Benvenuto su AetnaNet
 Nuovo Utente / Login Utente 582099106 pagine viste dal Gennaio 2002 fino ad oggi 11170 Utenti registrati   
Sezioni
Consorzio
Home
Login
Progetto
Organizzazione
Scuole Aetnanet
Pubblicità
Convenzione Consult Service Management srl
Contattaci
Registrati

News
Aggiornamento
Associazioni
Attenti al lupo
Concorso Docenti
Costume e società
Eventi
Istituzioni
Istituzioni scolastiche
Manifest. non gov.
Opinioni
Progetti PON
Recensioni
Satira
Sondaggi
Sostegno
TFA
U.S.P.
U.S.R.
Vi racconto ...

Didattica
Umanistiche
Scientifiche
Lingue straniere
Giuridico-economiche
Nuove Tecnologie
Programmazioni
Formazione Professionale
Formazione Superiore
Diversamente abili

Utility
Download
Registrati
Statistiche Web
Statistiche Sito
Privacy Policy
Cookie Policy


Top Five Mese
i 5 articoli più letti del mese
aprile 2024

Catania romana e dintorni
di a-oliva
323 letture

Mascalucia - Federico Sorrenti, sindaco dei ragazzi dell’istituto Leonardo Da Vinci
di a-oliva
291 letture

Mobilità Personale Docente per l’a.s. 2024/2025 – conclusione operazioni di convalida
di a-oliva
271 letture

A Pescara Convegno per il Decennale Ancri. I Cavalieri della Repubblica in cammino sul sentiero della Solidarietà
di a-oliva
40 letture


Top Redattori 2016
· Giuseppe Adernò (Dir.)
· Antonia Vetro
· Michelangelo Nicotra
· Redazione
· Andrea Oliva
· Angelo Battiato
· Rosita Ansaldi
· Nuccio Palumbo
· Filippo Laganà
· Salvatore Indelicato
· Carmelo Torrisi
· Camillo Bella
· Renato Bonaccorso
· Christian Citraro
· Patrizia Bellia
· Sergio Garofalo
· Ornella D'Angelo
· Giuseppina Rasà
· Sebastiano D'Achille
· Santa Tricomi
· Alfio Petrone
· Marco Pappalardo
· Francesca Condorelli
· Salvatore Di Masi

tutti i redattori


USP Sicilia


Categorie
· Tutte le Categorie
· Aggiornamento
· Alternanza Scuola Lavoro
· Ambiente
· Assunzioni
· Attenti al lupo
· Bonus premiale
· Bullismo e Cyberbullismo
· Burocrazia
· Calendario scolastico
· Carta del Docente
· Concorsi
· Concorso Docenti
· Consorzio
· Contratto
· Costume e società
· CPIA
· Cultura e spettacolo
· Cultura Ludica
· Decreti
· Didattica
· Didattica a distanza
· Dirigenti Scolastici
· Dispersione scolastica
· Disponibilità
· Diversamente abili
· Docenti inidonei
· Erasmus+
· Esame di Stato
· Formazione Professionale
· Formazione Superiore
· Giuridico-economiche
· Graduatorie
· Incontri
· Indagini statistiche
· Integrazione sociale
· INVALSI
· Iscrizioni
· Lavoro
· Le Quotidiane domande
· Learning World
· Leggi
· Lingue straniere
· Manifestazioni non governative
· Mobilità
· Natura e Co-Scienza
· News
· Nuove Tecnologie
· Open Day
· Organico diritto&fatto
· Pensioni
· Percorsi didattici
· Permessi studio
· Personale ATA
· PNSD
· Precariato
· Previdenza
· Progetti
· Progetti PON
· Programmi Ministeriali
· PTOF
· Quesiti
· Reclutamento Docenti
· Retribuzioni
· Riforma
· RSU
· Salute
· Satira
· Scientifiche
· Scuola pubblica e o privata
· Sicurezza
· SOFIA - Formazione
· Sostegno
· Spazio SSIS
· Spesa pubblica
· Sport
· Strumenti didattici
· Supplenze
· TFA e PAS
· TFR
· Umanistiche
· Università
· Utilizzazione e Assegnazione
· Vi racconto ...
· Viaggi d'istruzione
· Voce alla Scuola


Articoli Random

Comunicati
Comunicati

·ICDL a Job&Orienta! Dal 22 al 25 novembre, oltre 50 eventi e uno spazio per l’orientamento e la formazione
·VERSO UNA SCUOLA NUOVA PNRR, Codice dei Contratti, transizione digitale e inclusione sociale
·UCIIM convegno PNRR e Codice dei Contratti
·CINEMASET UNA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA CHE NON SI FERMA MAI !!
·Premiazione Concorso “Alla ricerca del sacro”. Sabato 15 aprile – Museo Diocesano


Scuole Polo
· ITI Cannizzaro - Catania
· ITI Ferraris - Acireale
· ITC Arcoleo - Caltagirone
· IC Petrarca - Catania
· LS Boggio Lera - Catania
· CD Don Milani - Randazzo
· SM Macherione - Giarre
· IC Dusmet - Nicolosi
· LS Majorana - Scordia
· IIS Majorana - P.zza Armerina

Tutte le scuole del Consorzio


I blog sulla Rete
Blog di opinione
· Coordinamento docenti A042
· Regolaritè e trasparenza nella scuola
· Coordinamento Lavoratori della Scuola 3 Ottobre
· Coordinamento Precari Scuola
· Insegnanti di Sostegno
· No congelamento - Si trasferimento - No tagli
· Associazione Docenti Invisibili da Abilitare

Blog di didattica
· AltraScuola
· Atuttoscuola
· Bricks
· E-didablog
· La scuola iblea
· MaestroAlberto
· LauraProperzi
· SabrinaPacini
· TecnologiaEducatica
· PensieroFilosofico


Didattica: L’istruzione agraria in Italia

Redazione
Sub sidere vernant"sotto la stella vivono in una perdurante primavera"

Lo studio e il lavoro, prima della Rivoluzione Francese, erano distinti e separati e solamente i giovani appartenenti alle classi più agiate frequentavano le scuole.
La preparazione al lavoro era affidata all’artigianato familiare.

