Natale
amarissimo per migliaia di insegnanti sacrificati dai tagli alla spesa
pubblica. I prof con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno,
già privati dello stipendio estivo e degli scatti di anzianità che
secondo la magistratura spettano loro ma che non hanno mai visto, sono
ora stati privati del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non
godute. Per questo non stanno trovando in busta paga i 1200 euro che da
decenni erano abituati a riscuotere nel mese di dicembre e a spendere
sotto le feste. E' una stangata a quattro cifre, più del doppio di Imu,
Tares, Iva messe insieme, per almeno duecentomila insegnanti,
dall'infanzia alle superiori. Mentre i partiti in questi mesi tenevano
impegnato il Paese con dibattiti su poche decine o centinaia di euro
per tasse e imposte da eliminare o confermare, gli stessi partiti hanno
assestato agli insegnanti un colpo difficile da dimenticare.
Un provvedimento inserito nella Spending review varata dal governo
Monti e messo in atto con un'interpretazione ancora più letale dai
partiti dell'attuale maggioranza ha eliminato per tutti i dipendenti
pubblici il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute.
Adesso occorre goderle per forza. Ma la peculiarità per gli insegnanti
è che, a differenza di quanto accade negli altri comparti, essi non
possono andare in ferie durante l'anno ma solo a lezioni finite o
quando la scuola è chiusa. Però a lezioni finite si viene licenziati e
lasciati senza stipendio, sempre per risparmiare, dunque le ferie non
sono godibili.
Per questo, la legge prevedeva la monetizzazione di quanto maturato ma
non goduto: circa 28 giorni di ferie (trasformati in 1200 euro netti)
che invece i docenti di ruolo e i docenti con contratto fino al 31
agosto possono godere durante l'estate, quando essi stessi ricevono
anche lo stipendio senza lavorare perché in ferie. E' questa peraltro
una delle tante discriminazioni tra lavoratori scolastici che svolgono
stesse funzioni ma che godono di diritti non uguali, più volte
denunciate e sanzionate dalla magistratura e sulle quali si sono ora
accesi i riflettori degli organi Ue, con la Corte di Giustizia che
entro breve potrebbe condannare l'Italia per abuso di contratti a
termine.
Ma il governo sembra indifferente e colpisce, denunciano in tanti, dove
incontra meno resistenza. Da qui il divieto della monetizzazione delle
ferie, obiettivo 200 milioni per anno, con invito alle scuole a
considerare in ferie il personale precario nei periodi natalizio e
pasquale e nei giorni di giugno non impegnati in scrutini e esami di
Stato, con l'ulteriore discriminazione tra docenti in ferie forzate e
docenti in vacanza e con stipendio. Ma non è finita.
Alla norma è stata data efficacia non a partire dal 1 settembre 2013,
come pure era stato sancito, ma efficacia retroattiva a partire dallo
scorso anno scolastico, per cui i docenti, che stanno per andare in
ferie forzate dal 23 dicembre prossimo, hanno appena scoperto di essere
andati in ferie, a propria insaputa, pure a Natale 2012, a Capodanno
successivo e a Pasqua. Si attendono le decisioni dei sindacati.
Vincenzo
Brancatisano - Gazzetta di Modena