NEW YORK – Fra pochi
giorni si inaugura l’anno scolastico. Bambini, studenti liceali e
universitari affolleranno di nuovo le aule di tutta l’America. E
genitori e insegnanti torneranno a vivere nel timore che un pazzo
decida di mettersi a sparare fra i banchi, come è successo a Newtown,
come è successo in tante altre scuole. Ma a differenza dello scorso
settembre, quest’anno centinaia di scuole riaprono dopo aver adottato
nuove forme di protezione. Ci sono le scuole che hanno mandato i propri
insegnanti a lezione di tiro e hanno dato loro il permesso di andare in
classe armati, e quelle che li hanno addestrati a proteggere i propri
studenti in modo solo difensivo: imparando le vie più veloci per
fuggire, i luoghi dove ripararsi, ecc. Alcune scuole hanno raccomandato
ai genitori di comprare i nuovi zainetti antiproiettile (ne abbiamo
parlato QUI lo scorso aprile) e tanti insegnanti hanno deciso che
indosseranno sotto gli abiti una maglietta in materiale protettivo. Ma
il prodotto che sta diffondendosi più velocemente è la lavagna
antiproiettile: un tavoletta rettangolare, in bianco, rosa, celeste o
verde, dall’apparenza semplice e innocua, che può assorbire le
pallottole di una pistola senza neanche rimanerne scalfita. La
lavagna-scudo è prodotta da una società del Maryland specializzata
anche in rinforzi per le porte e altre forme di difesa da possibili
sparatori. Centinaia di scuole superiori e medie hanno adottato la
lavagna antiproiettile, che resta appesa sulle pareti delle aule, ma ha
sul retro due maniglie per tenerla fermamente davanti a sè, se ci si
trova assaliti da un intruso armato. Adesso anche alcune università
hanno deciso di investire in questo prodotto. L’University of Maryland
Eastern Shore, ad esempio, ne ha comprati 200 esemplari. La presidente
dell’Università ha spiegato che l’investimento è dettato da “una
decisione di essere attivi e non passivi davanti alla possibilità di
violenza”. Nel Maryland, l’anno scorso, c’è stata una sparatoria nel
campus della Morgan State University, che ha ucciso due studenti. Il
creatore della lavagna-scudo, George Tunis, ha ricordato che nelle
scuole, se arriva un pazzo armato, la prima difesa dei bambini e degli
studenti viene proprio dai professori. A Newtown, sei hanno perso la
vita, alcuni proteggendo con il proprio corpo i bambini. Tunis dice:
“Ora possono usare la lavagna, per difendere se stessi e i loro
scolari.” E se una lavagna sembra poco, Tunis ricorda che i killer sono
spesso spinti da una follia e non si soffermano dove trovano un
ostacolo, ma cercano gli indifesi, per “massimizzare” il numero delle
vittime. Insomma, un leggero rettangolo di 45 centimetri per 50 può
davvero rappresentare la differenza fra morire e uscire vivi da un
massacro come quelli di Newtown, di Virginia Tech, di Fullerton, di
Oakland, di Columbine (per citare solo quelli dove il numero delle
vittime è stato molto alto).
Anna Guaita
Ilmessaggero.it