La separazione tra teoria e pratica, anche se in modi diversi, nel corso del tempo si è mantenuta quasi intatta e si ritrova ancora oggi, perché in Italia si è sempre temuto di innovare davvero  e si è preferito, sino ad adesso, la conservazione e il riformare ogni cosa e soprattutto le scuole senza farlo veramente perpetuando, ad esempio e sino ai nostri giorni, la disarmonia tra l’istruzione umanistica e tecnica e la distinzione anacronistica tra Licei, Istituti Tecnici e Professionali.

Tuttavia nel contesto abbastanza complicato dell’evoluzione della scuola italiana, proteso sovente alla distinzione ed alla supremazia del lavoro intellettuale su quello manuale ed alla loro disarmonia, in cui perfino la riforma di Giovanni Gentile, ancora oggi e per molti aspetti, risulta migliore di quelle successive e recenti,  gli studi naturalistici ed agrari hanno svolto, ad iniziare dal periodo post – unitario, un ruolo cruciale e determinante, di innovazione ed insieme di integralità cercando di fondere ed unire la teoria al fare e viceversa, incidendo positivamente nel progresso e nello sviluppo dell’uomo.

Il motivo è che senza l’agricoltura  progredita in armonia con la Natura, ovvero di una armonia e integralità del settore primario con l’ambiente e gli altri settori della produzione, diventa pressoché impossibile, in senso lato, qualsiasi sviluppo e progresso della produzione, della civiltà, dell’economia, della società e dell’individuo.

Si tratta a tali fini di creare armonia tra Natura e Cultura e conseguentemente tra l’ambiente e i vari settori produttivi in modo da avere la sinergia tra di essi  e rendere così efficace qualsiasi azione individuale, sociale, economica e politica protesa allo sviluppo, al progresso e al progredire.
Ed allora, cosa significa tutto questo ?

Innanzitutto bisogna considerare  che nel passato, a causa delle minori conoscenze scientifiche e tecniche nel settore,  la produzione agraria era caratterizzata da una incostanza e fragilità notevoli.

Ad esempio, dal 1845 al 1849, a causa della mancata produzione delle patate derivata dalla peronospora, in Irlanda accadde una grave carestia che provocò la morte di circa il 50 % della sua popolazione.
In più se consideriamo l’Italia dopo l’Unità caratterizzata dall’analfabetismo quasi generale della popolazione con una media nazionale del 75 % e con punte, nell’Italia meridionale, dell’85-95 %,  da gravi carenze agricole, alimentari, sociali e di ogni genere,  in cui la fame era un problema concreto e quotidiano per un gran numero di persone, ci accorgiamo che i fatti che hanno determinato lo stadio di benessere alimentare e non solo in cui oggi ci ritroviamo, si rintracciano quasi tutti nell’evoluzione e nella storia dell’insegnamento agrario e naturalistico, in particolare a partire dal periodo post-unitario sino ad oggi.

Per incominciare possiamo dire che prima dell’Unità d’Italia le strutture culturali agrarie erano davvero poche e la prima cattedra europea di Agricoltura è stata quella di Pietro Arduino a Padova del 1765.
In Sicilia è da citare in proposito Paolo Balsamo che a soli 23 anni nel 1787 venne nominato cattedratico di Agricoltura, presso la Regia Accademia di Palermo.
Egli intraprese un viaggio di istruzione nei Paesi più progrediti del continente per osservarne le pratiche agricole e al ritorno, dopo 4 anni, propagandò i fondamenti della moderna Agronomia.

La nascita e l’evoluzione delle Scuole Agrarie, in qualsiasi luogo, mostra come nello scorrere del tempo esse abbiano segnato verso l’alto la linea dello sviluppo e del progresso.
Tali scuole sono in effetti Scuole della Vita, nel senso di scuole in cui il sapere non è a se stante ma è necessariamente coniugato o comunque rapportato costantemente alla pratica delle cose, alla cura dell’ambiente e della Natura.
Difatti i politici che fecero l’Unità d’Italia, tra i quali Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861), che era anche esperto agricoltore, cultore delle scienze agronomiche e sostenitore dell’istruzione tecnica, furono pervasi da pensieri di progresso e di sviluppo e divennero così i fautori e i precursori di tutta una serie di idee e di iniziative finalizzate ad elevare principalmente il settore agricolo, alimentare  ed ambientale, perché compresero che la nascente nazione italiana senza la preparazione degli operatori agricoli, senza le Scuole e le altre Istituzioni Agrarie, non poteva, non tutelando l’agricoltura, l’ambiente e non soddisfacendo i bisogni alimentari dell’uomo, andare da nessuna parte, né svilupparsi.

Fu inevitabile nell’organizzazione di ciò l’influenza determinante della situazione e dell’esperienza piemontese, rintracciabili ancora oggi anche nell’architettura degli edifici che vennero costruiti per gli Istituti Agrari nelle varie zone del nascente Regno d’Italia.
Verosimilmente erano persone ispirati dai principi della Fisiocrazia che significa governo della Natura, e abbastanza consapevoli che la priorità era quella di promuovere innanzitutto  lo sviluppo agricolo, rurale ed ambientale in modo da elevare con la serie di effetti indotti che ciò comporta l’individuo, la società e la produzione in senso lato e in tutti i suoi aspetti.

Tra le varie idee e teorie economiche sono indubitabili la saggezza e la validità della Scuola economica Fisiocratica (tra il XVII e il XVIII secolo) correlata all’esaltazione della Natura e dell’attività agricola considerata la sola capace di creare ricchezza e che lo sviluppo e il progresso, in generale, sono il risultato della salvaguardia del settore primario e dell’ambiente che attualmente in Italia, a causa di scelte politiche ed economiche nazionali e comunitarie poco aderenti alla realtà delle cose, affrettate e discutibili, risultano compromessi ed  indeboliti.
Per la produzione o per qualsiasi processo produttivo, in generale, sono infatti indispensabili per primo le risorse naturali, cioè la terra e l’ambiente, poi il lavoro umano, il capitale e l’organizzazione ovvero l’ottimale combinazione tra di essi.

Ispirarsi a teorie e modelli economici che trascurano il settore primario e l’ambiente, come è avvenuto negli ultimi tempi e sostenere la globalizzazione per sfruttare i paesi poveri, quindi non significa altro che dare vita ad un  colosso privo di gambe e creare il substrato dei numerosi problemi individuali, sociali, culturali, economici e dell’attuale  crisi economica, finanziaria e sociale di cui non si vede la fine.
Difatti il resto, cioè l’industria e gli altri settori produttivi, la tecnologia che sono molto importanti per lo sviluppo e il progresso umano, sociale e civile,  avanzano e migliorano come naturale conseguenza dello sviluppo agricolo ed ambientale e sempreché non perdano il collegamento con la Natura.

Quando ciò accade e lo perdono si hanno le alterazioni di ogni tipo, dall’inquinamento, al disagio sociale ed individuale, sino al declino e alla fine delle stesse attività industriali e tecnologiche, insieme a tutta una serie di avversità che colpiscono gli individui e l’intera società.
Anche se in Italia è un fatto che si siano trascurate da sempre la formazione e l’istruzione, seppure in una certa misura, i politici del periodo post – unitario erano invece abbastanza consapevoli di dovere dapprima fortificare, con la nascita delle Scuole Agrarie, il pensiero dello sviluppo e del progresso agricolo, alimentare ed ambientale, in modo che esso progressivamente divenisse cosa compiuta e realtà manifesta, ovvero trasfigurandolo in azione, in abitudine, in carattere fino a farlo divenire il destino migliore che si prefiggevano di avere per loro, per gli italiani e per l’Italia.
È questo il processo della manifestazione che non può compiersi in altro modo, perché la vera realtà non è solo fisica ma è pure immateriale e per lo più inconscia da cui però, in modo straordinario alla nostra comprensione, trae l’origine e la conformazione specifica ogni cosa.

Quello che va notato cioè è che la materia che osserviamo è il risultato finale della trasfigurazione materica del pensiero, del sentimento, dell’emozione e ciò ad un livello inconscio e finora sconosciuto.
E la base che sostiene l’intero che ci circonda è la Natura, l’ambiente e l’agricoltura, perché il nostro pianeta dipende dai vegetali e dalle piante e non di certo dall’uomo, dalla tecnologia o dall’economia monetaria, finanziaria, commerciale, industriale e dei servizi.
La Terra, infatti, è dominata, governata e regolata dagli organismi vegetali e dalle piante che costituiscono circa il 99,5 o 99,9 di tutte le specie viventi, anche se noi sovente ed erroneamente riteniamo siano organismi insignificanti per essere immobili ed inermi.
Se  le piante sparissero dalla Terra a tutti gli altri viventi, senza più cibo, né ossigeno, gli rimarrebbe poco tempo o alcune settimane o poco più di vita, la fine diventerebbe il destino inevitabile di tutti.
Che ci crediamo o meno, che l’ignoriamo o meno è questa  la vera realtà delle cose e della vita sulla Terra, oltre che essere la chiave dello sviluppo e del progresso.
Ecco perché definire le Scuole Agrarie Scuole della Vita  è appropriato, nonostante i molti giudizi fuori luogo che ancora oggi alcuni, soprattutto riguardo l’orientamento nell’iscrizione alla scuola superiore dei giovani, nutrono su di esse distogliendo sovente i giovani più preparati e volenterosi nello studio dall’iscriversi in tali scuole.
Ciò è anche la conseguenza una scuola superiore ancora priva dell’armonia tra la teoria e la pratica, tra l’unitarietà e la diversità, della sopravvalutazione del titolo di laurea e di una volontà politica finalizzata al mantenimento di una società divisa in classi.

Ai  politici del periodo post – unitario, nonostante i loro limiti, le loro convinzioni, le difficoltà e il contesto in cui vivevano, invece erano molto chiari ed evidenti i vantaggi che lo sviluppo dell’agricoltura e dell’ambiente insieme alla fondazione delle Scuole Agrarie avrebbero determinato e considerarono così fondamentali  l’elevazione individuale, culturale, sociale degli Italiani e in particolare degli operatori agricoli.
Cosicché nel 1861 venne istituito il Ministero dell’agricoltura, del commercio e dell’industria, che con una denominazione forse più consona venne chiamato, per breve tempo, anche Ministero della Vita, a cui furono affidate dal 1885 al 1928 gran parte delle Scuole Agrarie istituite in diverse città e paesi (Brescia, Brusegana (PD), Cesena, Imola, Pesaro, Macerata, Fabriano, Roma, Todi, Caltagirone e molte altre).
Tali Scuole Agrarie, in tale periodo, infatti non vennero dirette, sino all’avvento del regime fascista, dal Ministero dell’Istruzione.
In riferimento al periodo, al contesto, ai cicli di istruzione ed alle Scuole Agrarie, con la legge di Gabrio Casati (1798-1873), del 1859 (R.D. 3725 del 13/11/1859), redatta nell’arco di 4 mesi e con 380 articoli, si diede un assetto organico e funzionale all’intero ordinamento dell’istruzione.
Tuttavia nella riforma vi era il vizio d’origine del privilegio e della rilevanza dell’istruzione umanistico – filosofica su quella tecnico – scientifica, che nello scorrere del tempo non è stato tolto, tant’è che ancora oggi insiste, con immutato vigore, sulla scuola e sulla società.

