Il
ministro Saccomanni ha presentato l’aggiornamento al Documento di
Economia e Finanza per il 2013. Esso prevede che “la valorizzazione del
personale docente passi per la definizione di nuove modalità di
sviluppo di carriera dei docenti stessi, con l’avvio di un sistema di
valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una
progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio”.
In linea di principio l’idea è sensata ma, rebus sic stantibus,
impraticabile.
Non esiste
complesso organizzato che non abbia consegnato al propri
dipendenti un mansionario: la scuola fa eccezione.
Non esiste
complesso organizzato che non consideri la valutazione come
stato conclusivo di un processo progettuale, nodo che si sostanzia nel
soppesare lo scostamento esistente tra gli obiettivi programmati
e i risultati conseguiti. La scuola fa eccezione: il controllo è a
sorpresa; gli istituti e i docenti non conoscono l’oggetto
dell’indagine condotta sul loro operato .. ma, ancor più insensato, i
singoli istituti hanno l’onere dell’autovalutazione che mira
all’adeguamento del servizio ai traguardi sottesi ai questionari
elaborati dall’Invalsi!
Non esiste
complesso organizzato che non abbia definito la propria
struttura decisionale ricorrendo ai dettami delle scienze
dell’amministrazione. La scuola, indipendentemente dalla dimensione del
problema educativo, vive nel passato, abbarbicata all’obsoleto,
inadeguato e inefficace modello gerarchico-lineare. [Il primo
raffinamento della rivisitazione della gestione scolastica in chiave
scientifica è visibile in rete: “Coraggio! Organizziamo le scuole”;
“Quale formazione per il dirigente scolastico?”; “La professionalità
dei docenti: un campo inesplorato”; “Non dimentichi d’esser donna di
scienza”]
L’art. 2 della legge 53/2003 definisce la scuola “SISTEMA”:
l’unitarietà, la finalizzazione e l’autoregolazione sono i caratteri
predominanti.
L’organizzazione conferisce l’identità ai lavoratori della scuola
e ne qualifica l’azione.
Il sistema è orientato alla formazione, all’educazione e all’istruzione
dei giovani, traguardi che implicano un piano sinergico degli
insegnamenti.
Formazione – educazione – istruzione – insegnamento sono i cardini
dell’attività d’una scuola: i decreti delegati del ‘74 hanno assegnato
a specifici organismi le corrispondenti responsabilità.
Il doloso/colposo non-funzionamento degli organi collegiali della
scuola colloca il docente su un terreno sterile: la volontà di valutare
il suo lavoro, snaturandolo, evoca la favola di Fedro, il lupo e
l’agnello.
Il mondo corre .. corre, si modifica e si ristruttura in continuazione,
la sua immagine futura è indeterminabile. Questo il motivo dell’aver
posto come finalità della scuola le capacità dei giovani, capacità da
promuovere ATTRAVERSO le conoscenze disciplinari.
La mission della sistema scolastico diverge sostanzialmente da quello
delle università.
Le competenze sono comportamenti che rendono visibili le capacità.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it