Sul mastodontico
concorsone per diventare insegnanti di ruolo, voluto nel 2011 da un
Francesco Profumo appena insediato e varato nel settembre 2012, anche
il ministro in carica ha espresso molte perplessità: in diverse regioni
non si è arrivati in fondo, alcune "classi di concorso" sono rimaste
fuori dal bando, molti commissari si sono rifiutati di raggiungere i
luoghi delle prove. Maria Chiara Carrozza lo ha detto esplicitamente:
"Ci penserò a lungo prima di bandirne un altro". Anche perché sulla
correttezza dei giudizi ancora una volta il ministero dell'Istruzione
si è dimostrato largamente fallace.
Diversi bocciati che si sono presi la briga di andare a controllare i
loro scritti, hanno avuto sorprese. E hanno deciso di fare ricorso. Tra
questi, l'aspirante insegnante di storia e filosofia Ilaria Cacozza, 30
anni, di Rende (Catanzaro): lei non aveva superato la prova scritta di
storia (classe di concorso A037). Sui quattro quesiti sottoposti allo
scritto, aveva preso 6 per ciascuno e quindi 24 punti totali quando il
minimo per passare era 28 punti (una media del sette) a fronte di un
voto massimo di 40 (media del 10, appunto). Ecco, una griglia di
valutazione sufficiente (media del sei) per la candidata di Rende, ma
insufficiente per proseguire nel percorso per salire in cattedra (come
hanno controfirmato un presidente di commissione e due commissari
chiamati a giudicare dall'Ufficio scolastico regionale per la Calabria).
ECCO IL VERBALE DI CONCORSO
La candidata Ilaria Cacozza non ha gradito, ovviamente, la bocciatura,
pensando tra l'altro di aver realizzato una prova migliore rispetto al
giudizio ottenuto. E così ha chiesto un accesso agli atti, lo scorso 9
luglio. Bene, la copia della griglia di valutazione (che qui
riproduciamo) ha dato ragione alle sue sensazioni: su ogni quesito il
voto ottenuto non era stato "sei", come messo a verbale dalla
commissione giudicante, ma "sette", come risultava dalla somma
algebrica delle quattro voci per ogni singolo quesito: "correttezza
linguistica", "pertinenza", "completezza", "originalità". Per ogni
quesito i punti erano stati "2+2+2+1", ovvero "sette". Sette per
quattro ventotto (voto che avrebbe garantito l'ammissione alla prova
successiva, l'orale) e non ventiquattro, come visibile invece sulla
pagina. Un madornale errore di aritmetica da prima elementare aveva
fatto fuori una candidata meritevole di promozione.
Ilaria Cacozza ha fatto ricorso e spera di poter dare l'orale in una
sessione suppletiva, tuttavia la graduatoria dei vincitori è già stata
stilata e i posti assegnati. I tre professori (asini) della commissione
giudicante risponderanno delle loro scarse conoscenze matematiche?
Restituiranno allo Stato, almeno, il gettone di presenza?
Corrado Zunino
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