Il problema,
gravissimo, del mancato contributo ai tirocinanti del TFA (il Tirocinio
Formativo Attivo, ex SISS) in Toscana sta davvero diventando
un'assurdità. Siamo di fronte al non riconoscimento di un diritto
fondamentale sancito dalla Costituzione, quello allo studio e alla
formazione. Infatti in Piemonte, diversamente da quanto avviene in
Toscana, per il TFA la borsa di studio è riconosciuta: la formazione di
docenti, d'altronde, è una risorsa importante per il Paese.
E' vero che in Toscana la tassa di immatricolazione è leggermente più
bassa rispetto a quella di altre regioni, ma si tratta di ben poco
rispetto all'aiuto che un tirocinante riceverebbe con una borsa di
studio.
Ancor meno ci soddisfa la decisione dell'Azienda Regionale per il
Diritto allo Studio, che ha stabilito che i tirocinanti potranno
consumare un pasto completo al prezzo di 4 euro nelle mense
universitarie: uno sconto ridicolo, per un servizio del quale davvero i
tirocinanti non hanno bisogno e che non hanno richiesto. E'
lampante quanto poco questo sia a fronte delle spese che i tirocinanti
dovranno affrontare e a fronte della negazione di un loro diritto:
l'esempio del Piemonte salta agli occhi. Sono professionisti,
lavoratori, adulti; hanno famiglie e non hanno bisogno di un “pasto
completo”: hanno bisogno che venga loro riconosciuto il diritto alla
formazione. Non chiedono elemosina, e non ne accettano.
I tirocinanti chiedono di avere una riduzione sulle tasse d'iscrizione,
come è garantito agli iscritti ai corsi universitari e come era
garantito ai tirocinanti SISS, o in alternativa l'acceso a borse di
studio (come avviene in Piemonte), o ancora a un supporto sotto forma
di voucher da parte della Regione Toscana come previsto per dottorati e
master: non è possibile che nessuno dei tre soggetti coinvolti (il
Ministero, la Regione e l'Università) si faccia carico del problema.
Del resto dal comunicato della Regione Toscana si percepisce
chiaramente che questa soluzione non è soddisfacente, infatti lo stesso
comunicato preannuncia “che l'assessorato regionale all’Istruzione […]
sta cercando una soluzione più ampia, in accordo con università e Miur,
per riconoscere i frequentanti il TFA come possibili beneficiari del
diritto allo studio”: speriamo davvero che una soluzione venga trovata
al più presto. Come organizzazione sindacale abbiamo del resto il
dovere di tutelare nelle sedi opportune i nostri iscritti e chiunque si
senta leso da qualsiasi provvedimento che non risponda a un pieno
riconoscimento del diritto allo studio.
Chiediamo su questo una risposta forte di civiltà, per scongiurare il
rischio che un percorso formativo organizzato dal MIUR, dalle Regioni e
dall'Università diventi un privilegio per pochi.
Ma questo non è l'unico problema riguardante l'avvio del TFA in
Toscana: dopo la proroga del termine di pagamento per la prima rata
(1.100 euro) da noi richiesta e ottenuta, ben poche sono le
informazioni che sono state date ai tirocinanti: per intere aree
mancano ancora i calendari delle lezioni, non c'è ancora un
organigramma ufficiale, non si è ancora capito esattamente quante
saranno le ore effettive di tirocinio attivo e quante le ore di corso.
A pochi giorni dall'inizio continua a regnare il caos: anzi, il
fantomatico sportello virtuale, che prima della scadenza per il
pagamento dava alcune informazioni - seppur di una genericità
imbarazzante - ha pensato bene di chiudere i battenti. E in tutto
questo spuntano informazioni di ogni tipo, che non trovano riscontro
sui canali ufficiali.
Chiediamo quindi all'Università di Pisa, oltre a una presa di posizione
forte e ufficiale riguardo alla questione del diritto allo studio, che
tutte le informazioni disponibili vengano pubblicate immediatamente sul
sito di Ateneo e che quelle non ancora disponibili vengano rese tali
nel più breve tempo possibile.
Carlotta
Cini - Esecutivo Provinciale Cobas Scuola Pisa
cini.carlotta@gmail.com