"Il Sole 24
Ore" di domenica scorsa pubblica una lettera di Elisa Massi sul sistema
di istruzione tedesco, che al contrario del nostro valorizza molto
l'artigianato, anche sul piano del prestigio sociale, non inferiore a
quello di un professionista. Il sito www.zdh.de, quello
dell'associazione nazionale del settore, fornisce anche in italiano
informazioni su questo argomento.
Al link riportato sotto è scaricabile la lettera
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/
e i vari comenti sul Blog Gruppo di Gruppo
Antonello ha detto...
La ragione è semplice.
In Germania non esiste un Partito Politico e un
Sindacato strettamente legato ad esso che hanno in tutti i modi da
cinquant'anni a questa parte affossato ogni e qualsiasi proposta di
legge sull'apprendistato.
Todos Caballeros! A tutti non la Laurea, ma il
Master del Master del Master!
Senza apprendistato, niente artigianato.
Un mio Amico Carrozziere venne contattato da una sua
Conoscente, il cui figlio non aveva la benché minima voglia di studiare
e aveva una sola passione: le aeromobili e i motori e stava iniziando a
dare qualche problema.
Si informò e lo sapete quali controlli e quali
vessazioni deve subire un Artigiano che assume un Apprendista?
Sei soggetto a periodici controlli obbligatori di
ISPESL, ASL e tutta la miriade di Enti che hanno come scopo la
vessazione di chi lavora, che debbono garantire che l’apprendista non
venga trattato come nell’Inghilterra di Dickens.
Devi pagare un apprendista pochissimo meno di un
operaio qualificato. No allo sfruttamento dei Lavoratori!
Non ultimo, devi rifare il bagno dell’officina
perché l’apprendista ha il diritto di farsi la doccia con acqua calda e
fredda.
Inutile dire che l’Amico carrozziere lasciò
perdere....
26 gennaio 2013 14:38
V.P. ha detto...
Antonello ha detto...: «La ragione è semplice. In
Germania non esiste un Partito Politico e un Sindacato strettamente
legato ad esso che hanno in tutti i modi da cinquant'anni a questa
parte affossato ogni e qualsiasi proposta di legge sull'apprendistato».
forse, o sicuramente, antonello conosce le vicende
politiche degli ultimi 50 anni meglio di me.
però negli ultimi 10 anni il partito politico
indicato (l'ex pci, credo) è stato al governo per meno di due anni, o
no?
negli altri 8 anni, nemmeno il governo di destra ha
proposto e tanto meno attuato riforme nel senso indicato e auspicato.
davvero non capisco: le riforme in un certo senso
devono essere attuate dall'opposizione che non le condivide? oppure?
o forse interessa solo indicare i (presunti)
responsabili dei problemi invece di cercare le soluzioni?
26 gennaio 2013 16:35
Alessandro Marinelli ha detto...
@V.P.: come se l' operato dei governi di
centrodestra degli ultimi vent' anni non sia stato condotto in totale
continuità con quanto sempre voluto, detto, fatto, scritto, diffuso,
condiviso, ispirato e professato dalla sinistra. E con l' atteggiamento
di una vera e propria subordinazione culturale, per giunta.
26 gennaio 2013 16:53
Papik.f ha detto...
C'è stata anche una sostanziale continuità
dell'amministrazione tra governi di centro-destra e di centro-sinistra,
soprattutto in ministeri considerati meno strategici come appunto
l'Istruzione, cui sono stati assegnati ministri meno scaltri
politicamente e agguerriti. Per cui le scelte hanno continuato a essere
dettate dall'ideologia dominante presso l'amministrazione stessa
(quando non sono state praticamente eterodirette da altri ministri che
avevano in mano le chiavi economiche del potere reale).
Il che non significa che il centro-destra sia esente
da colpe, prima di tutto perché ha, appunto, determinato questa
situazione, e poi perché, dove ha introdotto suoi uomini, questi
raramente hanno dato buona prova di sé.
Ma, certo, una riforma come quella Gelmini, che ha
raso al suolo gli Istituti d'Arte e quasi fatto altrettanto per
l'Istruzione professionale, difficilmente si concilia con l'ideologia
cui il centro-destra dichiarava di ispirarsi (pur se la riforma stessa
contiene invece aspetti apprezzabili per quanto riguarda i Licei, a mio
parere).
Ho già citato altre volte la trasmissione di Daverio
nella quale il preside dell'Istituto d'Arte di Faenza, dal quale ogni
anno decine di diplomati transitavano direttamente al lavoro nel
settore della ceramica, evidenziava l'assurdità di una soppressione (di
fatto di questo si tratta) decisa dall'alto senza tenere conto alcuno
di tutto ciò. Si dovrebbe anche spiegare perché sia stato soppresso
ogni indirizzo specifico di fotografia in un momento in cui le scuole
private di fotografia ed elaborazione delle immagini spuntano come
funghi.
A meno che non si voglia supporre la mala fede, cioè
appunto la volontà di favorire i privati. Ma il programma del PD citato
nel precedente thread, con la pretesa di unificare i bienni della
superiore, sembra confermare che si tratti invece di una continuità
dell'ideologia di fondo.
26 gennaio 2013 17:23
V.P. ha detto...
anche alessandro marinelli dovrebbe convenire e
riconoscere che la riforma gelmini (- 8,4 mld; - 87.000 docenti; -
45.000 ata) NON è certo conseguenza della "subordinazione culturale"
del centrodestra alla sinistra.
26 gennaio 2013 19:45
V.P. ha detto...
e poi, quello che bisognerebbe fare e non è stato
fatto per impedimento o subordinazione culturale, non è nemmeno
indicato nel programma elettorale della destra: