CATANIA - La
biblioteca «Ursino Recupero» contiene 210 mila volumi e altri duemila
testi antichi pregiatissimi. Dal 2002 la biblioteca, assieme al
monastero dei Benedettini che la ospita, si fregia di appartenere al
patrimonio mondiale dell'Unesco. Numeri che ne fanno la memoria storica
della città, ma che non sono serviti a salvarla dai pesantissimi tagli
alla cultura. Dal 2009 la direttrice Rita Carbonaro è l'unica
dipendente della struttura che gestisce con la preziosa collaborazione
dei tirocinanti dell'Università. Attualmente manca anche una figura
essenziale che si occupi delle pulizie. L'amministrazione comunale
dovrebbe stanziare circa 300 mila euro all'anno per finanziare la
struttura, ma da qualche tempo non è più così. «Il Comune di Catania
deve alla biblioteca oltre un milione di euro – ha spiegato la
direttrice – ma non mi preoccupo solo per il mio stipendio». La
direttrice ha recentemente ricevuto tre mensilità, ma il suo stipendio
è fermo al luglio scorso. Anche i tirocinanti che collaborano alla
gestione vengono formati ma non restano abbastanza per poter
partecipare in maniera continuativa. «Sono felice comunque – ha
proseguito Carbonaro – perché ho fatto avvicinare molti ragazzi alla
struttura». La biblioteca possiede un patrimonio inestimabile. Oltre la
dotazione libraria, ci sono volumi ed opuscoli a stampa del secoli
XVIII-XX, 1696 pergamene (secoli XII-XIX), circa 2.000 manoscritti (tra
i quali figurano numerosi codici), oltre 4.000 lettere, circa 2.000
disegni, 132 incunaboli, circa 4.000 cinquecentine, alcuni erbari
del'700, circa 600 fotografie, un migliaio di stampe e fogli volanti,
più di 4. 000 periodici. Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutto
il mondo. Per averne un'idea basta andare a controllare la petizione
online, attualmente firmata da oltre 2.600 persone, presentata su
change.org
(change.org/it/petizioni/salviamo-la-biblioteca-ursino-recupero-catania).
Ma non solo. Anche i catanesi, racconta la direttrice, si sono
mobilitati per salvare questo bene che appartiene essenzialmente alla
città. Adesso le istituzioni devono muoversi. «Speriamo di toccare il
cuore – ha concluso Rita Carbonaro – per salvare la biblioteca».
Rosario Battiato
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