Analisi
Anief-Confedir dei conti emessi dalla Ragioneria Generale dello Stato:
tra il 2007 e il 2012 perse 93mila unità a tempo determinato. Eppure,
pur sacrificando tanti posti di lavoro, il comparto Istruzione per
garantire il servizio pubblico ha fatto comunque registrare
un’impennata della “Spesa per il tempo determinato”, passata da 512 a
861 milioni di euro.
Nella scuola italiana nell’80% dei casi è il personale precario a
pagare la crisi economica e gli effetti delle riforme taglia posti: tra
il 2007 ed il 2012 il numero insegnanti, dirigenti e personale non
docente a tempo determinato si è quasi dimezzato. E non certo per
effetto delle immissioni in ruolo, visto che nello stesso periodo si è
provveduto poco più che a coprire il turn over. Dei 124.292 posti
tagliati nel comparto dell’istruzione pubblica, ben 93.730 hanno
riguardato dipendenti non di ruolo. Tanto è vero che il numero
complessivo di lavoratori con contratto annuale, sparsi per le circa
cento province italiane, è passato da 233.866 a 140.136. I dati sono
contenuti nel Conto annuale del periodo 2007 – 2012, realizzato dal
Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, sul quale
Anief-Confedir ha realizzato un approfondimento di settore.
Per il sindacato, si tratta di indicazioni inequivocabili sul
fallimento della politica avviata con i tagli draconiani
Gelmini-Tremonti. Ancor di più se paragonate al decremento nello stesso
periodo, decisamente più limitato, delle unità lavorative riconducibili
al personale di ruolo: in questo caso, sempre nel quinquennio
considerato dai tecnici del Mef, sono solo 30.562 i posti cancellati.
Con i dipendenti a tempo indeterminato in forza al comparto Istruzione
passati dai 903.753 del 2007 agli 873.191 del 2012.
La tendenza alla riduzione sensibile del personale si è registrata in
tutta la PA. Col risultato che oggi, a fronte di circa 140mila
dipendenti della scuola assunti a termine, la Ragioneria Generale dello
Stato ha conteggiato altri 167mila precari in forza ad altri comparti
(con presenze maggiori nelle Regioni ed autonomie locali, quasi 53mila
posti, e nelle forze armate, oltre 39mila). La consistenza sul totale
di precari della PA sfiora quindi la metà del contingente complessivo.
Come rimane sempre alta la percentuale di comparto Scuola rispetto al
personale di ruolo: attorno al 14%.
“Dunque quasi la metà dei lavoratori non a tempo indeterminato del
pubblico impiego (circa il 46%) – spiega il Dipartimento della
Ragioneria generale - è costituito da personale legato al mondo
dell’istruzione in cui una quota di personale non stabile è necessaria
a coprire le fisiologiche oscillazioni nel numero di cattedre che si
formano ogni anno o per coprire le cattedre che restano scoperte, come
nel caso delle sostituzioni per maternità, evento tutt’altro che raro
vista la composizione di genere del comparto”.
Ma quanto ha guadagnato lo Stato da questa operazione? Nulla. Anzi ha
incrementato la spesa per coprire le supplenze di oltre il 50%.
Scorrendo sempre il documento prodotto dai tecnici di Viale XX
Settembre, infatti, emerge che la “Spesa per il tempo determinato”
nella Scuola italiana è passata dai 512,69 milioni di euro del 2007
agli 861,10 del 2012. Facendo quindi registrare – unico caso in
controtendenza nella PA – un incremento del 68%, superiore ai 350
milioni di euro, rispetto alla spesa per le supplenze sostenuta cinque
anni prima.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo
Confedir, “questi numeri confermano che la politica dei tagli
all’istruzione e alla formazione delle nuove generazioni, iniziata con
l’articolo 64 della Legge
133 del 2008, si è scagliata contro il personale precario. Con
l’aggravante che non ha condotto ai risultati auspicati dal
legislatore: quella spesa per il personale, che si voleva ridurre
copiosamente, ha addirittura fatto registrare un importante incremento.
Confermando che nella Scuola, dove comunque il servizio va garantito,
la politica dei tagli dei posti di lavoro ad oltranza non paga:
comporta disservizi ad alunni e famiglie, incrementa la disoccupazione
e deprime l’economia generale. E ora si scopre anche inefficace per la
riduzione dei costi. L’unica soluzione - conclude Pacifico – è quella
di stabilizzarli”.
SCUOLA
2007
2012
Varazione
Dipendenti a tempo
determinato
233.866
140.136
-40%
Spesa in milioni di euro per il
TD
512,69
861,10
+68%
Fonte: Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato (dicembre
2013)
Anief.org