Per il sindacato tra le
restrizioni va anche inclusa la proroga del blocco dei contratti: i
nostri lavoratori tra i più penalizzati nell’area Ocse. Anief-Confedir
condivide in pieno l’allarme lanciato oggi dal presidente della Corte
dei Conti, Raffaele Squitieri, sul crescente rischio di degrado nei
servizi della Pubblica Amministrazione come conseguenza dei tagli
subiti negli ultimi anni. In particolare, il sindacato ritiene
fondamentale il passaggio nel quale il presidente della Corte di Conti
auspica che le norme di taglio sul pubblico impiego non siano
“replicabili all'infinito”. Per il sindacato, le indicazioni di
Squitieri sono rivolte non solo alle restrizioni subite sul fronte
degli organici della PA. Con la scuola in testa, considerando che in
sei anni ha perso qualcosa come 200mila posti. Ma il monito del
presidente della Corte dei Conti riguarda necessariamente anche il
blocco dei contratti di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, che
proprio la legge di stabilità intende prorogare sino a tutto il 2014.
Con la vacanza contrattuale bloccata addirittura fino al 2017 (quindi
per 8 anni consecutivi). “È tutto dire che la politica del risparmio ad
oltranza nel pubblico impiego - commenta Marcello Pacifico, presidente
Anief e segretario organizzativo Confedir – venga rilevata anche dalla
Corte dei Conti. A livello sindacale, inoltre, proprio oggi
l’Osservatorio ‘Merger’ sul costo del lavoro 2013 ha rilevato come in
Italia gli stipendi dei laureati italiani siano abbondantemente al di
sotto dei colleghi di Francia a Germania. Con i nostri docenti ancora
una volta a valere per tutti, anche a livello di area Ocse: nel recente
rapporto 'Education at a glance' è stato indicato come il gap
stipendiale a inizio carriera (29.418 dollari per un insegnante
italiano, contro 31.348 di media dei 34 membri dell'organizzazione),
diventi sempre maggiore con il procedere dell'esperienza lavorativa:
36.928 dollari per un prof italiano con 15 anni di anzianità, contro
41.665 di media Ocse. E anche questi sono dati, non opinioni”.
Anief-Confedir, tuttavia, non condivide la manifestazione indetta dagli
altri sindacati della scuola per il prossimo 30 ottobre. Come la
ventilata ipotesi dello sciopero generale su cui starebbero “lavorando”
gli stessi organismi dei lavoratori, da attuare probabilmente nel mese
di novembre. Solo Anief-Confedir aveva presentato, prima delle elezioni
politiche, un rigoroso piano di sviluppo economico. Rifiutando pseudo
accordi sul merito o sulle performance produttive da attuare anche nel
pubblico impiego, che invece gli altri sindacati conducevano in modo
disinvolto. “Bisognerebbe solo avere un po’ di coerenza: come si fa a
protestare oggi - conclude Pacifico - dopo aver avallato e sottoscritto
quegli impegni?”.
Anief.org