Abbiamo visto
piangere una bimba per una caramella: il padre non ha trovato pochi
centesimi per accontentarla.
Abbiamo visto decorose madri di famiglia sgattaiolare nel crepuscolo
tra i cassoni della spazzatura e rovistare alla ricerca di qualcosa di
commestibile o di utilizzabile.
Abbiamo visto pensionati uscire furtivamente dalle “mense caritas”,
frustrati dopo una vita di lavoro.
Abbiamo visto i ragazzi a scuola battere i denti per il freddo,
incappucciati nei giacconi troppo larghi o troppo stretti.
Abbiamo visto da molte parti montagne di rifiuti e cumuli fumanti che
ammorbano l’aria e inquinano terreni e falde acquifere, con gravi
ripercussioni sulla vita umana.
Abbiamo visto morire persone in attesa di accertamenti sanitari fissati
a lunghe scadenze.
Abbiamo percepito l’umiliazione di chi non ha cosa mettere a tavola, ma
vorrebbe salvaguardare la dignità umana.
Abbiamo visto tanti trascorrere gelide notti nell’auto perché sfrattati.
Abbiamo sentito dell’impossibilità di attivazione dei “corsi di
recupero” per gli alunni in difficoltà, per carenza di fondi.
Abbiamo assistito al diniego di una fotocopia di contenuto didattico,
perché la scuola non può far fronte anche alle pur minime necessità.
Abbiamo visto una moltitudine di docenti sfiduciati perché rimasti
senza posto di lavoro, i più giovani perché hanno avuto vanificata la
possibilità di un inserimento nella scuola pur avendo investito molte
energie.
Come lama, ci è entrato dentro lo sguardo riconoscente di qualcuno a
cui è stato donato qualcosa.
Vediamo un popolo umiliato, in ginocchio.
Dovere dei Deputati, ciascuno dei quali rappresenta la Nazione (art. 67
Cost.) è dare un governo all’Italia, che affronti e risolva almeno i
più urgenti problemi giuridici ed economici che stanno soffocando il
Paese.
Senza uno sforzo straordinario d'intelligenza e di responsabilità,
valori rappresentati credibilmente dall'impegno del Presidente della
Repubblica, si rischia una paralisi delle istituzioni, frutto di veti
reciproci di tre minoranze, che produrranno un danno gravissimo alla
società, afflitta dalla crisi più' grave del dopoguerra.
Non è necessario e neppure utile fare alleanze politiche globali fra
partiti concorrenti, col rischio di paralizzarsi di fronte al primo
dissenso; basta avere la saggezza di seguire l'antico adagio: in
necessariis unitas, in dubiis libertas. Non mancano esempi di formule
parlamentari in cui i governi hanno avuto fiducia limitata e
argomentata.
Si tratta di valutare realisticamente i costi della "non politica" e
quelli del non sempre legittimo egoismo di parte. Non si può discutere
all' infinito, mentre la gente muore e i mercati rischiano di
abbandonare il nostro Paese. E neppure si può votare all'infinito,
senza rischiare la crisi del sistema democratico e prima ancora il
collasso del sistema economico, dato il peso crescente degli interessi
sul nostro debito pubblico.
La democrazia è troppo importante per comprometterla col gioco
d'azzardo di chi punta a vincere le prossime elezioni, a costo di
perdere le prossime generazioni.
Per tutto ciò l'UCIIM CHIEDE AI PARLAMENTARI
- di mostrarsi affidabili e responsabili di fronte ai giovani, al di là
di ogni alibi di tipo manicheo
- di non restare prigionieri di visioni astratte, massimalistiche o
corporative causa di conflittualità e d’inconcludenza
- di volgere lo sguardo alle realtà che hanno urgente bisogno di seri
interventi.
Il popolo italiano, che essi rappresentano come con-correnti e non come
nemici e che hanno il dovere di governare, non merita il disastro che
molti prevedono se non si correrà subito ai ripari.
E’ QUESTO IL NOSTRO APPELLO, URGENTE E ACCORATO
Il Consiglio
nazionale UCIIM
ufficiostampa@uciim.it