Ancora, fino alla
metà degli anni 90 del secolo scorso, il
Collegio docenti aveva la facoltà di scegliere, ad inizio dell'a. s.,
democraticamente e
liberamente, con voto a scrutinio segreto, il proprio
vice preside - ossia - come si dice oggi- il collaboratore
del D. S. In seguito all'autonomia, con la riforma di Luigi
Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione, dal 1996 al 2000, la
scelta elettiva fu, di fatto, abolita.
Da allora, il collaboratore vicario viene
cooptato direttamente, per atto d'imperio, dal Dirigente
scolastico. E Il prescelto, l'unto, sa che se vuole avere
chances di lunga durata, e comandare e far carriera a latere,
deve essere l'immagine speculare del suo Capo; deve essere, o far finta
di essere, in simbiosi con Lui: conoscerne i tic e
giustificarli, sempre; assecondare con compiacenza le
sue nevrosi, le idiosincrasie; condividere (o far finta di
condividere) le idee, i progetti, le finalità educative, che il Capo
propone, e, soprattutto, deve essere sempre a sua
disposizione; sopperire, se il caso, alle sue
deficienze strutturali, caratteriali, alle sue dimenticanze, alle
sue eventuali inadempienze burocratiche.
Per il resto, come dice
il proverbio nostrano: "nuddu ti
pigghia cca nun ti rassumigghia"- Il
capo d'istituto vuole un collaboratore di assoluta
fedeltà, forgiato a propria immagine e somiglianza, come si
trattasse di un suo doppio, e tale che non solo gli faccia
da spalla, sollevandolo dai più gravosi impegni, da
certi defatiganti doveri di ufficio, da certi impicci di
circolari e di scartoffie, e di relazioni
varie; e gli assicuri pronto a tempo
l'orario annuale, per il cominciamento regolare delle lezioni, e la
presenza diurna e notturna, in sostituzione della sua persona,
nei consigli di classe, e negli scrutini di primo e secondo
quadrimestre; l'ordine formale e la disciplina delle
entrate e delle uscite degli alunni; e firmi, in
qualità di f. f (facente funzione), sul libretto le
giustificazioni i permessi dati e le assenze: e curi
il controllo puntiglioso e caporalesco del registro delle
presenze dei colleghi, delle supplenze da assegnare
loro, o da togliere, ma, addirittura, il D.S.
spera anche nel miracolo che il suo collaboratore vicario,
si possa incarnare in Lui ed essere a tal punto con
lui consustanziale da fare di due persone,
una persona sola! come fosse, insomma, un
"alter ego, inconfessato e inconfessabile, un tuttofare,
ecolaliamente fedele come l'orecchio di Dionisio".
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com