La
battaglia del presidente per ridurre il gap fra ricchi e poveri.
Previsti anche incentivi per gli insegnanti più bravi che scelgono le
scuole dei quartieri più disagiati
NEW YORK – Anche i figli di un Dio minore hanno diritto alla migliore
educazione possibile. Con l’ambizione di voler correggere uno
squilibrio nazionale, che negli Usa vede gli studenti delle aree più
povere in mano ai professori meno qualificati, l’Amministrazione
americana ha annunciato lunedì che entro il prossimo aprile gli Stati
dell’Unione dovranno obbligatoriamente stilare degli «educator equity
plans», mirati a redistribuire gli insegnanti di maggior valore, in
favore delle comunità svantaggiate, anche ricorrendo a incentivi. Il
Dipartimento dell’Educazione progetta di spendere 4,2 milioni di
dollari, per aiutare le autorità locali nell’impresa.
Il gap americano fra ricchi e poveri
«Ci sono troppi bambini in questo Paese che non ricevono l’insegnamento
di qualità di cui hanno bisogno. E di solito gli educatori con meno
esperienza finiscono nelle scuole più povere», ha detto il Presidente
Obama, al termine di un pranzo di lavoro alla Casa Bianca, con il
segretario all’Educazione Arne Duncan e un gruppo di professori
provenienti da scuole disagiate e impegnati nella battaglia per ridurre
il gap tra distretti benestanti e quelli caratterizzati da basso
reddito e alta densità di minoranze etniche. I dati fotografano molto
bene lo squilibrio. Gli studenti afro-americani, ispanici e
«indian-american» hanno da tre a quattro volte più probabilità di
ritrovarsi in classi con professori al primo anno di insegnamento,
credenziali basse o inesistenti. Ci sono Stati come la Louisiana e il
North Carolina, dove la presenza di insegnanti molto qualificati è del
50% più alta nei distretti più affluenti rispetto a quelli più poveri.
Anche il riflesso sugli esiti parla chiaro: nelle scuole più povere,
appena il 24% degli alunni supera il test di matematica del 4° grado,
quello che dà diritto al pranzo a spese della scuola, contro il 50%
nelle scuole dei distretti più ricchi. In generale, i ragazzi
provenienti da famiglie a basso reddito hanno grosse difficoltà a
completare il curriculum.
Incentivi ai prof che scelgono le scuole «di frontiera»
L’iniziativa della Casa Bianca, presa in forza dei poteri esecutivi del
Presidente quindi senza dover passare al vaglio del Congresso, prevede
anche la pubblicazione di profili degli insegnanti, incrociati con i
distretti dove lavorano, in modo da mostrare dove i gap sono più
profondi. Non è chiaro cosa accadrebbe se gli Stati dovessero
rifiutarsi di seguire la direttiva presidenziale. Ma il segretario
Duncan si è detto «ottimista che la maggioranza voglia farlo e che le
autorità locali metteranno il cuore in questo lavoro». Secondo il
segretario all’Educazione, per troppo tempo «come nazione non abbiamo
dato incentivi adeguati ai professori più preparati e impegnati per
convincerli ad andare nelle comunità che hanno più bisogno di aiuto. E’
ora rovesciare questa tendenza».
Paolo Valentino
Corriere.it