Il ministro Patroni Griffi
ha già annunciato ai sindacati, alcuni dei quali sarebbero
incredibilmente d’accordo, che l’amministrazione sta gettando le basi
per arrivare a far sparire le progressioni di carriera. Con le cifre
stipendiali accessorie da destinare solo ai lavoratori statali che
abbiano dimostrato particolari meriti e performance professionali.
Secondo Marcello Pacifico (Anief-Confedir) si opera come se i
dipendenti statali italiani non percepissero tra gli stipendi più bassi
d’Europa: un bidello o un operatore pubblico ad inizio carriera
arrivano a malapena a mille euro al mese, collocandosi quindi sotto la
soglia di povertà. Eliminando l’unico incremento in busta paga, si
mortificherebbe ulteriormente la loro professionalità e dignità di
cittadini. Non è possibile barattare il merito di alcuni con la povertà
di tutti: inevitabile il ricorso in Tribunale. I tre milioni e mezzo di
dipendenti pubblici italiani rischiano seriamente di vedere cancellati
gli scatti di anzianità in busta paga previsti per legge. Sulla scia di
quanto è stato stabilito in queste ultime ore nel Regno Unito, nei
giorni scorsi il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni
Griffi, ha infatti annunciato ai sindacati l’intenzione di arrivare a
destinare le cifre stipendiali accessorie solo ai lavoratori statali
che abbiano dimostrato particolari meriti e performance professionali.
A lanciare l’allarme è Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato
Confedir per le alte professionalità: “mentre in Italia si parla sempre
più con insistenza di una proroga del blocco degli scatti stipendiali
anche per il 2014, i nostri governanti stanno gettando le basi per
arrivare a far sparire l’unica fonte di incremento in busta paga dei
dipendenti pubblici. Stipendi, è bene ricordarlo, che in certi casi,
valga per tutti quello dei collaboratori scolastici, i cosiddetti
‘bidelli’, ad inizio carriera non superano i mille euro. Considerando
che nell’’ultima campagna elettorale questa cifra è stata indicata dal
Movimento 5 Stelle e dal suo leader Beppe Grillo come l’assegno sociale
da corrispondere alle famiglie indigenti, è evidente che stiamo
parlando di buste paga che rasentano la soglia di povertà”. Il
sindacato rammenta, a tal proposito, che gli scatti stipendiali
rimangono per i dipendenti pubblici, ad iniziare da quelli della scuola
- che tranne una minima percentuale non hanno possibilità di fare
carriera - l’unica reale fonte di adeguamento al costo della vita.
Soprattutto nelle fasi di blocco contrattuale, come quella che stiamo
vivendo da alcuni anni. Il fatto che da un paio d’anni alcuni sindacati
abbiano mostrato disponibilità su questo fronte, calpestando un diritto
garantito a partire dall’articolo 36 della Costituzione, non può
trovarci d’accordo: un’organizzazione seria, che ha come unico scopo
quello di tutelare gli interessi e la dignità dei lavoratori, non può
palesare nessuna condivisione per un indirizzo di questo genere. “Tra
l’altro – prosegue il sindacalista Anief-Confedir – le avvisaglie di
tale prospettiva vi sono già state. Basti pensare al piano di
cancellazione di un quarto del personale scolastico (circa 250 mila
dipendenti) dal fondo accessorio. Con il mantenimento della quota agli
altri dipendenti solo a condizione che si fosse realizzato un risparmio
nel proprio comparto di appartenenza. Facendo finta di dimenticare che,
sempre per rimanere nella Scuola, negli ultimi anni sono stati
cancellati 200 mila posti. E che il miglioramento dell’offerta
formativa è stato di recente abbattuto del 25%. Per non parlare del
fallimento della privatizzazione, ormai ventennale, dei contratti del
pubblico impiego. A fronte di tutto ciò, ancora una volta, per i
lavoratori dello Stato il ricorso al Tribunale si è così dimostrato
l’unica via percorribile”. “Con i magistrati – continua Pacifico - che
ci hanno dato ragione, bloccando l’illegittimo blocco degli scatti
automatici introdotto attraverso il comma 2 dell’articolo 9 della legge
122 del 2010. Anche se chi ci governa non vuole tenerne conto, noi
annunciamo sin da subito che non arretreremo la nostra posizione: Anief
ha avviato in tempi non sospetti i suoi contenziosi in Tribunale per
tutelare i lavoratori della scuola. Presto Confedir allargherà questa
prospettiva a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione.
L’obiettivo è quello di reperire risorse aggiuntive per mantenere gli
scatti automatici. E, nel contempo, premiare il merito. Sempre se
attuato attraverso criteri trasparenti ed imparziali, stabiliti dal
legislatore. E non certo dal datore di lavoro, in questo caso lo Stato.
Non è possibile – conclude Pacifico – barattare il merito di alcuni con
la povertà di tutti”.
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