La società oggi
affida alle immagini gran parte della propria
comunicazione, perchè è un sistema più rapido,più efficace, più
convicente. Le immagini accompagnate dalla musica mettono insieme
contenuto e seduzione... A scuola, invece, si comunica quasi sempre con
la parola scritta o verbale. Anzi la scuola è rimasta l'unico luogo
specializzato dove si impara a scrivere e a trascrivere esperienze
vissute e a decifrare la scrittura. Testo scritto e scuola fanno
alleanza da secoli; sono una stessa cosa e fare lezioni voleva
dire e ancora per certi aspetti vuol dire "leggere" testi scritti. Non
vi si dovesse insegnare a scrivere e a leggere, si potrebbe fare a meno
della scuola e tornare all' apprendimento per imitazione, come avveniva
nelle antiche forme di apprendistato.
Anche in questo luogo consacrato alla scrittura, separato ma non
estraneo al mondo, si è aperta una lotta per l'egemonia tra modelli
comunicativi: quello dei nuovi media e quello tradizionale della
scuola. E' una lotta impari come lo è quella tra gli armamenti
nucleari e quelli delle truppe di fanteria. Lotta impari, ma che va
combattuta; lotta tra il formato emozionale dei media e quello
razionalistico dei testi e della parola "scolastica".
C'è una frattura tra gli adulti che si identificano nel secondo e i
giovani che crescono nel primo. L'apprendimento multimediale si
sviluppa per immersione, l'apprendimento dell'era Gutemberg si sviluppa
per astrazione e distanziamento.
I media post-gutemberghiani attivano forme nuove di procedimento
logico: contemporaneità, contaminazione, logica mostrativa,
ragionamento analogico (Maragliano). Per i giovani i media
rappresentano il primo e naturale ambiente per la formazione della
coscienza e della conoscenza e si collocano a distanza sempre crescente
dalla comunicazione scolastica,perchè propongono ciò che essa non dà:
interattività, intimità, piacere .
"Quando la scrittura dominava la società la scuola giustamente ha
introdotto l'oralità e gli audiovisivi; oggi deve reintrodurre la
scrittura per compensare l'invasione dei suoni e delle
immagini"(Ph.Meirieu). Il mondo virtuale rassomiglia alle ombre della
caverna platonica, non è la verità delle cose, ma da esso oggi può
cominciare l'elaborazione dei concetti. Fino all'invenzione della
stampa l'insegnamento era prevalentemente orale e l'apprendimento era
legato alla memoria; la discussione era la forma possibile di
laboratorio; il testo scritto e riproducibile crea le condizioni di un
altro tipo di insegnamento/apprendimento. E' evidente che la
multimedialità non può lasciare indenne la forma scuola elaborata dai
Gesuiti con la Ratio Studiorum.
La competenza linguistica ad ogni buon conto rimane fondamentale nella
formazione delle nuove generazioni ed è propedeutica a qualsiasi
apprendimento, perchè attraverso la parola i concetti vengono a
formulazione e possono essere diffusi, comunicati. La sua padronanza
apre tutte le porte dei saperi e al suo sviluppo vanno dedicate tutte
le energie possibili.
Imparare a parlare, ad esprimere con chiarezza e forza le proprie idee,
rappresentare nei luoghi specifici i propri interessi è il fondamento
del diritto di cittadinanza e non casualmente i santuari dove si
dovrebbero celebrare i riti della democrazia si chiamano ancora oggi
"Parlamento".
Imparare a scrivere è necessario per dare forza argomentativa e
fondamento di ragione ai propri convincimenti, alle proprie richieste,
ai propri progetti, alle proprie riflessioni. E' importante imparare a
scrivere ed è importante imparare a parlare. E' immotivata, però,
la prevalenza della scrittura data a scuola, se non altro perchè vi si
dedicano poche energie e poco tempo (quanti scritti in un quadrimestre?
e di che genere?) Bisogna insegnare a parlare, perchè a tanti ragazzi
dà coraggio e sicurezza.
La competenza linguistica non è solo quella della scrittura, anche se
la sua importanza formativa non puo essere sminuita; si deve far
chiarezza sulla sua identità: il linguaggio parlato è
contestualizzato e negoziato; Quello scritto è specializzato, astratto
e dimostrativo; il primo è il linguaggio della presenza,
dell'immediatezza, della fisicità, delle emozioni, dei sentimenti e dei
risentimenti. (cfr il Fedro di platone)
Si impara a star con gli altri in condizione di parità, sapendo parlare
e l'uomo ha comunicato per millenni senza scrittura. Attraverso
l'oralità ha tramandato patrimoni di cultura e di saperi. Il linguaggio
scritto è più professionale, più riflessivo e va insegnato
metodicamente conoscendone la condizione di maggiore difficoltà per un
certo tipo di alunno; quello orale va invece disciplinato, riportato
per quanto è possibile all'ordine e alla conseguenzialità di quello
scritto. Bisogna possedere il linguaggio vivo e sanguigno delle
emozioni e dei sentimenti, ma anche quello freddo e calcolato
dell'analisi e dell'argomentazione.
prof. Raimondo Giunta