Ora ci si mette
anche la neve: «A causa delle avverse condizioni meteorologiche
previste dalla Protezione Civile per i prossimi giorni in tutta Italia,
le prove scritte del concorso, programmate per lunedì 11 e martedì 12
febbraio, sono rinviate». Cosa comporta questa decisione comunicata nel
tardo pomeriggio di un sabato? Le scuole che sono state chiuse in
quanto sede di concorso non saranno in grado di comunicare una diversa
organizzazione per tempo e gli studenti perderanno 2 giorni di lezione;
molti candidati hanno già richiesto e ottenuto giorni di ferie per
sostenere la prova scritta e di sabato sera sarà difficile comunicarne
la rinuncia; tantissimi candidati sono stati costretti ad iscriversi al
concorso in regioni lontane perché non era stato bandito nella propria
classe di concorso e così hanno prenotato treni e aerei: chi rimborserà
loro questi soldi? Sarebbe bastato prevedere delle giornate suppletive
per quanti avessero avuto impedimenti a raggiungere le sedi di esame
(come richiesto da giorni al MIUR), ma questa sarebbe stata una misura
adeguata ad un governo composto da persone competenti.
Ben vent’anni per ideare un concorso a cattedre dozzinale e
superficiale che, contrariamente alle "roboanti" dichiarazioni di
efficienza da parte del Ministro e le altre fole propinate - vedi la
balla sullo svecchiamento del corpo docente grazie alla partecipazione
dei neolaureati che, invece, non potevano partecipare - , oltre ad
essere un salto nell'inefficienza più totale, rappresenta un ulteriore
muro eretto per impedire alle migliaia di insegnanti inseriti in
Graduatoria ad esaurimento, già vincitori di concorso, di potere
accedere ad una cattedra a tempo indeterminato.
Contestiamo l’ultima invenzione del Ministero che, per sopperire alla
mancanza di presidenti e commissari – colleghi pagati rispettivamente
251 e 209,24 Euro più un integrativo di 50 centesimi per ciascun
elaborato o candidato esaminato, senza esonero dal servizio e senza
rimborso di alcun tipo per recarsi nel capoluogo di provincia in cui si
svolgeranno le prove concorsuali - , decide di “investire” i direttori
generali degli Usr regionali del potere di nominare «direttamente i
presidenti e i componenti, assicurando la partecipazione alle
commissioni giudicatrici di esperti di comprovata esperienza nelle
materie oggetto d’esame».
Alla faccia della trasparenza e del “merito”!
L’Italia continua ad essere il paese in cui le procedure di un Concorso
pubblico su scala nazionale vengono affrontate in maniera
approssimativa con modalità da “feudalesimo concorsuale”.
Denunceremo tutte le irregolarità di questo concorso, che mai sarebbe
dovuto partire, che rappresenta un’umiliazione per le migliaia di
precari inseriti in graduatoria ad esaurimento che dopo anni di
servizio nella scuola pubblica attendevano l’immissione in ruolo e che
invece sono stati costretti da un Ministro “abusivo”, di un governo non
eletto democraticamente, a partecipare ad una grande “farsa”.
Usb Scuola Palermo
palermo.scuola@usb.it