Possiamo sintetizzare la riforma di Gabrio Casati in questo modo:

1) Istruzione Elementare, costituita da due bienni di cui il primo obbligatorio, e quindi dalla durata complessiva di 4 anni, dopo i quali era possibile iscriversi negli Istituti o nelle Scuole dell’Istruzione Classica o dell’Istruzione Tecnica, oppure nelle Scuole Normali di 3 anni (2+1) per la formazione dei Maestri con il requisito dell’età rispettivamente di 15 anni per le ragazze e di 16 anni per i ragazzi.

2) Istruzione Classica, dalla durata complessiva di 8 anni, costituita dai corsi di 1a,2a,3a,4a,5a ginnasio di I grado e 1a,2a,3a liceo di II grado, da cui era possibile il prosieguo degli studi nell’Istruzione Superiore o nell’Università.

3) Istruzione Tecnica, dalla durata complessiva di 6 anni, costituita, in riferimento all’istruzione agraria, dai corsi di studio di 1a,2a,3a Scuola Tecnica Agraria di I grado, al termine dei quali si poteva o inserirsi nel mondo del lavoro o proseguire gli studi nei corsi di 3 anni degli Istituti Tecnici di II grado.

Nel 1877  con la legge Coppino  la durata della Scuola Elementare divenne di  5 anni  e poi  nel 1904, con la legge Orlando, di 6 anni (Corso popolare con la 5a e la 6a elementare ai fini dell’adempimento dell’obbligo scolastico), con l’estensione progressiva, tra le due leggi, dell’obbligatorietà della scuola elementare, dapprima fino ai primi tre anni cioè fino ai 9 anni di età e poi per tutti gli anni  e cioè sino ai 12 anni di età. A tale quadro rimane da aggiungere che è solamente nel 1911, con la legge Daneo – Credaro, che la Scuola Elementare diviene un servizio statale.
Al Ministero dell’Istruzione, con decreti del 1885 (n. 3413 e 3454) rimasero gli Istituti Tecnici in senso stretto in cui era possibile il prosieguo degli studi, con i corsi, nell’ambito agrario, di Agrimensura ed Agronomia della durata che dagli iniziali 3 anni fu portata poi a 4 anni, al termine dei quali si conseguiva rispettivamente il titolo di Perito agrimensore e di Perito agrario.
Con i titoli finali di Perito in Agrimensura o in Agronomia si poteva accedere alle Scuole di Farmacia e a quelle Superiori di Agricoltura, Veterinaria e Commercio.

Sotto la direzione del Ministero dell’Agricoltura, del Commercio e dell’Industria possiamo di certo dire che le Scuole Agrarie furono caratterizzate da un raccordo più diretto con il territorio e la realtà agricola, e con un indirizzo di tipo tecnico - sperimentale molto vicino ed aderente alla pratica, denso di aspetti positivi riguardo la preparazione dei tecnici, in quanto ben operare è sempre più difficile che fare o studiare solamente cioè senza la fusione del sapere all’esperienza e alla pratica o viceversa.

Tale  periodo può considerarsi il più naturalistico e fecondo, perché il Ministero dell’Agricoltura curò in modo particolare le Scuole Agrarie che man mano venivano istituite e che successivamente, col passaggio al Ministero dell’Istruzione e sino ad oggi perderanno i vantaggi, l’importanza, l’attenzione  e la centralità di cui godevano in quel tempo.
Vennero allo stesso tempo istituite le Stazioni Sperimentali Agrarie, come quella enologica di Gattinara (VC),  nel 1870 le Stazioni Agrarie di Torino, Modena, Roma e Forlì, i centri di ricerca, la Stazione Sperimentale di cerealicoltura di Rieti (1907) e di Frutticoltura di Acireale (CT), i Laboratori chimici, le Cantine sperimentali di Barletta, Riposto (CT), Noto, Velletri, Arezzo e Palermo (con la costituzione di validi portainnesti per la vite).
Si istituirono anche gli Osservatori Agrari e la collaborazione tra queste istituzioni e le Scuole Agrarie fu davvero intensa e proficua e alcuni Direttori degli Osservatori Agrari dirigevano allo stesso tempo anche le Scuole Agrarie.
Di notevole importanza, perché seppero elevare davvero l’agricoltura, fu l’istituzione delle cattedre ambulanti di agricoltura (1866) che sostituirono i Comizi Agrari (associazioni di privati che incisero poco nello sviluppo agricolo).
Le cattedre ambulanti di agricoltura, che si chiamavano così perché mutavano di sede ogni 5 anni, furono affidate a validi tecnici agrari laureati con l’aiuto di diplomati delle Scuole Superiori e funzionarono nelle zone rurali più importanti o in cui era necessario.
Molti dei tecnici agrari laureati delle cattedre ambulanti di agricoltura seppero orientare interventi migliorativi in campo agricolo con la creazione di nuove specie e varietà come, ad esempio, Nazareno Strampelli che creò nuove varietà di frumento più resistenti alle malattie e con maggiore resa.
Nel 1935 le cattedre ambulanti di agricoltura furono trasformate in Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura, perdendo progressivamente la funzione e il prestigio che li aveva dapprima caratterizzate.
In più sorsero le particolari quanto gloriose Scuole speciali  con un’organizzazione degli studi che prevedeva un corso inferiore di due anni ed uno superiore di tre anni, al termine dei quali  e nelle Scuole Enologiche si acquisiva il titolo di enotecnico; per formare i futuri insegnanti si stabilì anche un corso di Magistero, trasformato poi  in tirocinio.

