E’ sempre più
evidente che il primo obiettivo di Grillo è quello di spaccare il PD.
Un obiettivo che è alla sua portata valutando la debolezza politica del
suo “gruppo dirigente” (si fa per dire) e la permeabilità agli umori
della piazza dei nuovi deputati del PD, insofferenti ai comandi di
questo gruppo. Il rischio è ora di ritrovarsi Massimo D’Alema alla
presidenza della Repubblica dato che egli è il più gradito a
Berlusconi, poiché da presidente del consiglio lo ha salvato ben
quattro volte; inoltre, manovra Renzi come un burattino e lui e Renzi
sono fautori del “governissimo”. Possono riuscire ad eleggere D’Alema
al Quirinale, ma poi? Non possono fermare la crisi e l’operazione
rischia di aprire una voragine di ostilità con i sentimenti della
gente. Staremo a vedere.
Inoltre, l’altro candidato, Giuliano Amato, risulta addirittura
peggiore del Lider Maximo.
Pertanto, è sempre più evidente che passerà l’ennesimo inciucio: la
“salma” del Lider Maximo piace molto al “cadavere” del cavaliere nero.
D’altronde, a partire dal quarto turno, per eleggere il presidente
della “Repubblica delle banane” basta la maggioranza assoluta e non
servono più i due terzi dei voti. E’ un dato quasi matematico: ormai
proveranno a far vincere il “baffetto sparviero” che è assai gradito al
sultano di Arcore.
Nel contempo avanza una nuova forma di “fascismo”, che è estremamente
subdola e strisciante: è la dittatura “virtuale” di Internet, una sorta
di semi-presidenzialismo proveniente dalla rete del web. Per quanto mi
riguarda, propongano pure chi gli pare e brucino chi gli pare. Alla
fine si beccheranno, al posto della “mortadella”, il “baffetto”.
Si illudano pure che una “svolta radicale” sia davvero possibile
all’interno di un sistema che è sempre più marcio, corrotto e
putrefatto, ma l’alternativa non si crea suggerendo semplicemente un
altro nominativo, ancorché più onesto e pulito, oppure promuovendo un
ricambio generale del personale politico al vertice delle istituzioni
statali borghesi.
Non c’è una “malattia mentale” peggiore del riformismo. E’
assolutamente impossibile comunicare con una massa di lobotomizzati.
Oltretutto, la psichiatria è una pseudo-scienza creata solo per
controllare le menti delle persone, dunque la società. Non è un caso se
i manicomi siano sempre stati (ovunque) luoghi alienanti e
disumanizzanti dove vengono segregati i dissidenti e le persone
ritenute troppo ingombranti e scomode.
A proposito di riformismo, direi che oggi non c’è alcun riformismo
possibile perché il riformismo funzionava ed ha funzionato solo quando
il capitalismo era in fase di ascesa e sviluppo, in quanto esso è un
elemento assolutamente interno, organico e funzionale al sistema del
capitale. In attesa del vero protagonista della storia, in attesa che
questo protagonista attivi e mobiliti le sue forze, che cominci ad
organizzare una presenza soggettiva divenuta per lui indispensabile
nello sfascio della crisi e dei sistemi politici di supporto al
capitale, si va diffondendo la convinzione che con questo tipo di
politica (non solo di classe politica, bensì di forma organizzativa
della politica, e quindi dello stato) non si può fare altro che morire
di crisi. Non riescono a trovare neppure un nome che abbia un minimo di
dignità e di decoro per fornire un’immagine decente al paese.
Sono caduti ormai nella paranoia del loro fallimento, mentre i grillini
urlano che “il re è nudo”. Ma anche se riuscissero a trovare una
personalità del genere cambierebbe ben poco: in questo ignobile tiro al
bersaglio contro i vari pupazzi del sistema si sono dimenticati della
crisi e continuano a ballare sul solaio marcio nel quale sono rinchiusi.
La storia comincia a pretendere un nuovo protagonista, cioè un
protagonista collettivo.
Lucio Garofalo
l.garofalo64@gmail.com