Nel mentre le scuole
siciliane statali ancora aspettano l’erogazione della dotazione
finanziaria per le spese di funzionamento amministrativo e didattico
per l’esercizio finanziario 2013 ( – Art. 7 L.R. 24.2.2000, n° 6. –
Cap. 373314), apprendiamo dal sito del CIAPI del decreto della Regione
che trasferisce allo stesso CIAPI ben 36 milioni di euro per assumere e
retribuire per 6 mesi 1760 dipendenti degli ex sportelli
multifunzionali dei disciolti Enti di Formazione Professionale
investiti dello scandalo della formazione in Sicilia. Si maschera un
provvedimento di natura assistenziale rivolto a 1800 persone,
praticamente in cassa integrazione, prosciugando risorse finanziarie
fresche dell’Europa con la motivazione incredibile che altrimenti
la Regione “ si troverebbe costretta ad interrompere un pubblico
servizio” e si definisce il servizio degli sportelli “ prestazione di
natura fondamentale”. Nessuno mai in Sicilia si è accorto o ha mai
saputo nulla di questi sportelli fantasma e di quali siano i benefici
che avrebbero prodotto in termini di formazione e di aumento
dell’occupazione. Roba da rasentare il paradosso, ribaltando quelle che
dovrebbero invece costituire scelte politiche strategiche e cioè di
valorizzare la scuola pubblica statale nsiciliana; e invece si punta ad
alimentare il carrozzone del CIAPI dirottando su di esso uno
stanziamento di 36 milioni che verrà bruciato in 6 mesi al solo scopo
di tenere in vita artificialmente una filiera che ha prodotto solo
scandali e arresti. Nella stessa delibera della Giunta Regionale si fa
riferimento alla “ eccezionalità e temporaneità “ del provvedimento
senza sapere o prevedere che cosa potrà succedere scaduti i 6 mesi ;
soldi buttati nella fornace che consuma tutte le risorse della Sicilia
e condanna la scuola pubblica dell’isola alla marginalità e agli ultimi
posti nella classifica nazionale. Perché mai avranno poi chiamato il
progetto con il nome dello schiavo che si ribellò a Roma resta un
mistero. Forse che gli sportellisti sono gli spartachisti?
Vedremo che cosa dirà la Corte dei Conti e l’Europa che ci mette i
fondi.
DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR