Si era già capito da
tempo: i nostri politici, in gravi difficoltà, avevano bisogno di un
Padre! E il Padre, nobile e generoso, invocato a gran voce, è venuto in
loro soccorso. Ma ha parlato chiaro ai “figli”: state attenti - ha
detto - io sono vecchio e stanco, ormai, e, prima o poi, dovrò
lasciarvi. Allora, quando non ci sarò più, quando sarò assente, dovrete
dimostrare la vostra maturità, dovrete smetterla di farvi guerra tra
fratelli! Fate un patto di riappacificazione; cercate i punti che vi
uniscono e non quelli che vi dividono, siate disponibili a collaborare
tutti insieme per il bene comune della società e del Paese; siate
responsabili nei confronti dei cittadini delle vostre azioni. Ora
è tempo, per la politica, di edificare, e di studiare, anche, per
cercare in tutti i modi possibili di uscire dalle macerie di una
gestione della cosa pubblica, che è stata disastrosa per tutti e,
soprattutto, per i più deboli. Ora si abbassino i toni di guerriglia;
si dia strada al buon senso; ascolto alla ragionevolezza del fare, più
che del dire. So, per esperienza antica, che la politica è l’arte del
compromesso, e che la regola del "mai dire mai" non è bestemmia
da far perdere la grazia del paradiso. E perciò, vi invito a
deporre le armi del disaccordo e degli interessi di parte. Ora è tempo
di recuperare l’austerità e il buon senso
nell’amministrazione della cosa pubblica e di cominciate a
mettere mano seriamente, senza livori e rancori, a quelle riforme
“strutturali “ di cui il Paese ha urgente bisogno, e che non possono
più essere disattese!
E’ da vent’anni che incombe sulla società una lotta fratricida, una
vergognosa “ guerra civile fredda”. Vent’anni di vergogne: quella
di una casta politica “divisiva”, ingorda e sfacciata che, insensibile
ai disagi sociali del paese reale, non ha saputo, né voluto, fare
altro che ridurre il Parlamento a spazio da corrida e a spaccio
di favoritismi e scambi di vessilli e di poltrone; un preferire
alla dialettica del discorso rispettoso delle ragioni altrui, la
violenza verbale, la zuffa, lo scontro e la demonizzazione
dell’avversario politico, usando, spesso, in mancanza di argomentazioni
valide, eccessi verbali da postribolo; un diluviare di contumelie
e scandali, pubblici e privati; e truffe, e sperpero di denaro
pubblico; evasioni fiscali vergognose, e privilegi da alto medioevo; e
lassismo etico da basso impero, e incultura elevata a
sistema. Anni di politica bui, che hanno piagato il
nostro belpaese: esodati, cassintegrati, precari, disoccupati,
disperati suicidi per la perdita del lavoro; e fabbriche chiuse,
e imprese fallite, e povertà aumentate! E la Scuola? e
l’Istruzione, la Ricerca e la Sanità pubblica ? Le abbiamo
viste agonizzare sotto i colpi impietosi d’accetta, che
tagliavano risorse e negavano investimenti, mentre la casta
sperperava in cambio denaro pubblico. E, infine, i giovani!,
derubati del loro futuro.
Ora, il Padre, stanco ma fiducioso, ha invitato i figli a
costruire una società di fratelli; li ha invitati a (ri-)fare "la
politica" vera, quella con la P maiuscola, che cerca e ama la
concordia, il confronto sereno e costruttivo; la politica della
pacificazione, del buon senso e della civiltà della parola, del
rispetto rigoroso dei diritti costituzionali dei cittadini tutti. Una
Politica, fra le “politiche”, che sappia veramente lottare contro
tutte le forme di corruzione e di malaffare, e ricostruire l’unità
solidale dello Stato nazionale!
Questo, l’auspicio del padre Presidente. E anche il nostro.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com