In
questa settimana, sicuramente, avremo il nuovo papa. Gli scranni della
Cappella Sistina, “luogo sublime”, deputato alla sacra elezione, sono
già pronti ad accogliere i 115 cardinali elettori che dovranno
scegliere, “nel silenzio dell’Urbe et Orbi”, il nuovo capo della Chiesa
universale. Ormai si attende, martedì 12 marzo, con trepidazione,
l’inizio del Conclave, dopo la messa “pro eligendo Pontifice” nella
basilica di San Pietro, avverrà la pronuncia dell’“extra omnes” (il
“fuori tutti”) dalla Cappella Sistina, che sarà solennemente
pronunciato dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie,
monsignor Guido Marini. E’ la venticinquesima volta che il Conclave si
svolge nella Sistina, nello scenario dei capolavori pittorici di
Michelangelo, ed è sempre affascinante, e carico d’emozione e di
mistero, l’elezione del Sommo Pontefice, una commistione tra sacro e
umano, tra orazioni e procedure, tra preghiere e schede elettorali, tra
ispirazioni divine e maggioranze “qualificate”! Il trascendente che
entra nella storia, il sovrannaturale che si trasforma in azione, il
divino che diventa cronaca… in diretta Tv! Vedremo i 115 “grandi
elettori”, in fila indiana, come un rosario, rosso porpora, entrare
nella basilica di San Pietro, e, in “tutte le operazioni connesse con
l’elezione del Sommo Pontefice”, come previsto dal “Motu Proprio” di
Benedetto XVI, “non siano avvicinati da nessuno”, finché non appare la
“fumata bianca” che annuncia al mondo l’elezione del Successore di
Pietro. E se, ormai da parecchi giorni, nei mass media di tutto il
mondo, impazza il “toto papa”, che snocciola una infinita rosa di
papabili, frutto di analisi geopolitiche e di teorie fantascientifiche
(difficilmente verificabili), i porporati, dietro i loro volti
sorridenti e le inneggianti tuniche merlettate, “tessono file e
alleanze” in trepida attesa del grande evento. E anche noi, in perfetto
stile giornalistico, vogliamo avanzare qualche ipotesi su chi potrebbe
essere il successore di Benedetto XVI. Gli elettori potrebbero
protendere per un papato di transizione, in vista della quasi
“coabitazione” con Ratzinger, e si potrebbe pensare ai card. Roger
Etchegaray, Jorge Bergoglio (troppo anziani?), o agli italiani,
Tettamanzi o Re. Oppure, tenuto conto della rinuncia, del papa emerito,
“per la diminuzione del vigore fisico e dell’animo”, i porporati
possono pensano ad un pontefice “forte e giovane”, dal “mitico” papa
nero, alla forte pattuglia nordamericano o dell’America latina, dal
canadese Ouellet, all’argentino Sandri, dall’austriaco Schoenborn,
all’ungherese Erdo, fino alla nutrita schiera di papabili italiani,
(Ravasi, Scola, Bagnasco, De Giorgi, Comastri, Piacenza, Betori). Anche
se, il vecchio detto, è sempre in agguato, “In conclave chi entra papa,
esce cardinale!”. Per questo crediamo che, al di là del nome, è più
utile capire la direzione che vuole intraprendere la Chiesa del dopo
Ratzinger, il messaggio e la prospettiva che il Collegio cardinalizio
intende lanciare ai fedeli e al mondo intero. A partire dai grandi
problemi che affliggono “il corpo malato della chiesa di Cristo”, il
dialogo interreligioso con le altre confessioni, le tematiche
teologiche e culturali con il mondo moderno, la crisi dei valori e
dell’identità dell’uomo d’oggi, le gravi difficoltà economiche e
politiche delle nazioni, e poi gli scandali interni alla Chiesa di
Roma, la pedofilia, Vatileaks, la gestione della Curia e dello Ior. In
una società globalizzata, confusa e, sempre più, disorientata, dominata
da un cupo e onnicomprensivo relativismo etico e culturale, la forza
della Chiesa sta, unicamente, nella purezza e chiarezza del messaggio
evangelico, nella fede, forte e inoppugnabile, al Cristo Redentore.
Certamente, non vogliamo, né sappiamo, “dettare” nessuna “agenda” al
nuovo pontefice, vorremmo, semplicemente, una Chiesa sempre più vicina
all’uomo ed alle sue sofferenze materiali e, soprattutto, spirituali;
più attenta agli offesi e agli indifesi, ai miseri e agli ultimi nel
corpo e nell’anima.
Quindi, non ci resta che attendere, con pazienza, l’annunzio, (dopo il
terzo scrutinio), del cardinale protodiacono, “Annuntio vobis gaudio
magnum: habemus Papam!”.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it