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Didattica: Ripensare la scuola / i saperi scolastici

Redazione
Ripensare la scuola sembra a prima vista  un'operazione difficile per la capacità di durata e di resistenza che ha dimostrato di avere la forma che le è stata data dall'inizio della storia moderna; ma è tuttavia un'operazione necessaria, perché i risultati che riusciva un tempo a garantire con sicurezza sono diventati aleatori e inversamente proporzionali alle risorse e alle aspettative investite.
La scuola è stata separata, ma non estranea alla società di appartenenza, aveva un certo grado di corrispondenza con le sue esigenze. E d'altra parte una cosa è la separatezza, un'altra è la condizione  di isolamento o di subalternità in cui è venuta a trovarsi  in tempi di tumultuosi cambiamenti nel mondo del lavoro, dell'informazione e delle conoscenze.

Ripensare la scuola significa ripensare le sue funzioni alla luce delle condizioni attuali della società e del ruolo che vi ha svolto e deve e può ancora svolgere.
La scuola ha avuto e dovrebbe ancora avere il compito di rendere disponibile per le nuove generazioni il patrimonio culturale, scientifico e professionale accumulato  nella storia dell'uomo e della società alle quali appartengono. Un patrimonio di cognizioni infinitamente superiore alla capacità conoscitiva di ciascuno individuo e  soprattutto di un individuo ..in età scolare. La funzione conoscitiva della scuola, nonostante tutti i cambiamenti, non può essere messa in discussione. La sua prima missione è ancora quella di consentire l'apprendimento dei saperi  fondamentali per la vita di una persona e per la vita di una società. Non dovrebbe essere tollerato che la funzione conoscitiva della scuola venga in molteplice modo bistrattata a vantaggio di altre funzioni che possono svolgersi, se la prima resta a fondamento dell'istituzione scolastica.

Per raggiungere questo obiettivo in qualche modo è  stato necessario svincolare il patrimonio culturale e conoscitivo dal "contesto concreto" in cui è venuto a costituirsi, selezionarlo e riformularlo secondo i seguenti criteri:
a) segmentazione di ogni particolare sapere in parti combinabili le une con le altre;
b) omogeneità  delle singole sequenze;
c) organizzazione di queste sequenze secondo un ordine di complessità crescente.

Il sapere per diventare disciplina di studio viene separato dalla sua origine e dalla situazione storica di coloro che l'hanno elaborato .Il sapere scientifico in modo particolare viene strappato alla sua storia e consegnato a quello della scuola. L'ordine dei contenuti non è quello della costruzione e della trasformazione delle teorie, ma quello dell'apprendimento. Si passa dalla ricerca del vero all'impegno di fare apprendere. "La scuola impone al sapere una mutilazione, una distorsione e una dogmatizzazione, ma in un'ottica più ampia  che potremmo chiamare antropologica ;il sapere può costituirsi come tale solo all'interno della forma sociale della scrittura di cui la scuola è un tassello determinante"(B. Rey). La logica sequenziale del testo diventa quella dell'insegnamento,al quale viene imposta un'organizzazione gerarchica degli argomenti.(capitoli, paragrafi etc).

Il bisogno di trasmissione incide sul sapere insegnato, come si è visto, frammentando una disciplina in unità compatibili col tempo degli studi(anni, trimestri/quadrimestri, settimane etc) C'è un adattamento ai tempi, ai gruppi di alunni, al loro livello  ,al contratto didattico in vigore, agli imperativi della valutazione. Questo fatto non è buono, nè cattivo: è soltanto necessario. La traduzione disciplinare del sapere non è uno snaturamento, è la sua trasformazione se si vuole trasmetterlo. (Perrenoud)

"Lungi dal costituire la semplice volgarizzazione di un sapere di partenza ,lontano anche dall'essere il prodotto povero di un sapere "scientifico" o utile sempre inattingibile, IL SAPERE INSEGNATO deve essere considerato come una creazione collettiva altamente originale ,spesso secolare dell'istituzione scolastica in funzione del suo compito primario, che è quello di insegnare, di trasmettere dei  saperi  e del saper fare per preparare dei soggetti adatti alla società" (B. Scheuwly).

