L'incredibile
recupero di due capolavori dell'impressionismo, rubati a Londra negli
anni Settanta e finiti alla stazione di Torino. Un dipendente Fiat,
ignaro del valore economico e artistico, se li era aggiudicati per
45mila lire. E li aveva appesi in cucina - ROMA - Una vicenda
affascinante e quasi incredibile, il ritrovamento di due capolavori
dell'impressionismo francese, rubati a Londra negli anni 70, da parte
dei carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, coordinati dal
procuratore aggiunto della Procura di Roma, Giancarlo Capaldo, e dal
sostituto Giuseppe Cascini.
Si tratta di un quadro di Paul Gauguin intitolato Fruits sur une table
ou nature morte au petit chien (Frutti su una tavola o natura morte con
cagnolino) e del dipinto di Pierre Bonnard La femme aux deux fauteuils,
ossia la "Donna con due poltrone". L'opera di Gauguin, stando alle
quotazioni attuali, sottolineano dal Comando carabinieri Tpc, ha un
valore compreso tra i 15 ed i 35 milioni di euro, mentre quella di
Bonnard si aggira intorno ai 600 mila euro.
Le due opere sono state recuperate negli ultimi due mesi in Italia e
sono state presentate alla stampa nella sede del MiBACT dal comandante
generale del Comando Tpc, generale Mariano Mossa, e dal ministro dei
Beni culturali, Dario Franceschini. La storia del loro recupero,
ripercorsa in conferenza stampa, è stata davvero rocambolesca.
I quadri furono rubati a una facoltosa coppia inglese residente a
Londra - Marks e Kennedy i cognomi -, ormai deceduta e, a quanto
risulta, senza indicare eredi. Le due tele erano state acquistate da un
operaio Fiat di origini siciliane, oggi in pensione, nel 1974, a
un'asta delle Ferrovie dello Stato sugli oggetti smarriti e ritrovati.
Tra quegli oggetti erano, appunto, i quadri di Gauguin e Bonnard,
finiti nella stazione di Torino dopo essere stati caricati su un
viaggio proveniente da Parigi. Rimasti sul vagone, erano stati
ritrovati dal personale di bordo che li aveva accantonati nel deposito
degli oggetti smarriti.
L'uomo aveva pagato i due capolavori appena 45 mila delle vecchie lire,
senza sapere nulla del loro valore artistico ed economico. Gauguin e
Bonnard erano così finiti ad abbellire la sua cucina, prima nella casa
di Torino, poi in Sicilia, dove l'ex operaio era tornato a risiedere.
Suo figlio studia architettura e un giorno, sfogliando cataloghi di
opere d'arte, riconosce in un quadro di Gauguin un particolare che gli
è familiare. Il cagnolino posto in basso, accanto alla firma
dell'artista. Gli viene in mente il quadro appeso in cucina, in casa
del padre. Osserva la somiglianza e a quel punto si rivolge a degli
esperti. Il dubbio che possa essere originale viene anche a loro e
decidono di rivolgersi al comando carabinieri tutela patrimonio. Così,
la scorsa estate i carabinieri acquisiscono le fotografie delle opere e
fanno partire le indagini.
"Le due opere - ha spiegato il generale Mariano Mossa - non erano
da ricercare in quanto non risultavano censite come tali". Il dipinto
di Gauguin compariva su un catalogo del 1964, ma poi era stranamente
sparito e non risultava più traccia della sua destinazione.
Sulla vicenda sono in corso ulteriori accertamenti dei carabinieri e
della Procura di Roma, per accertare come i due dipinti siano finiti in
Italia e per verificare se esistano titolari dei diritti di proprietà
sulle due preziose opere. Non si escludono, infatti, azioni di
rivendicazione in ordine alla proprietà dei due dipinti. Competente a
stabilire la definitiva legittima proprietà dei due quadri è l'autorità
giudiziaria. Il generale Mossa ha spiegato che "sono in corso contatti
con le autorità inglesi".
Repubblica.it