Le Scuole speciali si occupavano di settori strategici della produzione agraria, come l’olivicoltura e l’oleificio a Bari, la viticoltura e l’enologia a Conegliano (TV), Alba (CN), Avellino, Cagliari e Catania; a Firenze (Pomologia ed orticoltura) e a Reggio Emilia (Zootecnia e Caseificio).
In tali Scuole si avvicendarono figure davvero notevoli di insegnanti quali: Cerletti, Comboni, Cavazza, Carlucci, Baccarini, Cettolini, Vivenza, Notari e molti altri.

Si può affermare, senza tema di smentita alcuna, che il benessere in cui siamo e che quanto oggi di progredito esiste nel campo agricolo, naturalistico, ambientale, enologico e viticolo e non solo è stato costruito e strutturato quasi  interamente proprio nelle Scuole Agrarie e Speciali.
Nel periodo fascista Giovanni Gentile, in forza della legge delega del 3/12/1922, emana, tra il maggio e l’ottobre del 1923, tre Regi Decreti riferiti rispettivamente alla scuola Media di 1° e 2° grado, all’Università (R.D. n 2012 del 30/09/1923) e alla Scuola Elementare, che rivedono l’intero ordinamento dell’istruzione italiana, più emana altri due Regi Decreti che riformano l’amministrazione centrale e periferica della PI.

La riforma di Giovanni Gentile (1875-1944), con pregi e difetti, cambia il sistema di istruzione italiano ed incide profondamente nell’ordinamento e nella struttura con un impianto generale che, seppure ultimamente modificato in peggio, è rimasto quasi indenne sino ai nostri giorni.

Possiamo riassumere la riforma di Giovanni Gentile, anche in riferimento all’istruzione agraria, in questo modo:

1) Istruzione Elementare, (R.D. 1/10/1923, n 2185) divisa in tre gradi: preparatorio di 3 anni facoltativi, inferiore di 3 anni e superiore di 2 anni. Esami e certificazioni: di promozione, di studi elementari inferiori dopo la 3a e di compimento dopo la 5a, di adempimento dell’obbligo e di idoneità al lavoro dopo le tre classi integrative di avviamento professionale.

2) Istruzione complementare (R.D. 6/5/1923, n 1054): “Fa seguito a quella elementare e la compie”. Dura 3 anni.

3) Istruzione Media  (R.D. 6/5/1923, n 1054):

di 1° grado: Scuola complementare (3 anni con esame di licenza al terzo anno), ginnasio (di 5 anni di cui i primi 3 anni inferiore e 4° e 5° superiore con esame al 3° anno per l’ammissione al 4° anno di ginnasio superiore), corso inferiore dell’Istituto Tecnico (di 4 anni con esame al 4° anno per l’ammissione al corso o al quadriennio superiore) e dell’Istituto Magistrale (di 4 anni con esame al 4° anno per l’ammissione al corso di 3 anni di Istituto Magistrale Superiore).

Di 2° grado: Liceo ( di 3 anni il Classico,  di 4 anni lo Scientifico con esame conclusivo di Maturità ed accesso a tutte le Facoltà per il Classico,  Medicina e Scienze per lo Scientifico); corso superiore dell’Istituto Tecnico (di 4 anni con esame finale di Abilitazione Professionale e più di Maturità per l’accesso all’Università, Facoltà di Agraria, Economia e Commercio, Statistica); Istituto Magistrale (di 3 anni con esame di abilitazione all’insegnamento elementare ed accesso all’Istituto Superiore di Magistero), Liceo Femminile (di 3 anni con esame conclusivo di Licenza).

Gli esami (R. D. 6.5.1923, n.1054)
- Gli esami sono di ammissione, idoneità, promozione, licenza, abilitazione e maturità.
- Ammissione: alla 1a classe delle scuole medie di 1° e di 2° grado e alla 4a ginnasio. Chi intende iscriversi al liceo scientifico o femminile deve aver superato un corso medio di 1° grado o aver
conseguito l’ammissione a una media di 1° grado almeno 4 anni prima.
- Idoneità: prevista per gli alunni provenienti da scuola pareggiata o paterna che vogliano accedere a classi per le quali non è necessario l’esame di ammissione.
- Licenza: al termine della scuola complementare e del liceo femminile.
- Abilitazione: al termine degli Istituti magistrali e tecnici.
- Maturità: per l’accesso alle Università e agli Istituti superiori (escluso Magistero).
- Promozione: in tutti gli altri casi (pagelle bimestrali, scrutinio finale, rinvio alla sessione autunnale con due insufficienze).

Dal 1928 tutte le Scuole Agrarie passano sotto la direzione del Ministero della Pubblica Istruzione e vengono riorganizzate con la legge 889 del 1931, che comprendeva le Scuole e Corsi di avviamento professionale, Scuole Tecniche, Scuole Professionali, Scuole di Magistero, Istituti Tecnici con corso inferiore e superiore, il tutto sintetizzato nell’art. 1 della legge in: “ Scuole ed istituti di istruzione tecnica”.

Con la nuova istruzione tecnica si istituirono le Scuole Tecniche (con indirizzo Agrario, industriale e artigiano, commerciale)  con durata dell’insegnamento di 2 o 3 anni , le Scuole di Magistero per la donna di durata di due anni,  ciò con lo scopo di completare la preparazione dei licenziati dalle Scuole di avviamento al lavoro.

Si istituirono pure i Regi Istituti Tecnici Statali organizzati con il corso inferiore (1° quadriennio) e il corso superiore (2° quadriennio) con le diverse sezioni: agraria, industriale, nautica, commerciale e per geometri.

