La domanda
metafisica fondamentale: perché vi è, in generale, l’essente e non il
nulla?
Che meraviglia, questo bocciolo!, domani esploderà; lo sento. Dentro,
il suo essere, ora è tutto un fermento, un brulicare di vita
nascosta, un continuo, impercettibile mutamento: tutto scorre. Penso a
Democrito: tutto è cangiamento: panta rei! Ma nulla si disperde, se
tutto è armonia, fusis, aleteia.
E mi sovviene Heidegger: "la totalità dell’essente viene, nel suo
essere, continuamente rigettata da un contrario all’altro, l’essere è
l’insieme raccolto di questa instabilità antagonistica".
Pastore dell’essere, aspetterò, allora, anch’io, domani, in silenzio,
il miracolo.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com