I saperi scolastici non sono, quindi, né teorici, né pratici. L'insegnamento di qualità su di essi sviluppa un lavoro di riflessione teorica per riscoprirne e utilizzarne i concetti fondatori e ancora viventi con pratiche di sperimentazione, di osservazione, con formulazione di ipotesi, col confronto e con le verifiche.
La trasmissione dei saperi  per essere efficace non può essere affidata alla casualità, ma deve seguire regole di pertinenza, di adeguatezza, di rigore e di sistematicità. Si ha scuola quando l'apprendere e l'insegnare diventano attività razionalmente codificate e sono organizzati sul fondamento epistemico di un particolare sapere.

Le discipline sono le forme istituzionali del sapere, attraverso le quali le conoscenze diventano disponibili. Sono gli strumenti creati per rendere le conoscenze adatte all'apprendimento scolastico. Ma che cos'è una disciplina?
Ogni disciplina è un insieme di concetti che contiene le conoscenze di un particolare campo d'esperienza. Ha una propria storia, una propria letteratura, propri principi distintivi, schemi concettuali, metodi di ricerca, un proprio linguaggio simbolico. Consente l'intelligibilità e il senso dei fatti e delle esperienze cui fa capo."Ogni disciplina scolastica è una costruzione intorno ad una incessante ricerca della verità,di cui si conosce il carattere sempre provvisorio"(Develay).

Ogni disciplina è un sistema di conoscenze dichiarative(fattuali e concettuali),di conoscenze procedurali(cognitive, logiche, metodologiche)e metacognitive.
"Una disciplina tende naturalmente all'autonomia con la delimitazione delle sue frontiere, il linguaggio che essa si dà, le tecniche che è portato a elaborare o a utilizzare ed eventualmente con le teorie che le sono proprie.(...) Le discipline concernono la sociologia della conoscenza"(E. Morin).

Le discipline scolastiche ,con i loro schemi, rapporti e distinzioni ,considerate nelle  loro genealogie storiche ed epistemologiche aiutano a sviluppare la comprensione della realtà e ad assimilare nuove conoscenze. Con le discipline scolastiche si aiutano le nuove generazioni a riflettere sui propri vissuti,sulle proprie esperienze e sulla propria cultura personale; a confrontarsi criticamente con i problemi della società,con i modelli sociali di comportamento, con le tendenze culturali, a dare forma razionale ai propri convincimenti e alle proprie conoscenze della realtà. Con le discipline e i saperi scolastici si danno strumenti intellettuali per dare un senso alla propria storia, per interagire con gli altri, per trovare ragioni di vita.La sfida che devono affrontare gli insegnanti è quella di convincere gli alunni che con i saperi si si aggiunge valore alla propria esistenza: il senso dei saperi non va da sé, da solo. Bisogna quotidianamente costruirlo.

Le discipline educano:
1) con i contenuti;
2) col tipo di approccio alla realtà (artistico, storico, tecnologico, filosofico etc);
3) con il tipo di logica che privilegiano,
4) con i metodi e le tecniche con cui ricercano e accostano il proprio oggetto;
5) col linguaggio tipico con cui intessono la trama del loro discorso.

"L'apprendimento disciplinare finora è stato lo strumento privilegiato di rilettura e rivisitazione scientifica e antropologica della realtà e ha permesso di passare da una cultura esperita e frammentata ad una cultura intellettualmente ricostruita e sistematizzata e personalmente padroneggiata (C. Nanni).
Attraverso le discipline si è potuto conservare  e trasmettere il patrimonio conoscitivo e culturale che l'uomo ha creato nell'incessante ricerca di comprensione del mondo fisico, sociale, artistico, personale e interpersonale.
Le discipline scolastiche ,quindi, sono strumenti di semplificazione e nello stesso tempo strumenti di interpretazione e di organizzazione dell'esperienza umana.

Prof. Raimondo Giunta
(Dirigente scolastico in pensione)








Postato il Domenica, 12 gennaio 2014 ore 07:45:00 CET di Nuccio Palumbo
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