Bloccato impianto video di un' importante catena
commerciale - Il servizio di televigilanza, con scopo di
anti-taccheggio e anti-rapina, non deve consentire forme di controllo a
distanza dei lavoratori. Gli esercenti devono segnalare adeguatamente
la presenza di telecamere e affidare la gestione del servizio a guardie
giurate. Queste le indicazioni del Garante
[doc. web n. 2291893] che, in seguito all'attività ispettiva
condotta dalla Questura di Genova, ha bloccato il trattamento dei dati
effettuato tramite il sistema di videosorveglianza installato in un
esercizio di un'importante catena commerciale. Dalle verifiche
effettuate è emerso che la società aveva violato in più punti l'accordo
che era stato sottoscritto con i sindacati per l'installazione delle
telecamere sul luogo di lavoro. Una videocamera, ad esempio, invece che
essere utilizzata per finalità di sicurezza, inquadrava il sistema di
rilevazione degli accessi dei dipendenti, consentendo quindi – in
contrasto con quanto sottoscritto dall'azienda e con lo stesso Statuto
dei lavoratori - il controllo a distanza dei lavoratori. Le immagini
registrate risultavano poi accessibili con modalità diverse da quelle
concordate. Non erano in regola neppure i cartelli con l'informativa
semplificata utilizzati per segnalare la presenza dell'impianto di
videosorveglianza: non solo non contenevano tutte le informazioni
necessarie, ma erano in numero esiguo e, a volte, collocati in
posizione non chiaramente visibile (ad es. alle spalle di un
espositore). Dai riscontri della Questura è emerso, inoltre, che
l'impianto di videosorveglianza era stato affidato in gestione a un
consorzio di ditte esterne che utilizzava per il servizio personale non
qualificato. Chi effettuava il controllo delle immagini era, infatti,
privo della licenza prefettizia di "guardia particolare giurata",
necessaria per poter svolgere funzioni anti-rapina e anti-taccheggio, e
non era stato designato incaricato del trattamento dei dati personali.
Il Garante della privacy ha imposto all'esercente di provvedere a
sanare tutte le violazioni riscontrate e ha bloccato il trattamento dei
dati effettuato attraverso il sistema di videosorveglianza. Ha anche
trasmesso copia degli atti e del provvedimento all'autorità giudiziaria
al fine di valutare gli eventuali illeciti penali commessi.
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