Il corso inferiore (di 4 anni) e la sezione o sezioni del corso superiore (di 4 anni), ordinati in un unico Istituto e in un tutto unico ed inscindibile, assumono la denominazione di Istituto Tecnico Agrario, Industriale, Nautico, Commerciale, per Geometri.

Nella sezione agraria del corso superiore dell’Istituto Tecnico vengono previsti gli indirizzi specializzati quali: viticoltura ed enologia, olivicoltura ed oleificio, frutticoltura, orticoltura e giardinaggio, zootecnica e caseificio, agricoltura coloniale, economia montana, tabacchicoltura e tabacchificio.

Nascono in tal modo gli Istituti Tecnici Agrari con specializzazione in viticoltura ed enologia con corso sessennale, al termine del quale è rilasciato il Diploma di Perito Agrario specializzato in viticoltura ed enologia, che in qualche modo corrispondono alle precedenti Scuole Speciali e ne sono la loro naturale prosecuzione.

Nel riordino dell’istruzione si istituirono pure,  dopo i 5 anni  della scuola elementare,  le scuole complementari e i corsi integrativi di avviamento al lavoro di 3 anni (6a,7a,8a, classe elementare), che con la legge 490 del 1932 diventarono Scuole di avviamento professionale con durata degli studi di 3 anni.

A prosieguo degli studi, con la licenza delle Scuole di avviamento professionale, nei Regi Istituti Tecnici era possibile continuare con il I Corso preparatorio di un anno e il II Corso superiore ordinario di 4 anni.
In tale riordino non veniva ancora risolta la questione dell’armonia tra l’insegnamento culturale e tecnico scientifico, tra il sapere e il fare, che alimenta ancora oggi, con non poche problematiche, il sistema di istruzione.

In ogni caso si trattava di una legge abbastanza organica e funzionale, prevedendo anche per gli studenti la possibilità di transitare da una scuola ad un’altra di diverso livello che rendeva possibile, a chi aveva intenzioni e capacità, di arrivare fino al diploma superiore e, per chi frequentava gli Istituti Agrari, al titolo di Perito Agrario.

Ai diplomati degli Istituti Tecnici Agrari, all’inizio, non venne concessa la possibilità di iscrizione all’Università e fu con un provvedimento del  1934 che divenne possibile iscriversi alla Facoltà di Agraria, dopo il superamento di un esame integrativo.

Tali Istituti con alterne vicende, varie modifiche, la riforma della scuola media unificata del 1962 e l’abolizione delle Scuole di avviamento professionale, i Decreti Delegati del 1974, l’elevazione a 16 anni dell’obbligo scolastico, giungeranno con successive altre riforme, miglioramenti e peggioramenti, sino ai nostri giorni quasi gli stessi almeno nella loro struttura di base e con la durata degli studi di 8 anni riguardo il 1° ciclo e di 5 anni per il 2° ciclo di istruzione.

Per quanto riguarda gli Istituti Professionali Agrari la loro nascita risale al 1950, nel tentativo di approfondire di più gli aspetti pratico-professionali rispetto a quelli teorici e di studio.

Tra i primi ad essere fondato fu l’Istituto Professionale Agrario Statale “S. Benedetto da Norcia” di Padova, che adesso è una sede associata dell’Istituto di Istruzione Agraria del “Duca degli Abruzzi” di Padova.

L’Istituto Professionale Agrario “ S. Benedetto da Norcia”  - Padova, divenne un modello e un punto di riferimento per tutti gli altri istituti Professionali Agrari che sorsero in seguito nelle altre parti d’Italia.

Ma oggigiorno gli Istituti Professionali Agrari  e gli Istituti Tecnici, con la differenziazione degli indirizzi e dei corsi, dovrebbero essere un’unica cosa e cioè semplicemente degli Istituti Agrari Statali e mantenere ancora  una  distinzione tra di essi è più una forzatura anacronistica e dispendiosa,  piuttosto che una necessità.     È  da aggiungere come l’armonia tra il sapere e il fare, nell’ordinamento scolastico odierno, sia adesso molto indebolita in riferimento alle applicazioni concrete.

In effetti sia la riforma della Scuola Media del 1962 e sia le recenti riforme della Scuola Superiore, hanno determinato nella scuola la progressiva riduzione della pratica e delle esercitazioni, che di fatto incide sempre più negativamente nella formazione degli studenti.

A tale riguardo e in riferimento alle antiche Scuole Agrarie bisogna dire che fu opinione largamente condivisa quella che vedeva l’Istruzione Tecnica Agraria gestita dal Ministero dell’Agricoltura meglio organizzata e funzionante, più direttamente inserita nel settore interessato.

Pertanto le  riforme e le modifiche recenti che hanno interessato gli Istituti Agrari Statali, con le aggregazioni disomogenee a istituti di diverso tipo, basate più sull’economia di spesa che su un quadro organico e funzionale, non sono state affatto migliorative  perché hanno reso deboli il loro funzionamento e l’aspetto fondamentale tecnico – sperimentale, dei  laboratori e delle esercitazioni.

Attualmente a causa di ciò  e della scarsa attenzione politica e sociale, gli Istituti Agrari  sono divenuti marginali.      Tale marginalità, per adesso, non appare in tutta la sua gravità, riguardo il possibile arretramento della nostra condizione di esistenza e di benessere, perché viviamo in un periodo di progresso tecnologico e di globalizzazione della produzione che sopperiscono alle carenze anche molto gravi della produzione primaria interna, che ormai si riscontrano in tutte le Nazioni più avanzate compresa l’Italia.    

Riguardo la Sicilia, ad esempio, sia le superfici ad ha e sia la produzione del frumento risultano di anno in anno in costante flessione.

In più in Italia e perfino in Sicilia si importa gran parte del frumento che si consuma dalla Grecia, dalla Spagna, dalla Francia e da altri paesi.

