Leggendo la lunga
intervista al sindaco Bianco nel primo anniversario della sua elezione
alla guida della città, ho notato che la scuola a Catania non esiste.
E' citata solo una scuola che sarà destinata ad ospitare il Tribunale
del lavoro. Si parla di San Berillo, dello stadio di Cibali e dello
sport, degli ospedali, del Tondo Gioeni e la scuola catanese sembra un
fantasma. C'è, ma nessuno la vede. Eppure un anno scolastico è
trascorso, docenti e ragazzi hanno svolto le ordinarie attività quasi
per forza di inerzia senza stimoli e con pochi sostegni.
La ruota del tempo ha completato il suo lento giro e chissà se avrà la
forza, per il prossimo anno, di continuare a girare. La nuova
dimensione metropolitana con la chiusura delle Province assegna al
Comune capoluogo oneri e progettualità. Ci sono?
Le ferite ataviche rimangono fasciate, l'alberghiero a Librino è stato
un acquazzone di breve durata e tutto è ritornato come prima. Quali
sono le prospettive di risveglio della città se non si parte dalla
scuola e se non si assicura alla scuola una solida e serena vita di
sviluppo e di crescita? Dopo la pausa estiva le scuole progetteranno il
nuovo anno scolastico che sarà indirizzato verso il progetto
comunitario dell'Expo. Si auspica che la città di Catania sostenga le
iniziative e valorizzi la qualità dei progetti, che rendono gli
studenti protagonisti nella crescita formativa di cittadini onesti.
Giuseppe Adernò - La Sicilia del 22
giugno 2014