualche giorno a questa parte, è salita alla
ribalta delle cronache, in particolare in Piemonte, dove è stata
riscontrata una massiccia presenza di docenti provenienti da fuori
regione. Questo perché, per la prima volta dopo il 2011, è stato
consentito agli insegnanti di richiedere l’inserimento in graduatoria
in una provincia diversa da quella in cui si era in precedenza. Ne è
nato un terremoto nelle graduatorie con insegnanti delle regioni del
Centro-Nord che denunciano di essere stati «invasi» da colleghi del Sud
con punteggio decisamente più alto, e quindi davanti a loro nelle
particolari classifiche.
A Bergamo però questa tendenza non è stata sentita. Perché se è vero
che la nostra provincia è meta ambita per disponibilità di posti e
cattedre, è altrettanto vero che quest’anno anche qui si è assistito a
una vera e propria migrazione di personale dalle graduatorie autoctone
a quelle di altre zone, e, in particolare, sembrerebbe proprio verso
quelle piemontesi. Le graduatorie della nostra provincia sembrano
quindi risentire positivamente di questa trasmigrazione, che riguarda
sia insegnanti del Sud, che erano iscritti nelle graduatorie
bergamasche e che hanno scelto di spostarsi verso il Piemonte, dove
sembrava esserci una maggiore disponibilità di cattedre.
Ecodibergamo.it