Venerdì
5 Aprile ore 18:30
palazzo di Città, Via Manzoni, 2
inaugurazione del Museo
Civico Archeologico - Città di Ramacca. Il
Museo civico archeologico di Ramacca permette di conoscere una pagina
importante dell’archeologia e della storia siciliana. All’interno è
possibile approfondire la conoscenza delle antiche comunità nomadi di
cacciatori e raccoglitori di epoca mesolitica (10.000-6500 a.C.) che
avevano un accampamento a Perriere Sottano (una contrada nel territorio
di Ramacca), fino ad arrivare all’incontro fra gli indigeni e i greci
che provengono dalle colonie di Catania e Lentini nel VII secolo a.C. È
possibile comprendere che tipo di insediamenti si sviluppano nelle
epoche successive fino all’epoca romana; una fase testimoniata da
diversi insediamenti, tra i quali spicca la villa del Castellito, con i
suoi mosaici e il suo piccolo impianto termale. È un museo vivo, una
realtà che supera il concetto di museo come
contenitore. Si tratta, infatti, di un importantissimo centro di studi
cultura, che ha dato e continua a dare un grande impulso alla ricerca
archeologica.
Gli strumenti di pietra
Le prime vetrine dell’allestimento del Museo civico di Ramacca,
espongono oggetti provenienti dai più antichi insediamenti del
territorio: si tratta di manufatti litici (di pietra) dei periodi
mesolitico (10.000-6500 a.C.) e neolitico (6500–3500 a.C.) e
dell’antica età del bronzo (2200–1400 a.C.), recuperati in alcune
contrade del territorio. In particolare sono esposti materiali
provenienti dall’importante riparo sotto roccia di Perriere Sottano,
dove è stato individuato un accampamento di cacciatori e raccoglitori
del mesolitico.
Gli strumenti di queste epoche erano ottenuti dalla lavorazione di
frammenti di rocce, per esempio la selce tipica della zona iblea, la
quarzite della zona di Monte Iudica o il basalto etneo. Trasformati
spesso in punte aguzze, erano utilizzati dall’uomo per la caccia e la
macellazione degli animali, la successiva lavorazione delle pelli o
delle ossa. Le ossa, una volta lavorate, erano riutilizzate come
strumenti.
Il centro greco-indigeno: l'abitato
Una parte dei materiali esposti nelle vetrine 3 e 4 appartengono alla
fase della colonizzazione ellenica. Dal VIII secolo a.C., infatti, con
l’arrivo dalle coste dei coloni provenienti da Catania e Lentini,
l’insediamento dell’antica città, che aveva la sua acropoli (parte alta
della città) sulla sommità de “La Montagna”, ebbe un grande sviluppo,
diventando uno dei più importanti centri indigeni-ellenizzati della
zona. Per centri indigeni-ellenizzati si intendono quei centri indigeni
in cui, l’incontro con l’elemento ellenico (greco), dà vita a delle
forme culturali “miste”. Alcune delle case del centro, costruito su
terrazze, presentano, come elemento caratterizzante il fatto di avere
gli ambienti, in parte scavati nella roccia e in parte costruiti in
elevato.
Fra i materiali provenienti dall’abitato sono esposti tegole, ceramiche
indigene e greche, pentole da fuoco, macine in pietra lavica ed altri
oggetti di vita quotidiana.
Il culto di Demetra e Kore
Presso il Museo di Ramacca, sono conservati materiali provenienti da
un’importante area sacra rinvenuta nell'area della necropoli (città dei
morti) ovest nel corso di scavi archeologici condotti negli anni
Ottanta.
Sulla sommità di una piccola altura alle cui pendici si aprivano tombe
a camera scavate nella roccia, sono stati messi in luce una serie di
depositi votivi collocati per lo più in anfratti fra le rocce.
All’interno di questi depositi, oltre a vasellame di vario tipo, sono
state trovate molte statuette di terracotta, databili entro un arco di
tempo compreso fra il V e il IV secolo a.C.
Si tratta del tipo di figura femminile recante in mano una fiaccola, un
porcellino o attributi comunque legati al culto di Demetra e Kore.
Sulla collina doveva esistere, pertanto, un santuario rupestre dedicato
alle due divinità, protettrici della fecondità e della vita
ultraterrena e in genere fortemente legate ai riti agricoli.
Età romana nel territorio
Nel territorio di Ramacca è attestata anche una frequentazione in epoca
romana. In alcune vetrine del Museo sono esposti materiali di epoca
romano-imperiale provenienti da varie contrade, fra cui Santa Maria e
Torricella.
Fra i reperti, si segnala un’epigrafe funeraria (breve iscrizione
incisa o scolpita su pietra o lastra, destinata a commemorare il
defunto) di età romana, proveniente da Cozzo Saitano - Ventrelli, in
cui è ricordato un certo Abdalas, schiavo di Domizia Longina moglie
dell'imperatore Domiziano.
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