Catania, Fondazione
Puglisi Cosentino - Dal 3 marzo al 5 maggio 2013 - Comunicato Stampa
-La mostra proposta a Palazzo Valle dalla Fondazione Puglisi Cosentino
con il contributo della Fondazione Roma Mediterraneo riunisce i
capolavori assoluti dell’antica arte del corallo in Sicilia, al centro
del Mediterraneo, luogo dove realizzazione di questi meravigliosi
manufatti raggiunse l’apice della bellezza e della maestria artistico
artigianale. I nuclei principali delle opere in mostra testimoniano la
ricchezza e la qualità di alcune collezioni fondamentali del settore,
quelle della Banca di Novara, del Museo Pepoli di Trapani (destinato ad
ospitare l’esposizione, in seconda tappa, dal 18 maggio al 30 giugno),
della Fondazione Whitaker, e del Museo Diocesano di Monreale, altre
raccolte pubbliche accanto a pezzi singoli, tesori di collezionisti
privati italiani e stranieri. “Certamente è la più importante
esposizione sino ad oggi allestita su questo interessantissimo tema.
Testimonia un artigianato artistico di altissimo livello”, dichiara
Alfio Puglisi Cosentino. La mostra di Palazzo Valle inaugura una
proficua sinergia tra la Fondazione Puglisi Cosentino e la Fondazione
Roma Mediterraneo”. “Siamo orgogliosi – dichiara il Presidente
della Fondazione Roma-Mediterraneo, Prof. Avv. Emmanuele Francesco
Maria Emanuele – di contribuire all’allestimento di questa mostra,
ennesima testimonianza del gusto per il bello dell’artigianato italiano
e di quello siciliano in particolare. L’impegno della Fondazione Roma
Mediterraneo per la diffusione della cultura in Sicilia è testimoniato
dalle esposizioni già realizzate, come quelle dedicate a Piero Guccione
e ad Alessandro Kococinski, ospitate a Palazzo Sant’Elia di Palermo, e
quelle che hanno coniugato l’Antico con il Moderno, grazie alle opere
di Igor Mitoraj e alle suggestive installazioni di Fabrizio Plessi
allestite nella Valle dei Templi di Agrigento. Questo impegno è
destinato a proseguire con ulteriori mostre, che a Palazzo Valle
vedranno protagonisti i capolavori di pittori stranieri, nella Sicilia
dell’Ottocento, e quelli di pittori siciliani dei primi del ‘900, due
esposizioni che faranno successivamente tappa a Palermo e ad Erice”.
Intorno al rosso prodotto della secrezione di carbonato di calcio di un
polipaio composto dall’assembramento di esseri viventi che si
sviluppano sul fondo del mare, a profondità talvolta non elevate e in
colonie molto numerose, sono fiorite e si sono radicate infinite
credenze, dovute alla doppia natura del corallo quale specie vivente e
oggetto prezioso carico di valenze apotropaiche. Questa convergenza di
interessi ha contribuito alla vera e propria “corsa al corallo” che ha
rischiato di far scomparire le colonie più raggiungibili, oggi
attentamente regolamentate e salvaguardate nelle aree marine protette e
talvolta coltivate in appositi vivai subacquei. Secondo la mitologia i
coralli si formarono quando il sangue che sgorgava dalla testa recisa
della Medusa venne a contatto con l’aria e si solidificò. La loro forma
ha suggerito il simbolismo dell’Albero, inteso come origine e asse del
mondo e collegamento tra i diversi mondi, unione dei tre generi della
natura, l’animale, il minerale e il vegetale, e della vita,
simboleggiata dal rosso sangue. A colpire l’immaginario erano il
colore, la forma e la misteriosa capacità di indurirsi al contatto con
l’aria. In medicina, tritato, veniva considerato una panacea per le
emorragie e le anomalie del ciclo mestruale e un coagulante per ferite,
ulcere e cicatrici. Ma soprattutto sapeva preservare i neonati dai
pericoli del fulmine e dalla morte improvvisa. I suoi rametti posti a
forma di croce ne facevano una barriera contro Satana, i demoni e gli
influssi malvagi. Anche per questo lo si donava ai Battesimi La sua
polvere favoriva la dentizione, allontanava ogni malessere e persino le
crisi epilettiche. E, negli adulti, aiutava vitalità e potenza
generatrice. Ma il corallo era soprattutto simbolo della bellezza e
perfezione del Creato e per questo divenne la materia prima, insieme
con l’oro, per preziosi, meravigliosi oggetti di culto, per arredi
sacri e profani. Valeria Li Vigni, direttore del Museo Pepoli e
curatrice della grande mostra, ha raccolto meravigliose realizzazioni
in corallo esponendo collezioni inedite. Stupirà la fantasia degli
artisti che con il corallo, e specificamente con il corallo di Trapani
raccolto, dai fondali delle Egadi, al banco skerki e intorno all’isola
di Tabarca, con sistemi di raccolta rudimentali talvolta dannosi per
intere coltivazioni. Intorno a questa pesca con le coralline si è
sviluppato, a Trapani, un commercio florido e sono sorte numerose
botteghe artigiane che hanno saputo creare capolavori di grande valore
artistico, quali gioielli, ma anche calici, ostensori, crocifissi,
reliquari, presepi, scrigni, calamai, saliere e soprattutto elementi di
raffinato arredo: specchiere, tavoli da gioco, cornici, sino a
monumentali trumeaux destinati a case principesche e regge, talvolta
come doni di Stato. Ma tale fiorente attività si sviluppò per la
diffusione del culto della Madonna di Trapani, intorno alla quale
crebbe la richiesta dei pellegrini di rosari in corallo. Dalla
produzione strettamente religiosa si sviluppò la produzione manierista
che raggiunse, come l’esposizione ampiamente documenta, vertici di
virtuosismo impensabili creando oggetti che, nelle forme più
fantasiose, continuano a trasmettere al visitatore le vibrazioni
davvero magiche del Rosso Corallo.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio
Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
In collaborazione con:
Zephir di Carmela Grasso
melagrasso@tiscali.it | mobile 349.26.84.56
Fondazione Puglisi
Cosentino
Telefono per informazioni: +39 095
715 2228/ 049 663499