Per rendersi conto di ciò e al di là dei dati statistici ufficiali che sono attendibili fino ad un certo punto, in riferimento alla situazione siciliana, basta guardare intorno a noi e ai sempre più numerosi terreni abbandonati o ricoperti da discutibili pannelli solari che impediscono alla vegetazione di crescere nel terreno sottostante o che sono lasciati incolti,  in cui in un tempo passato, peraltro non molto lontano dal nostro, mosso dal vento ondeggiava magnifico e lucente alla luce del Sole un mare verde o dorato di frumento, per chiedersi alfine:  ma quanto può durare questa situazione e questa follia ?

La risposta è che l’attuale e alterata situazione sostenuta dalla globalizzazione,  da politiche economiche per molti versi distorte con la creazione di denaro dal nulla, non potrà continuare per molto tempo ancora e in tale modo e cioè con la carenza della produzione primaria interna, perché ciò già si sta riflettendo sempre più gravemente nella società, nell’economia e quindi negli altri settori della produzione e dei servizi che, in effetti, risultano quasi tutti in crisi e con il licenziamento dei lavoratori.

L’economia basata sulla crescita illimitata, sulla carta moneta il  cui valore è dato più dall’accettazione tra i  soggetti all’atto dello scambio tra merce e denaro che non dal suo valore intrinseco o dalla sua convertibilità in oro, su consumi sempre più elevati è una illusione che non è sostenibile all’infinito, perché le risorse naturali, finanziarie e di ogni genere seguono la legge della ciclicità, in cui una fase è seguita da quella opposta.    Ed è così che adesso siamo in una economia della decrescita e in una crisi economica, sociale e culturale molto grave in cui si assiste al crollo delle industrie, in cui il ruolo del settore primario ridiventa fondamentale e vitale per evitare l’impoverimento generale.

In questo contesto gli Istituti Agrari, seppure non siano preminenti sugli altri tipi di scuola, sono da considerare Scuole particolari e preziose, che hanno ancora oggi  un ruolo di grande importanza e rilevanza  e ciò in ogni Nazione che persegua veramente lo sviluppo e il progresso autentici.      

Sorprendentemente tale importanza e rilevanza, come è stato ampiamente dimostrato dalla loro nascita e storia, non sono nemmeno strettamente correlate al numero delle iscrizioni e degli alunni, bensì al ruolo ed alla funzione cruciali che queste particolari Scuole svolgono nella propulsione, in senso lato, della società, dell’economia e di conseguenza nell’incremento della produzione sia primaria e sia generale interna in ogni Nazione.    La loro particolare struttura ed articolazione, protese al continuo raccordo tra teoria e pratica, può perfino essere un modello valido per riformare davvero la scuola in generale,  in modo che il sapere e il fare diventino un’unica cosa in tutte le Scuole e venga così eliminato il vizio di origine della Scuola italiana che è nella divaricazione tra l’istruzione umanistica e quella tecnica.   

Certamente la realtà che ci circonda e la vita sono complesse e il miglioramento dell’uomo non è connesso esclusivamente alle Scuole Agrarie ed all’agricoltura, ma a tutto un insieme variegato e multiforme in cui ogni cosa ha la sua importanza e che tuttavia trae la sua linfa vitale  dalla Natura, dall’ambiente in cui  vive e dai vegetali che sono al centro degli studi agrari e dell’interesse delle Scuole Agrarie.

Fondare, costruire e gestire  un Istituto Agrario non è semplice ed  è un impegno gravoso per lo Stato e per le persone che vi operano, perché nulla in tale contesto, in cui sono in azione diversi fattori ed elementi in interazione continua e reciproca tra loro (ambiente, clima, terreno, strutture, economia e persone, ecc.), può essere lasciato al caso e all’improvvisazione come accade in talune realtà.

In questo caso, infatti, non sono sufficienti aule e corridoi o sistemazioni  precarie in strutture edilizie carenti ed inadatte, perché sono indispensabili invece una struttura con dotazioni e organizzazione efficienti correlate costantemente al buon funzionamento.

Da ciò derivano, in parte, le problematiche di alcune Scuole Agrarie che poi ne compromettono la riuscita, la credibilità e l’importanza.

Come si vede in tale ambito esiste un rapporto costante e vicendevole tra l’uomo, la teoria, la tecnica, la sperimentazione, l’ambiente e la loro combinazione ottimale e ci pare evidente come il ritorno degli Istituti Agrari alla gestione del Ministero dell’Agricoltura, che consentirebbe una integrazione nel settore direttamente interessato, sia  una soluzione da auspicare e da promuovere  per la  loro rinascita e il loro rinnovamento.

Idealmente tali Scuole sono  Scuole della Vita e della Natura per lo sviluppo e il progresso, e bisogna dire che molte Scuole Agrarie nei fatti  lo sono veramente o comunque sono molto vicine ad esserlo.

Personalmente negli Istituti Agrari sono stato studente ed insegnante per quasi l’intera carriera  e questo scritto, in conclusione,  è da considerarsi una sintesi, un ringraziamento e una testimonianza  intrisa della soggettiva esperienza.

In particolare di due Istituti Agrari, in cui ho prestato servizio, dalla storia senza dubbio significativa e rilevante e a simbolo dell’attuale situazione dell’istruzione agraria in Italia, riporto a seguire delle foto con la didascalia descrittiva.

Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it



Il glorioso Istituto Tecnico Agrario Statale “Duca degli Abruzzi”  di Padova (da foto tratte da materiale illustrativo edito dall’Istituto per l’orientamento scolastico), divenuto dal 1999-2000  l’Istituto di Istruzione Agraria  “Duca degli Abruzzi” di Padova, comprendente anche l’Istituto Professionale Agrario “San Benedetto da Norcia”.  L’Istituto è stato  fondato nel 1874 in un fondo e complesso edilizio dei Benedettini , in cui  nello stemma posto in alto nell’ingresso principale, caratterizzato da una stella a sette punte che sormonta tre colli o i Colli Euganei,  si legge il motto: “sub sidere vernant”  che significa: “sotto la stella germoglieranno” o “sotto la stella vivono in una perdurante primavera” in riferimento all’influenza benefica dell’Anima, degli astri e della misericordia divina sulla vita in generale e in particolare su quella vegetale caratterizzata dal principio di Crescita – Vita  dell’immortalità. Sia il simbolo e sia il motto sono così significativi e beneauguranti che potrebbero essere adottati da tutti gli Istituti Agrari d’Italia.  L’edificio dell’Istituto è stato oggetto di cura, attenzione e ristrutturazione da parte degli Enti locali. Pertanto alcuni Istituti Agrari, nonostante le criticità e il calo degli iscritti verificatosi a partire circa dagli anni ’90, non solo hanno recuperato il numero degli iscritti, ma non hanno nemmeno perso l’attenzione e la centralità politica nello sviluppo e nel progresso sociale, culturale e territoriale. In provincia di Padova, nell’anno scolastico  1982/83, è stata anche  istituita a Monselice la  Sezione Staccata dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Duca degli Abruzzi” di Padova. Chi scrive queste note insieme al Preside del tempo prof. Luigi Spolaore hanno avuto il compito di guidarne i primi passi. La Scuola Agraria di Monselice  nel tempo si è poi sviluppata ed è ancora oggi un punto di riferimento nella zona della bassa padovana, per la formazione agricola e naturalistica dei giovani.  Con la mente e il cuore mi preme ricordare e ringraziare il  prof. Luigi Spolaore, i primi fantastici 21 alunni – pionieri e i loro genitori che tanto si sono prodigati per la crescita e  lo sviluppo dell’Istituto di Agraria di Monselice (PD), i prof.rri  Giovanni Marchioro, Elvidio Previatello, Costantino Meneghini,  Pietro Fracanzani, Lorenzo Gaggino, Giovanni Tuttobene, Giampaolo Cozzula, Antonio Morra, Gino Borriello e Franco Manganelli.  Un pensiero di  amicizia e di gratitudine a tutti gli studenti degli Istituti Agrari e a tutti coloro che vi prestano servizio.



Il prestigioso Istituto Tecnico Agrario Statale “F. Eredia”  di Catania fondato il 24/Novembre/1881 ed intitolato nel 1950 a Filippo Eredia,  in una bella foto estratta da “Vini d’Italia” n. 15  (Novembre – Dicembre 1961), fatta  in occasione dell’ottantesimo anno della sua fondazione.  In tale periodo l’Istituto, guidato dal  prof. Alfredo Maria Mazzei, ha conosciuto cura ed attenzione  che successivamente e sino ai nostri giorni sono andate gradatamente diminuendo e ciò per varie cause storiche,  socio – economico  e culturali ed anche per la scarsa attenzione sociale e politica riservata a tali Scuole, che invero sono centrali ed alla base dello sviluppo e del progresso individuale, sociale, culturale ed economico del territorio. Attualmente l’edificio storico, nonostante la sua valenza architettonica,  è in disuso e lasciato a se stesso. Peraltro nell’azienda agraria, che fra l’altro includeva il vigneto sperimentale e la collezione ampelografia, si è perfino costruito, con la parziale demolizione dell’antica rampa centrale di collegamento tra i vari appezzamenti, un edificio moderno che ha alterato non solo lo stato originario ma anche  l’armonia e la bellezza dei luoghi . Molti altri Istituti Agrari con edifici di pregio storico ed architettonico, in generale, sono anch’essi  trascurati, per non parlare dell’Istruzione Professionale Agraria che sovente si ritrova  in situazioni peggiori, con strutture e dotazioni, in certi casi, davvero improvvisate ed  inadeguate. L’Istituto Agrario “Filippo Eredia” di Catania è una delle poche e gloriose Scuole Speciali Enologiche, con il corso di specializzazione in viticoltura ed enologia. Nonostante ciò, le positive vicende della Scuola e le valide figure di insegnanti e di Presidi  che nel tempo si sono avvicendati, l’Istituto continua ad essere interessato da  una fase difficile della sua storia ed ha perso negli ultimi tempi l’autonomia divenendo  sede associata dell’IPSIA  E. Fermi di Catania. In più la sede associata dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “P.L. Deodato” si avvia verso la sua chiusura. L’auspicio è che venga meno questa grave disattenzione politica e sociale che non è indenne da ripercussioni negative generali.


Per gli approfondimenti:
Giuseppe Murolo, 2003, Fatti e figure dell’insegnamento agrario, Dall’Unità d’Italia ad oggi, Reda Edizioni,Torino








Postato il Domenica, 04 maggio 2014 ore 08:15:00 CEST di Michelangelo Nicotra
Annunci Google



Mi piace
Punteggio Medio: 5
Voti: 3


Dai un voto a questo articolo:

Eccellente
Ottimo
Buono
Sufficiente
Insufficiente



Opzioni

 Pagina Stampabile Pagina Stampabile

 Invia questo Articolo ad un Amico Invia questo Articolo ad un Amico



contattaci info@aetnanet.org
scrivi al webmaster webmaster@aetnanet.org


I contenuti di Aetnanet.org possono essere riprodotti, distribuiti, comunicati al pubblico, esposti al pubblico, rappresentati, eseguiti e recitati, alla condizione che si attribuisca sempre la paternità dell'opera e che la si indichi esplicitamente
Creative Commons License

powered by PHPNuke - created by Mikedo.it - designed by Clan Themes


PHP-Nuke Copyright © 2004 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.43 Secondi