A pochi
giorni dalle elezioni e prima che si definisca il nuovo Governo e si
insedino i nuovi Parlamentari, un gruppo di ragazzi che ha sostenuto la
Campagna "L’Italia
sono anch’io" scrive una lettera ai neo eletti per porre subito
all’attenzione del nuovo Parlamento il delicato e importante tema della
cittadinanza per i figli degli immigrati nati e/o cresciuti in Italia.
Dopo il grandioso risultato ottenuto dalla campagna, ben più di 110.000
firme raccolte a fronte delle 50.000 richieste per presentare una
proposta di legge popolare, l’iter della proposta di legge si è
bloccato.
Pur essendo stata calendarizzata infatti, la proposta di legge non è
stata mai discussa durante la scorsa legislatura e il rischio di
vanificare il lavoro e la volontà di centinaia di migliaia di cittadini
è davvero alto, soprattutto alla luce delle numerose dichiarazioni
ambigue sul tema dello ius soli che sono arrivate da più parti durante
la campagna elettorale.
Per questo motivo i ragazzi della campagna chiedono ai Neo parlamentari
di assumersi pubblicamente l'impegno affinchè venga discussa in
parlamento la proposta di legge popolare sulla cittadinanza, in primis
per il rispetto nei confronti delle migliaia di persone che hanno
creduto e continuano a credere nei meccanismi di democrazia e nel senso
di partecipazione attiva e propositiva alla vita della res publica, in
secundis per cambiare questa legge che è figlia di politiche non più
attuabili nel nostro Paese. La campagna l'Italia sono anch'io,
sostengono i ragazzi, ha rappresentato un grande momento di
partecipazione dal basso, in rete e nelle piazze del Paese, per questo
è fondamentale che i neo eletti portino a fondo l'iter legislativo
delle proposte di legge della campagna.
LETTERA APERTA AI
PARLAMENTARI NEO ELETTI
Cari Onorevoli,
a scriverVI siamo i tanti ragazzi di tutto il Paese che lo scorso anno
hanno animato e portato avanti, insieme a tante associazioni e migliaia
di cittadini, la Campagna L’Italia Sono Anch’io.
Per mesi e mesi abbiamo fatto banchetti, volantinaggio per le strade,
assemblee nelle scuole e nelle piazze, e tutto questo per portare
avanti una battaglia importante, una battaglia per il nostro Paese, La
battaglia per la Cittadinanza.
In Italia infatti, più di un milione di bambini e ragazzi, figli di
immigrati, nati e cresciuti nel nostro Paese, si ritrovano cittadini a
metà.
Pur crescendo, studiando, giocando e vivendo nelle nostre città
esattamente come i loro coetanei, non hanno la cittadinanza a causa di
una legge obsoleta come la l 91/92 che ne impedisce il diritto alla
nascita.
Non si tratta solo di una battaglia per un diritto in astratto, ma di
una rivendicazione di diritti che permettano la piena realizzazione dei
bambini e dei ragazzi che nascono e vivono qui.
Tante sono infatti le discriminazioni che vivono i ragazzi di II
generazione: dal non poter andare in gita scolastica al non poter
praticare sport a livello agonistico; dal non riconoscimento del titolo
di studio ai fini lavorativi al mancato inserimento nel mondo del
lavoro a causa del loro status di “immigrati” pur non essendolo.
Per questo motivo, ispirandoci anche all’articolo 3 della nostra
Costituzione che stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le
persone, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne
impediscano il pieno raggiungimento, abbiamo sostenuto con tutte le
nostre forze questa Proposta di Legge Popolare che promuove lo Jus Soli
e quindi il diritto alla cittadinanza per i ragazzi che nascono e
crescono in Italia.
Le avversità sono state tante, non tutte le forze politiche hanno
sostenuto la nostra battaglia e far breccia sulla stampa e sui media
non è stato facile, soprattutto inizialmente.
Le sorprese e le soddisfazioni più grandi le abbiamo avute per le
strade, nelle città, parlando con le tantissime persone che, molto
spesso, non erano a conoscenza di una legge così assurda e che davano
per scontato che “ chi nasce e cresce in Italia è italiano”.
Giovani, donne, lavoratori e anziani di tutto il Paese hanno preso
talmente a cuore questa battaglia al punto che il risultato ottenuto è
stato straordinario.
A fronte delle 50.000 firme necessarie infatti per presentare la
proposta di legge popolare, abbiamo raccolto più di 110.000 firme!!!
Abbiamo depositato la proposta di legge ed eravamo davvero entusiasti,
davvero contenti di aver potuto, con le nostra forze e dal basso,
partecipare e contribuire ad un cambiamento così grande e cosi bello
per il nostro Paese.
Purtroppo però, la proposta di legge pur essendo stata calendarizzata
non è mai stata discussa in Parlamento durante la scorsa legislatura.
Ecco le ragioni di questa lettera aperta e del nostro appello a Voi.
Migliaia di persone hanno creduto e credono fortemente in questa
battaglia per la cittadinanza ed è giusto dare un riscontro positivo a
questa grande voglia di riscossa nonché grande prova di partecipazione
attiva alla vita del Paese.
Per questo motivo vi chiediamo di essere anche voi portavoce in
Parlamento e nelle altre sedi istituzionali e di far vostre le
rivendicazioni e i contenuti della campagna L’Italia Sono Anch’Io
affinché si discuta la proposta di legge e si cambi la legislazione
sulla cittadinanza.
Vi chiediamo di schierarvi dalla parte di tutti i cittadini che credono
che un cambiamento “dal basso” sia possibile e che hanno sostenuto
questa proposta di legge popolare.
La battaglia non sarà facile, non tutti i partiti e le forze politiche
appoggeranno queste idee, però crediamo fortemente che il cambiamento
sia possibile e già la raccolta di centinaia di migliaia di firme ne
sono la prova tangibile.
Fermamente convinti delle nostre idee e fiduciosi di un positivo
riscontro,
Elvira
Ricotta Adamo - Esecutivo Nazionale UDU-Unione degli
Universitari
elvira.manila@gmail.com