ROMA
- Dalla teoria alla pratica. Il “concorsone” per docenti, che ha appena
chiuso la tappa della prova scritta, si concluderà con una novità
assoluta: ai candidati verrà chiesto di mettersi dall’altra parte della
cattedra per una lezione simulata. Già una prima novità c’era stata con
le prove preselettive fatte interamente con il computer, e non era mai
successo in un concorso pubblico. Le selezioni volute dal ministro
Francesco Profumo per l’assunzione di 11.542 docenti sembrano voler
marcare il passo anche per i tempi di conclusione. Le prove scritte
saranno corrette nell’arco massimo di tre mesi. A dare l’annuncio,
ieri, è stato lo stesso Miur, il ministero dell’Istruzione,
dell’università e della ricerca. La correzione degli scritti comincerà
oggi. L’obiettivo è di terminare l’intera procedura in dieci mesi (il
concorso è stato bandito a fine della scorsa estate) e insediare in
cattedra una parte dei vincitori già dal primo settembre, con l’avvio
dell’anno scolastico, «in assoluta controtendenza con il passato e con
quanto avviene nei concorsi del pubblico impiego». Iniziate il 13
febbraio, le prove scritte sono terminate venerdì con la selezione dei
docenti della scuola primaria. In ritardo di qualche giorno rispetto al
calendario iniziale. Il ministero, infatti, all’ultimo ha rinviato per
il maltempo quelli che sarebbero dovuti essere i primi due giorni di
prova scritta. Ma a parte le polemiche per questa decisione, il secondo
step del concorso sembra non aver avuto grandi intralci.
MASSIMA TRASPARENZA
«Tutta la procedura si è svolta regolarmente e secondo regole di
assoluta trasparenza, al pari delle migliori esperienze europee», è il
commento del Miur. Degli oltre 321mila candidati iniziali, dopo la
prova preselettiva, sono approdati agli scritti in poco più di 88mila.
Ma siccome molti di questi aspiranti insegnanti hanno chiesto di poter
concorrere per più classi di insegnamento, il numero teorico dei
candidati nei vari giorni è salito a oltre 153mila. Molti dei promossi
ai quiz non hanno poi affrontato la seconda prova. Uno su quattro ha
fatto dietrofront e così sui banchi si sono seduti in 126.496 (circa il
75%). Di questi ben 11.600 sono stati ammessi con riserva dai giudici.
Si tratta di candidati che si sono rivolti al Tar, Tribunale
amministrativo regionale, contestando la soglia minima di 35 risposte
esatte su 50 per i quiz preselettivi. «Molto alta è risultata la media
di partecipazione», sottolineano a Viale Trastevere. Le discipline
tecnologiche sono quelle che hanno visto una minore affluenza (tra il
50/60%). Per la primaria si è presentato l’82% dei candidati (25.033
contro i 26.658 ammessi). Ora la correzione. Quando sarà conclusa,
toccherà agli orali sulle discipline di insegnamento. Con la prova
simulata si vuole verificare la capacità dei candidati di sapere
trasmettere i contenuti agli alunni, e di avere capacità didattiche.
Una prova simulata “condensata”, che avrà una durata di 30 minuti, come
è stato previsto dal bando di concorso. Ma ciascun candidato avrà 24
ore di tempo per prepararsi. L’argomento, infatti, sarà estratto il
giorno prima tra una rosa di domande. La prova andrà ad affiancare
l’esame orale, che durerà altri 30 minuti, nel corso del quale saranno
approfonditi i contenuti, le scelte didattiche e di metodo fatte nella
lezione simulata. Sarà l’ultimo scoglio per arrivare all’assunzione. I
primi 7.351 vincitori saranno immessi in ruolo con l’avvio dell’anno
scolastico. I restanti 4.191 a settembre dell’anno prossimo.
Alessia Camplone
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