Concorsi e Tfa, andamento
lento e troppi interrogativi: intervenga il Parlamento. Appello
pubblico dell’Anief: basta rimandi, i 100mila docenti selezionati
meritano certezze. Su concorsi e tirocini abilitanti continuano a
prevalere allungamento dei tempi e tanti quesiti irrisolti: il
procrastinarsi dei termini per le correzioni delle prove scritte del
concorso a cattedra, il silenzio assordante sui Tfa speciali e i tanti
punti interrogativi che permangono su quelli ordinari stanno lasciando
oltre 100 mila docenti della scuola pubblica, in parte precari in parte
di ruolo, in uno stato di pericolosa incertezza. Anche le dichiarazioni
odierne del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, orientate
a rimandare qualsiasi decisione su reclutamento e nuove abilitazioni,
confermando la logica del “tutto è possibile”, non fanno altro che
aumentare questo stato di insicurezza. Uno stato che, però, tanti
professionisti della formazione e dell’educazione pubblica non
meritano. Dopo che il Miur ha dato conferma di non volere o potere
assumersi alcuna responsabilità in merito al rispetto dei tempi
prefissati, il nostro sindacato ha deciso di rivolgersi direttamente al
Parlamento: “ci sono tante decine di migliaia di docenti – spiega il
presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – a cui erano state indicate
delle scadenze. Sulla base delle quali sono stati fatti progetti
professionali e personali. Tutte queste date, tuttavia, sono state
sistematicamente non rispettate”. A partire dal concorso a cattedre, da
cui sarebbero dovuti scaturire circa 11.500 nuovi insegnanti entro la
fine di quest’anno scolastico, ma per il quale più di una regione ha
fatto sapere che chiuderà le operazioni solo in autunno. Facendo così
saltare le immissioni in ruolo, previste in estate, per tutti quei
vincitori. Senza contare che il drastico calo di pensionamenti, con
conseguente riduzione di posti liberi previsti, ha nel frattempo posto
seri dubbi pure sull’attuazione del turn over. Problemi seri si stanno
riscontrando anche per il Tfa speciale, che avrebbe dovuto far
abilitare tra i 75 mila e i 100 mila docenti. Dopo il ‘colpo di mano’
del Miur, che lo scorso 25 marzo ha pubblicato un regolamento dei corsi
comprensivo di novità importanti, come l’allargamento a tre anni di
supplenze e l’indizione di un test d’accesso, le quali avrebbero dovuto
comportare il consulto di organi istituzionali, come le commissioni
parlamentari (sono migliaia i ricorsi che l’Anief ha raccolto e si
prepara a presentare non appena il decreto sarà ufficializzato), le
modifiche al decreto 249/2010 sul reclutamento scolastico risultano ad
oggi ancora ferme alla Corte di Conti. “Ma poiché si preannunciano dei
rilievi, con conseguenti modifiche sul testo, è inevitabile che l’avvio
della prova nazionale prevista per giugno non potrà essere rispettata –
continua Pacifico - . Come non porta ad alcuna certezza la conclusione
del Tfa normale, frequentato da oltre 21 mila candidati: a loro era
stato detto che avrebbero potuto accedere ad un nuovo concorso a
cattedra di cui si sono perse le tracce. Se a questo aggiungiamo che
verrà ingiustamente negato di potersi inserire nelle graduatorie ad
esaurimento, dopo che per 13 anni era stato invece permesso, viene da
chiedersi che genere di spendibilità avrà questo duro e oneroso
percorso formativo”. Anief conferma dunque l’intenzione di avviare
contenziosi, presso i tribunali della Repubblica, a tutela dei diritti
dei lavoratori: non si possono disperdere o congelare le competenze
accertate di decine di migliaia di docenti.
Anief.org