Dall’approvazione
del decreto legislativo 150 del 2009, gli incentivi possono essere
pagati se nello stesso comparto vengono assicurati risparmi di finanza
pubblica. Così è stato nella scuola, dove si è provveduto a concedere
gli scatti automatici di 2010 e 2011 solo grazie al recupero del 30%
dei fondi derivanti dai tagli agli organici voluti dall’ex ministro
Gelmini. E più di recente attraverso la riduzione di un quarto del
miglioramento dell’offerta formativa. Le prospettive? Nere. Chi ci
governa intende lasciare in vita gli incrementi stipendiali legandoli
alle performance individuali. Con i dipendenti trasformati in
“cannibali”…Anief apprezza l’intenzione dei dieci “saggi” nominati dal
presidente Giorgio Napolitano, per superare lo stallo politico, di aver
prestato attenzione, all’interno del primo documento economico-sociale,
alle problematiche che affliggono il mondo della scuola avanzando
indicazioni per risollevare il settore. Il sindacato concorda con i
limiti individuati dagli esperti, quale il blocco del turn over e le
scarse risorse per la riqualificazione del personale. E ritiene utili
alcune loro proposte. Come l’estensione del tempo scuola, al fine di
ridurre l’abbandono scolastico, l’incremento delle borse di studio
destinate agli studenti meritevoli provenienti da famiglie meno
abbienti, il miglioramento dell’infrastruttura di rete delle scuole, la
realizzazione di una seria alternanza scuola-lavoro, introducendo un
apprendistato universitario sul modello tedesco o austriaco. Dobbiamo
tuttavia rilevare che sul ripristino del salario accessorio le proposte
dei saggi non sono corrette. Se è vero, infatti, che sarebbe
fondamentale tornare a introdurre adeguati incrementi stipendiali, non
possiamo essere d’accordo con i “saggi” quando sostengono che nella PA
“il blocco agli stipendi ha impedito al meccanismo premiale di
realizzare i propri effetti”. Chi conosce i meccanismi della pubblica
amministrazione sa bene che con l’approvazione del decreto legislativo
150 del 2009, il salario accessorio può essere pagato se nello stesso
comparto vengono assicurati risparmi per la finanza pubblica. Tanto è
vero che nell’anno successivo nella scuola, il settore nel quale opera
l’Anief a tutela di docenti e personale Ata, gli scatti stipendiali
automatici sono stati applicati solo grazie all’utilizzo del 30% dei
risparmi derivanti dai tagli agli organici decisi dall’ex ministro
Gelmini con la Legge 133 del 2008. Per gli aumenti in busta paga del
2011, invece, non essendo sufficienti i risparmi, in gran parte
assorbiti dalle assunzioni di migliaia di insegnanti di sostegno decise
dai tribunali, si è dovuto provvedere al taglio di un quarto del Mof,
il fondo destinato al miglioramento dell’offerta formativa degli
istituti scolastici. “Per entrambi gli anni - commenta Marcello
Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir alle alte
professionalità – la sostanza non è cambiata: l’obiettivo dei risparmi,
quindi del pagamento a costo zero, è diventato per lo Stato
imprescindibile. E le prospettive sono anche peggiori. Perché nelle
scorse settimane il ministro della Funzione Pubblica ha prospettato ai
sindacati la volontà di abbandonare definitivamente il sistema degli
scatti automatici. Con l’introduzione, al loro posto, del merito legato
alle performance individuali. Ora, premesso che si tratterebbe di una
decisione gravissima, poiché questa forma di incentivo costituisce per
il 90% del personale scolastico l’unica forma di carriera, è evidente
che l’idea dei ministri dell’ex Governo Monti non è praticabile per
un’istituzione scolastica. Per definizione e mission, la scuola infatti
non è un’azienda”. Sbagliano quindi i “saggi” ad associare il blocco
degli stipendi con lo stop al salario accessorio. “Sarebbe stato
sicuramente più ‘saggio’ – continua il presidente dell’Anief – indicare
ai prossimi responsabili del Governo italiano la necessità di rivedere
il prima possibile la norma-cappio introdotta nel 2009 con la riforma
Brunetta. Solo se si tornerà a rendere imprescindibili gli scatti
stipendiali, sarà infatti possibile parlare di merito. Gli aumenti
automatici, assieme ad un incremento stipendiale al costo della vita,
permetterebbe infatti di affrancarci dalla vergogna di assegnare oggi
al personale scolastico delle buste paga equivalenti a 23 anni fa”.
“Qualora, invece, il nuovo Governo dovesse mantenere le norme attuali,
quel che avverrà per i dipendenti dalla scuola può essere associato
alla macabra situazione di un aereo in avaria costretto ad atterrare in
un’isola deserta e priva di viveri: i superstiti, per sopravvivere
sarebbero costretti a mangiarsi tra di loro. Trasformandosi in
“cannibali”. Per necessità derivanti da fattori imponderabili. Mentre –
conclude Pacifico - nel pubblico impiego è tutto drammaticamente
voluto”.
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