Luca, Filippo,
Emanuele: tre giovani cervelli che hanno studiato a Catania, rampa di
lancio per carriere di successo. "La nostra Isola può competere a
livello mondiale: occorre solo impegnarsi" - CATANIA - Dalla Sicilia
alla Germania, passando per gli Stati Uniti e la Cina. Per poi tornare,
vittoriosi, in patria. Luca Naso, Emanuele Francesco Pecora e Filippo
Caruso hanno sconfessato l'infelice e ambigua metafora dei "cervelli in
fuga", dimostrando che il talento è anche made in Sicily. Tre ragazzi
con tre personalità diverse: Luca, l'astrofisico, il più estroverso, fa
sfuggire un po' di sé sfoggiando un inconsueto papillon; Filippo, il
biologo, si distingue per una innata semplicità; Emanuele, invece,
equilibra le connotazioni del trio. Ad accumunarli, però, è la storia
della loro formazione. Hanno studiato all'università e alla Scuola
superiore di Catania e poi, dopo la laurea, sono emigrati all'estero
per dedicarsi alla ricerca.
Filippo, classe '82, racconta che, dopo la laurea a Catania, ha vissuto
per più di tre anni in Inghilterra prima e in Germania dopo. Adesso ha
realizzato il sogno di ritornare stabilmente in Italia dove è
coordinatore nazionale della "Firb" all'università di Firenze. «Guido
il progetto "Siri, futuro e ricerca" - afferma il giovane non senza una
punta di orgoglio -. La Scuola superiore di Catania è stata la rampa di
lancio della mia carriera. Grazie ai corsi di formazione avanzata e
alla possibilità di partecipare a conferenze internazionali, ho
sviluppato un particolare interesse anche per la criptografia
quantistica, cioè per i nuovi sistemi di decifrazione dei messaggi
informativi. La scuola, inoltre, mi ha fornito un prezioso bagaglio
culturale, avvicinandomi al mondo della ricerca sin dai primi anni
universitari».
«Ho bruciano le tappe della carriera accademica - racconta con un tono
velato dalla nostalgia degli anni spensierati - però sono riuscito a
costruirmi un futuro più velocemente di altri miei coetanei.
L'esperienza all'estero è stata molto importante perché ho acquisito le
basi per svolgere una nuova ricerca sulle energie rinnovabili. Spero
che l'Italia possa velocemente uniformarsi agli standard europei,
finanziando la ricerca e valorizzando il ruolo di risorsa giovanile».
Appena trentaduenne, Luca è membro della "EdisonwebSrl" di Catania.
L'esperienza in Cina è diventata per lui essenza di vita, non solo
perché ha acquisito un'eccezionale competenza formativa, ma anche
perché in quel lontano Paese ha incontrato la compagna della sua vita,
YanYan.
«Il mio percorso è molto lungo: ho lavorato a Padova, a Varsavia, a
Oxford e in ultimo in Cina. Non avrei mai pensato che questi molteplici
spostamenti potessero concludersi proprio nella mia terra. E invece…
sono passato da Pechino, grande metropoli, a Mirabella Imbaccari,
piccolo centro siciliano. Il mio ambito di pertinenza è la
comunicazione digitale e miro a migliorare l'efficienza di questo
settore in continua trasformazione. Credo che la Sicilia sia capace di
ottenere grandi risultati. Non mancano le innovazioni tecnologiche, né
l'eccellenza della formazione. Per cui è possibile competere a livello
mondiale: occorre solo impegnarsi. Ho considerato la mia isola come una
madre pronta a lanciarmi nella vita senza ristrettezze. Oggi torno da
lei col piacere di chi è atteso ma non costretto».
Il più giovane è Emanuele Francesco Pecora. È l'unico dei tre che ha
messo radici altrove. Ha 30 anni e annovera nel suo curriculum la
qualifica di post doc (ricercatore) alla Stanford University e
collabora con l'azienda catanese "3Sun". «Nelle mie ricerche - racconta
compiaciuto - utilizzo le nanotecnologie per migliorare l'efficienza
delle celle fotovoltaiche. Prima di approdare in California sono stato
a Boston e ho intenzione di continuare a viaggiare per raggiungere
obiettivi più prestigiosi. Il futuro è ancora un punto interrogativo.
Però, molto probabilmente, non tornerò in Italia perché qui manca un
sistema istituzionale che supporti la meritocrazia, seppur gli studenti
italiani vantino una preparazione più approfondita. Credo
all'importanza formativa delle esperienze all'estero e consiglio ai
giovani di impegnarsi molto e di crearsi le opportunità per emergere
perché niente arriva dal nulla. E per fare questo occorre dotarsi di
apertura mentale».
Pierangela Cannone
Lasicilia.it 20-10-2013