Si tratta di due
maggiorenni e due minorenni. Sono arrivati negli uffici della Questura
accompagnati dai genitori - Una bevuta al mare e poi all’alba tutti a
bruciare la scuola. «Per vendicarci della bocciatura». L’hanno
raccontata così, più o meno, i quattro studenti del liceo classico
Socrate di Roma che oggi si sono costituiti in procura autoaccusandosi
dell’incendio che sabato ha distrutto 8 aule dell’istituto. Due
maggiorenni e due minorenni, tre dei quali appena bocciati, due per il
secondo anno consecutivo. «Volevamo farla pagare alla scuola, ma non
immaginavamo che l’incendio potesse provocare tutti quei danni», hanno
raccontato agli investigatori della polizia, che a quanto pare li
avevano già individuati. Dopo una serata alcolica a Torvajanica,
sul litorale romano, i quattro sono tornati a Roma dopo le cinque del
mattino e hanno deciso di «dare fuoco a qualche banco». Solo che le
fiamme hanno distrutto tutto il primo piano: oltre 200 mila euro di
danni. Ma oggi, raccontano i loro avvocati, Luca Petrucci e Renato
Archidiacono, i quattro «hanno capito di aver sbagliato, sono
profondamente pentiti, disponibili a pagare i danni e anche a lavorare
nel cantiere che dovrà riparare i guasti provocati dall’incendio». I
quattro ragazzi, accompagnati da genitori e avvocati, sono stati
interrogati in questura. Non ci sarebbero quindi collegamenti tra il
rogo doloso e le scritte omofobe comparse nei mesi scorsi in almeno due
occasioni sui muri della scuola. Né alcun motivo di ostilità
particolare verso i progetti anti-discriminazione dei quali il Socrate
va orgoglioso. Puro vandalismo.
lastampa.it